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Wilpert, Joseph
I sarcofagi Cristiani Antichi (Band 1,1): Testo — Rom, 1929

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https://doi.org/10.11588/diglit.1341#0009
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Prefazione

Il secondo libro è dedicato ai Buon Pastore, immagine prediletta nell'arte funeraria. Dalle sue
rappresentazioni abbiamo separato quelle che mostrano un pastore barbato, appartenenti al terzo libro
che è riservato a s. Pietro. Questo libro è il più esteso, essendo il principe degli apostoli, dopo Nostro
Signore, la figura più spesso riprodotta nelle sculture antiche di Roma, delle Gallie, della Spagna e
dell'Africa. Egli compare già nella seconda metà del secolo il e contìnua ad essere rappresentato
per tutto il periodo della pace linchè perdura l'uso dei sarcofagi. Gli scultori lo mostrano anzitutto nel
battesimo del centurione Cornelio, primo pagano da lui battezzato, perciò figura dei pagani convertiti
alla fede cristiana; lo vediamo nelle scene dell'arresto ordinato da Erode Agrippa, spessissimo giustap-
poste; lo vediamo inoltre come vicario del Buon Pastore, nel senso proprio della parola, come pesca-
tore, e unito alla Cananea, la prima pagana che manifestò pubblicamente la sua fede nella divinità di
Cristo; spessissimo, e fin dal secolo ir, egli appare nell'annunzio della negazione, quale tipo del peccatore
penitente e della misericordia divina, come anche per alludere al suo dovere dì « confirmare fratres »
nella fede, dopo essersi ravveduto. Nel iv secolo furono create le scene della lavanda dei piedi, di
Pietro salvato dai flutti, della risurrezione di Tabita e della punizione di Anania e Zaffira. Spesso tutte
queste scene sono contrapposte a quelle di Nostro Signore, di guisa che esiste un vero parallelismo fra
le immagini di Cristo e del suo Vicario. Al iv secolo appartengono pure le composizioni che
rappresentano l'apostolo quale fondamento della Chiesa universale e fondatore della Chiesa di Roma,
come maggiordomo del « regno terrestre e celeste », essendogli solennemente affidate le « claves regni
caelorum »; in una scena speciale egli è inoltre istituito successore del Figlio di Dìo nel governo della
Chiesa, ricevendo da Lui il volume della Lex; capo della Chiesa, egli insegna « veritatem, h. e.
Dei Filii doctrinam » ', e mentre la insegna, seduto in cattedra, viene catturato da militi di polizia, e
la suggella colla sua morte in croce; ma ravviamento verso il luogo del martirio si vede delle volte
anche in una scena speciale. La consegna della legge e l'insegnamento in cattedra hanno naturalmente
nell'arte di Roma una importanza particolare, perchè Pietro ha in Roma i suoi successori ai quali
lasciò la cattedra e che, secondo la persuasione generale e di tutti i tempi, egli protegge tuttora. Le sue
rappresentazioni sono riconoscibili al ritratto datogli dagli artisti, ritratto, s'intende, in senso larghissimo
perchè di solito esso non offre che barba e capelli più o meno lunghi; a parte questa caratteristica
generale, la rassomiglianza reciproca delle immagini è qualche volta molto vaga e si arguisce soltanto
dal contenuto e dal confronto delle rappresentazioni omogenee di tutta la serie.

Il secondo volume è riservato alle numerosissime scene cristologiche (tranne le battesimali già
illustrate), a quelle, non meno numerose, del vecchio Testamento e alle poche di s. Paolo e di s. Tom-
maso. In uri Appendice sì inseriranno, come tu accennato, tutti i monumenti sfuggiti alle ricerche
dell'autore o scoperti dopo la pubblicazione del presente volume. L'ultimo capitolo sarà dedicato alle
scene prese dagli apocrifi, e in una Introduzione generale saranno trattate le questioni sulla crono-
logia dei sarcofagi, sulle differenti officine, sullo stato in cui ci sono pervenuti e sul modo di pubblicarli.

Volendo, in origine, pubblicare l'opera in tedesco, si ricorse, per le tavole, al rinomato Stabili-
mento Hanfstaengl di Monaco in Baviera. Per guadagnar tempo, alcune tavole furono ordinate anche
allo Stabilimento Bruckmann, di fama uguale e della stessa città.

Riguardo alle tavole che riproducono frammenti con le restituzioni da me ideate e sotto la mia
sorveglianza disegnate con grande maestria dal prof. G. Bravi, tengo a dichiarare che esse non hanno
la menoma pretensione di cogliere dappertutto nel segno. Ciò vale specialmente per i particolari che
in molti casi non si possono indovinare, come p. e. nei frammenti con figure acefale di pastori, che
possono ugualmente bene essere residuo di rappresentazioni del Buon Pastore come anche di Pietro
pastore. In tali casi bisogna contentarsi della sola sostanza. Le ricostruzioni non offrono, insomma, se

1 S. Iren., Contro haer.. Ili: Migne, P. C, 7, 844.
 
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