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Wilpert, Joseph
I sarcofagi Cristiani Antichi (Band 1,1): Testo — Rom, 1929

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https://doi.org/10.11588/diglit.1341#0147
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§ 1. - U'aNvcscitta-Joi/t di Pietro pastore nell'arie

tale. Le scultura funerarie con Pietro pastore sono, al con-
trario, molto numerose. Nell'illustrarle, seguiremo lo stesso
ordine che abbiamo adottato per le sculture col Buon Pastore.

§ II. - Pietro pastore colla pecora sulle spalle
e l'orante.

i. - Sarcofago di La Gayolle.

L'esempio più antico di Pietro pastore spetta alle Gallie,
non a Roma: esso si trova sul sarcofago di La Gayolle, quello
che ci darà anche la prima figura di Pietro pescatore. Le due
figure si fanno ostentatamente riscontro. Per renderle più
artistiche, Io scultore affibbiò l'esomide sulla spalla sinistra
del pastore, ti che è contro la realtà, mentre aumenta la sim-
metria. Pietro ha inoltre scarpe ed una pera a tracolla,
pendente sui fianco sinistro. Egli porta una pecora munita
di corna, come di solito. Una simile pecora sta ai suoi piedi,
e una terza è in riposo nell'angolo destro; queste rappresen-
tano il gregge al quale l'apostolo porta la pecora, qui evi-
dentemente simbolo della pagana convertita dal catechista
al cristianesimo. Le pecore invece che si vedono ai due lati
dell'orante, simboleggiano, non occorre provarlo, gli eletti,
fra cui venne accolta l'anima della defunta (tav. I, 3).

Accanto a Pietro pastore siede un uomo barbato, di fat-
tezze nobili e avvolto in un pallio alla maniera degli dèi; nella
sinistra tiene uno scettro e, fissando Pietro, tende verso di
lui la destra in atto di acclamazione. Per puro caso egli rasso-
miglia al Plutone del noto sarcofago vaticano di Euhoddus ',
quindi ad una divinità che non ha che fare con le sculture
nostre. Uno sguardo sull'angolo sinistro, dove la personifica-
zione del Sole molesta coi suoi raggi scottanti il pescatore,
ci consiglia di vedere una personificazione anche nell'uomo
seduto di contro, la personificazione cioè della montagna,
accenno forse alle fatiche, cui l'apostolo dovette sottomet-
tersi nel cercare « per i monti » la pecora che egli sta ora per
portare all'ovile \ Dico "all'ovile», non al paradiso, perchè
così si spiegano meglio la presenza e l'atto della personifi-
cazione della montagna.

Alcune dì tali personificazioni, spiegate dall'artista stesso,
si trovano nel Rotolo dì Giosuè, che ne ha conservate parec-
chie, prese dall'arte classica: sono giovani similmente vestiti
e seduti 0 sdraiati sulla cima d'un monte, con un ramo o
cornucopia in mano3. Trattandosi di una personificazione,
non d'una divinità, si capisce come possa mostrarsi favo-
revole al cristianesimo e congratularsi coli'apostolo per Ì
felici risultati della attività missionaria di lui. Il caso non è
unico. Basti ricordare la Ninfa sulla pittura del battistero
della Salaria Vetus \ che sta quasi al servizio di s. Pietro in
quanto conduce la cerva alla fonte, mentre Diana l'uccìde.
Il significato delle sculture di questo celebre sarcofago,
sin qui non rettamente comprese dagli archeologi, è ora
chiaro: la donna che il dottore istruisce nelle verità della fede

cristiana, ne rimane convinta e si fa battezzare, diventa fide-
lit; morendo tale, la sua anima viene accolta in paradiso, dove
essa prega per i superstiti.

La testa dell'apostolo è abbastanza ben conservata : la
barba è lunga, i capelli abbondanti e i tratti piuttosto
nobili, simpatici. Abbiamo qui il più antico esempio del
ritratto di s. Pietro! In ciò consiste l'interesse speciale di
queste sculture che, si noti bene, non sono sole. E sono
appunto le più antiche che mostrano il principe degli apostoli
con una barba più lunga e tratti più nobili. Dal III secolo
in poi la barba è spesso più corta, ma quella lunga non cessa
mai del tutto; la vediamo ancora, sebbene più raramente,
nell'era della pace: l'esempio più nobile ci è dato dal sar-
cofago di Giunio Basso (tav. XIII).

2. - Sarcofago di Velletri.

Ancora una catechesi con Pietro pastore (tav. IV, 3), il
quale prende la pecora da un gregge composto di sei pecore
e sorvegliato da un giovane pastore; questo siede su una roc-
cia ombreggiata da un albero e sembra dormire; ma gli occhi
sono aperti. Conforme all'età (prima metà del secolo ili),
Pietro pastore è, per l'abito e l'atteggi amento, del tipo an-
tico; ai suoi piedi una pecora, che io guarda, rappresenta il
gregge degli eletti. I suoi capelli sono abbondanti e ricci, la
barba piuttosto corta; essa manca sulla copia del Garrucci ''.

3. - Sarcofago del Museo capitolino.

E la prima volta che la figura di Pietro pastore viene con-
trapposta a quella del Buon Pastore. Salvo il volto, ambedue
si somigliano ed occupano ciascuno un campo angolare:
il Buon Pastore il sinistro, Pietro il destro (tav. CXIX, 2).
Ambedue sono del tipo antico ed hanno da una parte un
albero, dall'altra una pecora colla testa rivolta in su, per
guardare il padrone. Pietro ha la barba lunga, come sulle
prime sculture. Nel campo centrale una matrona orante fra
due alberi e con una colomba ai suoi piedi. Dando a Pietro
pastore la stessa attitudine,, gli stessi attributi, insomma, la
stessa forma del Buon Pastore, gli artisti vollero forse indicare
che egli ha in tutto i pieni poteri del suo divino Maestro.
Nulla poi vieta di credere che l'artista abbia voluto mostrarlo
nel momento del ritorno all'ovile colla pecora sulle spalle,
simbolo del pagano convertito o del penitente, e il Buon Pa-
store nel momento dell'arrivo con l'anima della defunta al
paradiso. Di fronte a questa interpretazione ci sembra adesso
inesplicabile come si sia j>otuta vedere una « degradazione »
del Buon Pastore nel pastore barbato, che ora sappiamo
essere Pietro1'. La defunta orante, una matrona di età pro-
vetta, con un'ampia palla, sta fra due alberi.

Le sculture sono alquanto logore, perchè il sarcofago fu
per molto tempo adibito ad uso di fontana nella pescheria
pubblica di faccia all'ingresso antico del Palatino (prima
metà del secolo 111).

' A.MELUNG, Die Shulptuv

' Matto., iS, iz.

■ Giurivi.!, Ili, taw. I;

dei valili. Museumi, I, tav. 45.
, 2; 158, 2; 164, 2; 165, 1.

0 Vedi sopra p. 63,
 
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