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Wilpert, Joseph
I sarcofagi Cristiani Antichi (Band 1,1): Testo — Rom, 1929

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https://doi.org/10.11588/diglit.1341#0008
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vii] Prefazione

colari sono solamente conosciuti dalle copie galliche. Anzi nei monumenti romani mancano intiere scene
che incontriamo ad Arles e che un bel giorno ci saranno forse ridate dagli scavi delle catacombe.

Sarcofagi prettamente romani si conoscono pure in Spagna ed in Africa. La fronte murata al
di sopra d'uno degli ingressi della cattedrale di Tarragona rassomiglia talmente, in tutti i particolari,
alla fronte, restaurata, del sarcofago lateranense 125, da permetterci di_ correggere gli sbagli commessi
dal restauratore digiuno di conoscenze archeologiche. E il Museo del Bardo di Tunisi possiede nel
« sarcophage de Sainte-Marie-du-Zit » perfino un esempio sorprendente dell'influsso di Roma sull'arte
profana, come prova il sarcofago romano da noi riprodotto a tav. XLVI1I, 1. La leggenda: « Les trois
Gràces et les quatre Saisons » posta sotto la copia fotografica del sarcofago africano (tav. V, 2) mostra
che gli editori del Guide du Musée dit Bardo, A. Merlin e L. Poinssot, si sono perfettamente accorti del
carattere pagano di queste sculture, mentre qualche altro archeologo meno esperto nello spiegare monu-
menti antichi prese la figura dell'inverno per quella d'un Buon Pastore, non ostante la lepre (o coniglio)
che porta sulle spalle, e l'anitra (o il piccione) che aveva nella sinistra (abbassata), oggi distrutta, sul
sarcofago del Bardo.

Sono dodici anni che ho intrapreso Io studio dei sarcofagi cristiani; ma soltanto oggi posso offrirne
al pubblico il primo volume, causa la vastità del lavoro che avrebbe richiesto l'opera collettiva di una
Accademia, anziché quella d'un individuo. Ho cercato di esaurire il soggetto, raccogliendo ed illustrando
tutti i monumenti venuti a mia conoscenza. Ciò non di meno sono ben lontano dal pretendere di dare
un'opera assolutamente completa; più d'un sarcofago nascosto in qualche località sperduta può essermi
sfuggito. Fin tanto poi che dureranno gli scavi, ci sarà sempre fondata speranza di trovare altri esempi
dei soggetti già noti e di altri di speciale interesse, come il frammento di Pietro pastore con la capra
rinvenuto negli ultimi scavi a Pretestato, o di qualche soggetto nuovo. Mentre scrivo queste righe, mi
viene difatti annunciata la scoperta d'una cripta nell'Agro Verano, con quattro sarcofagi ancora al posto
primitivo. Tali aggiunte saranno inserite in una Appendice.

Fra Ì metodi d'illustrazione dei monumenti, ho scelto quello cronologico. In altri termini, io pubblico
i monumenti, per quanto è possibile, secondo il tempo in cui le varie composizioni entrarono nell'arte
funeraria, cominciando dalle più antiche, cioè da quelle che si riferiscono all'insegnamento della
dottrina cristiana. Questo metodo non ha bisogno di raccomandazione. Con esso soltanto sono riuscito
a spiegare non poche scene che prima sembravano enigmatiche. Con esso soltanto mi fu possibile
dare ordine a gruppi intieri di composizioni, specialmente a quelle che rappresentano il principe degli
apostoli, dove prima regnava una confusione sovrana. Appunto da queste scene, sia detto di pas-
saggio, aveva preso le mosse il mio lavoro sui sarcofagi; ben presto però m'avvidi di essere entrato
in un labirinto senza uscita. Allora fui condotto al metodo cronologico.

Nel primo dei tre libri compresi in questo volume, si illustrano dunque, essendo i più antichi, i
sarcofagi contenenti le scene dell'insegnamento della dottrina cristiana, cioè la catechesi ecclesiastica,
dal secolo in in poi, contrapposta alla dottrina eretica; inoltre le scene del battesimo, in conformità
del precetto del Signore: « docete omnes gentes, baptizantes eos », e quelle della catechesi di s. Filippo
come antidoto contro l'abuso di differire il battesimo fino alla morte. Appresso vengono le numerose
scene della missio, in cui il Figlio di Dio manda gli apostoli ad insegnare la dottrina alle genti, e gli
apostoli, eseguendo il mandato, costituiscono le prime comunità cristiane. Per caratterizzare sempre più la
dottrina come divina, come la verità assoluta, fanno seguito le scene in cui il Signore la impartisce
agli apostoli, autorità pertanto inappellabile in tutto ciò che riguarda la fede; in ultimo Egli si
presenta solo, come dottore e fonte della dottrina divina. Cosi viene spontaneamente espresso quel
concetto che Tertulliano, ancora cattolico, vesti d'una forma scultoria: « ...ecclesia ab apostolis, apostoli
a Christo, Christus a Deo » '.

1 De praescr., 37: Rauschen, p. scg.
 
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