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Wilpert, Joseph
I sarcofagi Cristiani Antichi (Band 1,1): Testo — Rom, 1929

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https://doi.org/10.11588/diglit.1341#0178
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Capo VII. - Rappresentazioni pia tare ili Pietro

teste di quattro grossi pesci, fra i quali un delfino; nell'an-
golo destro poi nuota il pistrice di Giona, riconoscibile alle
corna della testa. Pistrice e pesci fungono da semplice attri-
buto del mare.

La scena di Pietro salvato dalle acque rimase nell'arte
antica un unicum. Solo più tardi prese un grande sviluppo, e
manca raramente in un ciclo medioevale; nella « navicella di
Giotto arrivò al suo apogeo. Celebratissima è anche nella
letteratura patristica '. Sembra che pure s. Damaso vi
accenni nel primo verso del suo epitafio: Qui grtuiiens pelagi
fluctus compresiti amaros. Ma ciò che la rese familiare a tutti,
è la liturgia, essendo ivi trasformata nell'orazione che si re-
cita <i in octava ss. Apostolorum Petri et Pauli » : « Deus,
cuius dextera beatum Petrum ambulantem in fluctibus, ne
mergeretur, erexit » ecc. In tal guisa è anche accennato lo
scopo della scena nell'arte funeraria.

§ III. - Risurrezione di Tabita.

Della risurrezione di Tabita non s'è trovato finora
nessun esempio sui sarcofagi romani. Ma ve ne dovettero
essere poiché la Gallia ne possiede due, in sostanza uguali,
perciò dipendenti da un tipo comune, s'intende romano,
come di solito.

Racconta la storia sacra che in loppe abitava una donna
caritatevole di nome Tabita, a piena operibus bonis et elee-
mosynis, quas facicbat ». SÌ ammalò e morì. « Quam cum
lavissent, posuerunt cam in cenaculo », senza dubbio sopra
un letto dì parata. Siccome loppe era vicina a Lidda dove
in quei giorni dimorava Pietro, i « discepoli » mandarono
due uomini per pregarlo di passare da loro. « Exsurgens
autem Petrus venit cum illis. Et... duxerunt illum in ce-
naculum, et cìrcumsteterunt illum omnes viduae flentes,
et ostendentes ei tunìcas et vestes, quas faciebat illis Dorcas.
Eiectis autem omnibus foras, Petrus ponens genua oravit, et
conversus ad corpus dixit: Tabitha, surge! At illa aperuit
oculos suos, et viso Petro resedit»s.

Questo momento servì per la composizione: Pietro tiene
per la mano Tabita che si è alzata a sedere sul letto, lo
sguardo fisso sull'apostolo. Tale è la scena su ambedue le
sculture galliche, un sarcofago della cripta di S. Massi-
mino e un frammento di sarcofago del Museo di Arles
{tav. CXXXXV, 5 e 6)3.

Per alludere alle opere di beneficenza dì Tabita, l'artista
del sarcofago di S. Massimino aggiunse ai due personaggi
principali non soltanto le figure delle vedovi-, menzionati;
nella Scrittura sacra, ma anche una bambina, una giovi-
netta che raccomanda un bambino nudo: quelle stanno nel
fondo, rivolte a Tabita; le tre altre figure sono davanti al
letto, due colle mani stese in atto di supplica. Le vedove
sono due, rappresentate come matrone, con la palla tirala
sul capo, Tabita in stola, palla che involge la persona, e

con la cuffia che le copre l'occipite; la giovinetta finalmente
indossa la tunica manicata lunga e cinta, e la bambina porta
sopra la tunica la pellegrina col cappuccio tirato sulla testa.

Col cappuccio tirato parimente sulla testa, si presentano
due bambine anche sul frammento di sarcofago del Museo
di Arles (tav. CXXXXV, 6); esse stanno nel fondo, perciò
hanno statura di persone adulte, mentre le due vedove, ingi-
nocchiate davanti al letto, sono piccolissime, come bambine.
Difatti E. Le Blant le prese per tali, ad onta del loro abito
matronale, mentre nelle bambine effigiate nel fondo rico-
nobbe due vedove: « Deux femmes voilces, des veuves sans
doute, sont au deuxième pian; sur le devant et à genoux devant
l'apòtre, deux petìtes figures femminea tendent les mains vers
lui. lei, comme sur un sarcophage de Saint-Maximin, il
s'agìt pcut-étre d'enfants assistés par la charitable Dorcas » '.
Lo stesso errore commise il Garrucci, la cui tavola è inser-
vibile per ì particolari.

Della scena che, sul frammento, precedeva la risurrezione
di Tabita, rimangono quasi intiere le due bambine, l'una
in ginocchio, l'altra, come sembra, in piedi. "Je ne saurais
dire exactement », scrive il Le Blant, « ce que représentait
le tableau mutile qui, sur le fragment d'Arles, touche à celuì
qui nous occupe » \ Il Garrucci non ne parla affatto. Ma le
due bambine sono un indizio sicuro che la scena mutilata
apparteneva in qualche modo alla risurrezione di Tabita. Ora
sul sarcofago di Fermo (tav. CXVI, 3), che ne ha conser-
vato un terzo esempio, la risurrezione è pure rappresentata
in due scene: viene prima l'arrivo di Pietro in casa di Tabita
e, appresso, il miracolo. Così sarà stato anche sul frammento.
Perciò ho ricostruito la scena come l'arrivo di Pietro, met-
tendo nel mezzo l'apostolo, una vedova in ginocchio a sini-
stra e nel fondo uno degli uomini che accompagnarono

L'architettura che inquadra le due scene sul frammento,
indica il cenacolo in cui era esposta la salma di Tabita. La
scultura del sarcofago di S. Massimino mostra un'architet-
tura più semplice; invece si sfoga in un lusso di tende. Ivi
appare anche un organo, particolare rarissimo e di grande
importanza, in quanto prova che l'ufficio per Ì morti era
accompagnato dal suono di questo strumento musicale,;.

Il sarcofago di Fermo offre, come fu detto, il miracolo
in due scene. A sinistra Pietro arriva con uno dei due uomini
in casa di Tabita; ai suoi piedi una vedova in ginocchio e col
gesto di supplica, quindi uguale alla Cananea e, per conse-
guenza, di grande interesse per la spiegazione di questa, che
tanto spesso è scambiata con l'emorroissa. Fa riscontro
all'uomo una seconda vedova, ritta in piedi. La risurre-
zione si effettua in modo del tutto diverso da quella delle
due sculture descritte: Pietro tiene per il braccio Tabita,
ma questa non giace sul letto, sta bensì in piedi. È chiaro che
l'artista provinciale scelse il momento in cui l'apostolo pre-
senta la risuscitata agli astanti: « Dans autem illi manum

1 Wll.PERT, loc. cit., p. 87 segg.

• Actus A/msl., 9, 36-40.

1 Le Blant, Caule, tav. LV, 1; Aria, ta

-. 488, 24.

I Garrucci, VI.
 
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