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Vitruvius; Caporali, Giovanni Battista [Übers.]
Architettvra: Con Il Svo Com[m]ento Et Figvre Vetrvvio — Perugia, 1536 [Cicognara, 706]

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https://doi.org/10.11588/diglit.1714#0212
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tIBRO IT PROEMIO

Q.VINTO

Ratiocina
tioneàcar
te.14.

CQuettìoDsuó Imperatore che con ampli voluiri&c.ln quelle qusnro'proemió Vetr. pare coàamodo
convh'colore di escusatione voglia dimostrare il parlare dell'Architettura con quai vocaboli se ratipci t
narione cònuene mànsfestarla. Si com e anchora dice jplynio nella presatipnc volendo dimostrare quanta
fia differente vna setenza dall'altra : Concio sia adunque che quelli c'hanno scritto defTa habbiano satto
varii libri • per le cogitationi del'ingegno atte à quelle nella maniftlratione d'esse opere, vededosi haue
re hautò erandislime Se eggregle auttoritati : si come haueremo nel proemio del nono libro: Se altri lùo
chi iti eiro.«>:iibro doue dice : Et al summo de i saggi scrittori da i corpi assenti li quali per la vecchiezza
sioriscono,!a qual sentenzaarichora
TROEMTODEL
UBRO Q.VIISÌTO DE L'ARCHITETTVRA Dr MAR>.
CO VETRVVIO, NEL Q.VÀL ' SI TRATTA'!
LA DISPOSITIONE DE SV*
BUCI LVÓCHJU .

conferma Diodoro ne} primo librò ;
Quando dice li contigli de vecchi i ìjsl
la longa età gli ha fatti più prudeti {ò
ho laudari dai più giouani: Anchora ss
come disopra nel primo libro, Se mas
(ime nel primo capitolo doue parla
della institutione de gli Architettoti.se
Hello lodandoli. Et perciò dice. CMa
quello non è in qual modo lì péftsa esV
pedito/cioe quella cosanon è espedita
per quel modo che fu pensato/per che
del'A rchitettura non si scriue come de
l'historia 6 véro di poésia. Adiique ve .
Cruuio nel primo capitolò dell'inltituy '
tione de gli Architettori ha già dettò
quello ch'adesli èdibisogno, a: perle
commentationinostre assai sòpra cali
tali habbiàinodetto . Ma il sapere de
l'hlltorie molto ha commendato: delle
quali essicacie, vedi quanto dice Die
doto Siculo nel prso libro : La jóésia
pare certamete più dilettare che gioua
te gli anitnidebba: «rieleggidellegen
ti Se loro ordinamenti pare che più pa
tiseano che insegnano, coli, dell'altre
arti quelle cose niente giouano alla sé/
licita per che vi èia vtilità amescolata
col danno i certi per J.e cose vere inse/
gnano di mentire : Solamente la mai>
dre hilloria la qual rappresenta le cose
satte abbraccia ogni vtilità. Maquan/
do più addentro poi consideramò la
3>oetia,vedemo che sorco quel vela
me di sabule sé contiene grandissiml
tnilterii & non v'e alcuna sabula che
non si teduca o a vera hiltóriaoa
3>hilofophia: o Aslrològsa o (ìmi!e:co
ine dissero Gioue fratello 8t mari >
to de G(unone:pcr che per Gioue inte*
setòloethere/cioe Io eleméro.del suo
cho/per Giunonel'aere, che è suggec
to atsuocho : «coli Orione essere Ila
to occiso dallo seorpione., per chequi
doOrioftè segrio celesté tramonta rot-
to i'hemispheriOjIo seorpione co la co
da emerge suori dell'Oriente come Hi
^ino dice; & sinalmente tutti: tal che
nò paté esser Cosa nelle lettere più gio
tonda & più Xgegniosad'elTa yóesia ,
. Se laMusica dàlaquale ditTenodilettar/
si non sólo gl'huomini, magli supert
& gl'inseri ,cfi li oracoli sé rendeua."
no in versi esametri.C Et della Soesia
la mesura , Se li piedi de versi Set ve
truuio in quello vuole lignisicare che


VELII O DIVO IMPERATÓRE
cBcòapis>blurtitle cogitationi
gl'ingegni, 8tgliamaestramen*
. ti tsplicarpho t aggióseno a suoi
seritti, grldissìme et egregie àa l
rorirati * quello essendo né noftti
, (ludi!, o vktoluna&l'altté cos
sé patinano deIÌ?ahiplificatrone
la autroritate, & con questì precètti s'accrescerei*
bono . Ma queJtonpne mqualmodo si.pensa. &s
pediso «che di Architettura non co/r si scriùé córhe
dell'Historìa o ver di Poesia.Le Historie per sé tmt
gorio i lettórii perche hano di cose none varie aspet
rationi.Et della Poesia la mesiira&K piedi de i.'Vew
si 4-&: anchora delle parole sa elegante disposit'one ,
& delle sentenze1» de iversitralepetsoneil djstin
topronunciàmentp,asfai aletrandoi senlìde1 littà
ri producesenzioisFelà alla sormila terminatioóe li
serittori t Ma quésto nello scrìnere dsll'Architettu t
ra non può farli, per che lì vocaboli dalla propria né
cessìta dell'alrte generati, con in consiieto serrhoné
aggiongóno alti sensi la oseutitàce. Come elsi aduni
que set fen6nrsianoappertÌ, ne si manisestano li rio
mi nella consuetudine loto ,ma le setitture alhotà
deiptécetti che largamente ranno vaganti, si noti
s'abteuiano & con poche 8C molto lucide lèntenzè
si manifelianoi Per la srequenza 8C moltitudine de
sermoni che impediseono, sàrlno dei lettori le co*
gitationiin certe s Et pethd le occulte nominationi,
& i mesuramenti de membri dell'opere dicédoCaè
cip che alla memoria si rendino)breuemente espo^
ro .Per che coli, più espeditamente eise cose le m^
ti riceuetepotranno.

JEurj'thmi si come quesli con le scompartiture eurcthmlate che vfano ne loro vérlì di varie sarti : Si fi come vsahò
are a carte li dotti soeti nelli versi, .* li Oratori sacòndissimi in ne i principii a: sini di le clausuie : coli anchórà
iSi ne corpi d'Architettura cóuiene, tai termini vsate ^inflitti gli essetti dessa Architettura : Ma códo sia ài
 
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