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Wilpert, Joseph
I sarcofagi Cristiani Antichi (Band 1,1): Testo — Rom, 1929

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https://doi.org/10.11588/diglit.1341#0092
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Capo IH. - Rappresentazioni del Buon Pus/ore $i<ì rilievi

La moglie, honestae memoriae /emina, offre il tipo artistico
consueto, con la tunica sbottonata e le spalle scoperte.
Tale figura stona alquanto coll'iscrizione, la quale ■■■ lascia
credere che i due coniugi abbiano condotto la vita in
perfetta castità », come osserva giustamente Roberto Pari-
beni '. L'iscrizione è del tenore seguente:

MARCIE BAEBIAE HERTO
FILE H M ■ F - VN1CE CASTI
TATIS ■ SOROR1 ET COMITI
SVPER F1NEM AMOR1S ■
DIL1GENS . MARITVM
CONIVG1 ■ BENIGNISS ET IN
CONPARAB ■ MATRONE ■ VALERI
VS ■ VALENT1NIANVS ■ B ■ F PREFE
CVM COHERED1BVS ■ SVIS

Nel piccolo spazio sotto l'immagine clipeata dei due
defunti si vede il pastore vecchio col cane e il gregge com-
posto di pecora, capra e bue.

Nel descrivere il sarcofago, Roberto Paribeni nota che
« il pastore ha i tratti iconografici di s. Pietro »2. Il tipo con
la testa calva è, come si sa, meno frequente. Può essere che
l'identificazione col principe degli apostoli sia giusta. Qui
farebbe ad ogni modo eccezione, essendo gli altri esempi,
che illustreremo ancora, in gran parte senza barba.

Il gruppo del pastore col cane e col gregge completo lo
trovammo già nell'arte classica (taw. XLVI segg.)3. Gli
scultori cristiani l'hanno più o meno modificato. Esso si
vedeva inoltre, con grande probabilità, sul frammento della
metà sinistra d'un coperchio di sarcofago di Ostia {tav, LI,5),
il quale, per mezzo della casa rustica arcuata, si avvicina più
all'esempio dell'arte classica, ma sembra cristiano. Essendo
gli elementi principali del gregge la pecora, la capra e il
bue, spesso gli stessi nelle scene intiere, li abbiamo inseriti
anche in questo frammento, s'intende, con la dovuta riserva.

2. - Frammento d'un sarcofago finto
nel cortile del museo torlonia.

Basandoci sui monumenti di Giona e del Buon Pastore
allegati in ultimo, possiamo, con qualche probabilità, com-
pletare un frammento d'un finto sarcofago col coperchio,
murato nel cortile del Museo Torlonia alla Lungara
(tav. LIV, 2)'; nel campo centrale della fronte a cinque
scompartimenti abbiamo collocato il Buon Pastore e in quelli
angolari l'orante con la palla tirata sul capo, conforme al
residuo visibile all'angolo destro. Il coperchio, lavorato come
« relief en creux », rammenta in modo particolare il sarcofago
di Berlino. Ma il pastore seduto carezza colla sinistra una
pecora, invece del cane; nella destra alzata doveva tenere,
come negli altri casi, il pedo, che l'artista omise forse per la
ristrettezza dello spazio. Dietro il pastore è ripetuta l'orante,

' La collezione cristiana del Museo nazionale romano in Nuovo Rullclt.,
1915, p. 97; Le Terme di Diocleziano e il Museo nazionale romano, p. 167,
il. 382. Roma, 1922.

* R. Paribeni, loc. cit.

' Codesto gruppo oiancs raramente sui sarcofagi cu Kiuliniiiuiu t- Selene.

alla quale abbiamo opposto nell'angolo sinistro il pastore
che col suo cane guarda il gregge, rappresentato, come di
contro, da una pecora. A Giona dormente corrisponde la
prima scena del profeta e nel mezzo vi è il gregge com-
pleto. Alberi, piantati a una certa distanza, servono per
dividere i singoli soggetti.

Il poco che rimane della scultura permette un giudizio
approssimativo sull'epoca, essendo d'un disegno abbastanza
buono. Ma più che lo stile, il contenuto della composizione
assicura alla lastra un posto nel secolo ih.

Per conoscere meglio lo sviluppo che prese il gruppo del
pastore col cane e col gregge completo, aggiungiamo ancora
alcuni coperchi, sebbene privi della figura orante, che in
qualche caso potrà essere stata effigiata sul sarcofago stesso,
come suggerisce il finto sarcofago.

Il gruppo in parola fu assai modificato sul coperchio in-
tiero, murato nel cortile del palazzetto Corsetti (tav, LIV, i):
ivi il vecchio calvo e barbato munge, seduto sopra un cesto
rovesciato, una pecora, mentre un pastore giovane, seduto
su dì uno scoglio, carezza colla mano sinistra il cane,
appoggiandosi colla destra alzata sul bastone. Il gregge
non consta che di pecore.

Dall'iscrizione incisa scorrettamente e anche fuor di
posto in una cartella sostenuta da due putti senz'ali, si
deduce che nel sarcofago preparato dai genitori fu deposta
« pridie idus Maìas » una Amelia Maenia di anni XXXI e
mesi Vili '.

Nella metà sinistra il busto abbozzato della defunta si
stacca da una artistica tenda sorretta da due putti che con
la mano libera tengono un cestino, ricolmo dì fiori; accanto
al primo sta un genio della morte appoggiato sulla fiaccola
rovesciata. Agli angoli, finalmente, sono due teste ornamen-
tali, senza barba e coperte da pelle di leone.

Non sappiamo a quale sarcofago abbia appartenuto il
coperchio.

Le teste ornamentali formano una caratteristica di questo
genere di coperchi, come provano i tre già illustrati di
sopra. Si vedevano inoltre sopra uno di essi, assai fram-
mentario, che dal cimitero di Pretestato venne ad arric-
chire il Museo lateranense (tav. LV, 5)6. Nella metà sinistra
stava un pastore in atto dì custodire il gregge, composto
eccezionalmente di buoi e cavalli; nella destra un pastore
barbato mungeva una capra circondata da sei pecore. Accanto
all'ultima rimane la base d'una colonna, completata nella
ricostruzione nostra come orologio da sole7. Nel centro è
la tabella d'iscrizione della forma artistica, indizio del in se-
colo, al più tardi. L'iscrizione manca, forse perchè era
dipinta. Nel fondo, tre alberi, due, a quanto sembra, con
uccelli; se n'è conservato uno solo.

Le teste sono di giovani, con capelli lunghi e inanellati.
Esse ornavano pure il coperchio frammentario, forse della

' Menzionato, in base ad
nas, p. 6l.
1 Garrvcci, taw, 394, 7, p. 137.
■ Fu ricomposto dal cav. Frengueili.
' Vedi le nostre taw. I, 1; II, 3; III, 2; V, 7; XXI

incompleta, dal Mitius,
 
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