Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Wilpert, Joseph
I sarcofagi Cristiani Antichi (Band 1,1): Testo — Rom, 1929

DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.1341#0065
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
§ I. - Cristo dottore degli apostoli

4. - Frammenti d'un sarcofago nel Museo di Lione.

Gran parte d'una scena dell'insegnamento, con apostoli
in piedi, ci è offerta nei due frammenti d'un sarcofago di
Arles, oggi nel Museo di Lione (tav. XXIX, 2) '. Dico « due »,
perchè ■■ le très petit débris, còte n. 797 », che al Le Blant
sembrava «provenir du mème-tombeau ", è d'un'altra qua-
lità di marmo. I due frammenti del sarcofago ricordano
l'artista che scolpì la missio col Cristo seduto sulla sfera del
firmamento {tav. XXIX, l): gli apostoli sono identici, iden-
tica l'architettura coi medesimi soggetti negli interstizi degli
archi. Il Signore era seduto sopra una seggiola col solito
suppedaneo; probabilmente aveva la barba ed il nimbo. Così
l'abbiamo ricostruito (fine del iv secolo).

5-

Due frammenti nel Museo di Arles.

« Dans la facade du presbytere (de I'église de Notre-
Dame la Major) sont encastrés deux fragments de sarcopha-
ges de marbré, représentant, l'un le Christ barbu et deux
apòtres sous trois arcades; l'autre, l'armée de Pharaon en-
gloutie dans la mer Rouge... * Così descrive E. Le Blant i due
frammenti, senza darne la riproduzione \ Essendomi accorto
che il primo di questi frammenti si combaciava più o meno
con un altro che io aveva fatto estrarre da un sarcofago nel
Museo di Arles, esso venne, a mia domanda, staccato da! muro
e riunito con quello del Museo, che contiene la parte superiore
dei primi tre apostoli della metà destra della fronte, con due
teste nel fondo e la ricca architettura (tav. XXXVIII, 2).
I due frammenti non combaciano, ripeto, perfettamente, ma
poco vi manca, come mostra la ricostruzione. Cristo inse-
gnava seduto innanzi ad un portico coperto da un tetto di
tegole ad uno spiovente. Era una figura maestosa con abbon-
danti capelli e barba, e rassomigliava un poco al Cristo del
«sarcofago di Gregorio V» {tav. XXXIX, i). La testa di
Pietro è intiera, ma logora dalle intemperie, alle quali fu
lungamente esposta. Di Paolo è distrutto il volto. Entrambi
acclamavano, stringendo con la sinistra la lacinia del pallio.
Dei due apostoli vicini a Paolo il primo svolge un volume,
il secondo tiene un libro aperto, come pure quello accanto
a Pietro (seconda metà del secolo iv).

6. - Sarcofago del Museo di Marsiglia.

Un sarcofago di pietra locale, con Cristo dottore, nim-
bato e seduto fra apostoli in piedi, proviene dalla cripta di
S. Vittore e sì conserva nel Museo di Marsiglia. Durante la
Rivoluzione rotto in più pezzi, venne poi, forse per cura del
Millìn, ricostruito in un modo alquanto sommario, che però
ha il vantaggio di offrire allo spettatore la possibilità di distìn-
guere con ogni certezza le parti aggiunte. Manca soltanto
il primo apostolo a sinistra, che nella nostra tavola (XXVJI, 6)

abbiamo aggiunto per riempire la lacuna. Lo pubblicò per
primo il Miilin3 insieme con un coperchio decorato di sei
pecore volte a sinistra e di cinque a destra. Questo è un indi-
zio che il coperchio era incompleto; in origine aveva senza
dubbio sei pecore per parte, e nel mezzo, probabilmente, il
monogramma di Cristo, come su un altro sarcofago della
medesima provenienza (tav. Vili, 3). Non esiste più, e sic-
come non è sicuro che appartenesse al sarcofago, non ne
abbiamo tenuto conto. È pure omesso nelle opere del Gar-
rucci e del Le Blant1. La copia fotografica di quest'ultimo è
troppo scura, e il commento troppo corto - neppur tre righe -
per l'importanza della rappresentazione della fronte. Noi
diamo le sculture secondo fotografie proprie.

Cristo, seduto su una sedia con cuscino e gambe lavorate
al tornio, è una figura maestosa, di volto giovane e bello, con
capelli lunghi ed ondeggianti. Con la destra, molto dan-
neggiata, faceva dinanzi al petto il gesto oratorio, sorreggendo
con la sinistra un libro aperto, di cui si scorgono solamente
i contorni. II resto della figura si distingue appena, per il
cattivo stato. La sua nicchia è formata da due pilastri con
capitelli corinzi e un arco molto basso.

Gli apostoli, di conservazione migliore, stanno in nicchie
che offrono l'aspetto di veri quadri, le cui cornici verticali
sono decorate di viticci d'ellera, come sul sarcofago di tipo
dell'arte sud-ovest, che si conserva nel Louvre ;'. Paolo
acclama, Pietro fa il gesto oratorio, ma solamente con due
« digiti porrecti », invece dì tre. L'apostolo barbato presso
Paolo fa il raro gesto di chi riflette, avendo l'indice acco-
stato alla bocca. L'apostolo accanto a Pietro, con pochissima
barba e capelli ricci, forse Giovanni, ha la destra nel seno del
pallio e porta, come Paolo, nella sinistra abbassata il volume
arrotolato, che si vede anche nella sinistra degli altri; solo
l'ultimo lo tiene con entrambe le mani. Il suo pendant
distrutto l'abbiamo preso da monumenti che ci sono per-
venuti in uno stato perfetto.

Le sculture sono d'un rilievo basso, come sogliono essere
quelli delle testate e dei coperchi. L'aspetto è, con tutto
ciò, aggradevole, essendo le figure ben disegnate ed eseguite
con grande cura. Malgrado il nimbo dato a Cristo, possiamo
attribuire il sarcofago ancora al IV secolo.

7-S. - Frammento della fronte di un sarcofago

nel Museo di Arles.

Sarcofago Albani a S. Sebastiano.

Un grande pezzo della fronte di un sarcofago nel Museo
di Arles contiene una scena che, a prima vista, sembra
alquanto strana: Cristo, seduto nella solita attitudine e coi
piedi posati sopra un suppedaneo, è circondato da sei perso-
naggi in abito sacro, due dei quali stanno ritti in piedi, due,
curvi, s'asciugano le lagrime con la lacinia del pallio, e due
sono prostrati ai piedi di Cristo. Tutti e sei hanno barba e

1 Le Blant, Gautt, tav. II, z e 3, p. 5 (fotografia ritoccata). I! sarcofago * Le Blant, Aria, \i

venne forse regalato all'arcivescovo di Lione, che era fratello ile! l'ar.liiiale * ì'oyagc, HI, p. 177

Richtlieu. od ivi trasportato nel 1640. Vedi Le Blant, Arles, p. 68, ' Garrucci, tav. 344.

n. LXXI, i Le Ulani. Gaule, t

1, p. 6S; Gaule, 1
ir. XLVIIL
 
Annotationen