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Wilpert, Joseph
I sarcofagi Cristiani Antichi (Band 1,1): Testo — Rom, 1929

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https://doi.org/10.11588/diglit.1341#0197
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■ La consegna del volume della ■ Lex ■ a Pietro

nicchie accanto. L'Agnello divino portava sulla testa la croce,
riconoscibile con certezza dai tre attacchi. Il lavoro è ancora
abbastanza buono e accenna alla fine del iv secolo.

12. - Sarcofago del Museo di Ravenna.

L'attitudine dei due defunti sul sarcofago « di l'io II ■ è
senza pari. Da una simile rappresentazione potrebbero deri-
vare i defunti figurati sopra un sarcofago ravennate ' segato
in tre pezzi, che dalla sagrestia di S. Vitale furono trasportati
al Museo del Municipio. Per diminuire il peso della lastra dì
fronte, fu segata anche la parte architettonica, cioè i due pila-
stri col capitello, che sorreggevano un epistilio rimasto sulla
lastra e che furono ricostruiti nella mia tav. CXXXXI, 6. La
consegna della Legge riproduce ìl tipo romano e si estende
sopra la fronte intiera, avendo le figure - Cristo sopratutto -
dimensioni non comuni. La scena è d'un aspetto molto
attraente. Due grandi palme, però senza la fenice, si elevano
accanto agli apostoli. I defunti terminano il quadro, a sini-
stra il marito in divisa militare, a destra la moglie, colla palla
tirata sul capo. Ambedue in piedi, l'uomo alquanto inchi-
nato, protendono le mani in atto di supplica verso Cristo, il
quale è nimbato e contraddistinto dal monogramma £,
inserito nel nimbo. Questo mezzo, superfluo per una scena
come la consegna della Legge, rivela un artista poco pratico
del simbolismo romano. Siccome le scene dei due lati pìc-
coli, Daniele fra i leoni e la risurrezione di Lazzaro, hanno
una forma che richiama l'Oriente, possiamo con grande pro-
babilità ascrivere il sarcofago a quell'artista orientale di nome
Daniele, al quale Tcoderico conferì il monopolio della scul-
tura funeraria.

Questa è l'unica volta che la consegna della Legge, scena
prettamente romana, si trovi scolpita a Ravenna. Non sol-
tanto (almeno per quanto ci consta) non si ripetè più, ma in
opposizione evidente ad essa, si creò ivi una scena nuova:
Cristo che, seduto sul trono, consegna con la destra un
volume chiuso non a Pietro, bensì a Paolo, il quale lo riceve
nel seno del pallio. Prendendo le mosse dalla composizione
romana, lo scultore ravennate non fece che riprodurre la
cerimonia civile *, cambiando l'imperatore in Cristo e il
nuovo governatore in Paolo. In ciò sembra tradirsi l'influsso
della vicinanza della Corte imperiale. Nella scena più com-
pleta Pietro vi assiste, colla croce sulle spalle e colle chiavi
nel seno del pallio, mentre un apostolo acclama, un altro
apre la destra in atto di riverenza e due portano sulle mani
velate la corona3. Nelle altre rappresentazioni Pietro è
omesso ', o assiste come semplice spettatore \ Ma dei
monumenti dell'arte ravennate parleremo a suo tempo.

13. - Sarcofago di Gorgonio.
È naturalissimo che nel comporre la ttussio upostolorum
l'artista cominciasse con un numero abbastanza grande di
apostoli per rappresentare l'intiero collegio apostolico, essendo

le parole: «Euntes ergo docete omnes gente*»8 dirette a tutti
gli apostoli. Per ragione contraria, nella consegna della Legge
l'artista si limitò a Pietro e ad un solo rappresentante del
collegio apostolico, e fece benissimo, perchè cosi concentrò
l'attenzione dello spettatore sul personaggio principale. Sor-
prende pertanto che le due composizioni abbiano avuto uno
sviluppo diametralmente opposto: in quella il numero degli
apostoli va sempre diminuendo, in questa sempre crescendo.
Non è difficile indovinarne il motivo: li si era preoccupati di
guadagnare spazio per altre scene; qui si cercava di dare alla
scena principale una solennità sempre maggiore, fino a riser-
varle l'intiera fronte del sarcofago, introducendo tutto o quasi
tutto il collegio apostolico.

La consegna della Legge dì tal genere meglio conservata
si trova su un sarcofago posto nella cripta della cattedrale di
Ancona, che FI. Gorgonìus ■ v{ir) ■ c(larissimus), ex cornile lar-
ghiamoti privatarum, exp(raejectus) ■ pr(a)et(orio) ■ fie(rt) sibi
ius(sit). Alla cerimonia assistono, oltre Paolo, otto apostoli,
alternativamente barbati e senza barba (tav. XIV, 3). Tutti
tengono nella sinistra un volume, tre semi-aperto, gli altri
chiuso. Tutti acclamano, ma le destre andarono distrutte,
quella di Cristo compresa. Cosa strana, perchè le teste invece,
salvo la barba di Pietro, sono rimaste intatte, quantunque
più sporgenti delle mani. Sembra perciò che la distruzione
sia intenzionale, causata forse, come altrove, dalla indiscre-
zione dei fedeli bramosi di staccare particelle di marmo per
portarle via come reliquie.

Cristo sta sopra un monte privo dei quattro fiumi. Ai suoi
piedi adorano i due defunti, a sinistra Gorgonio in abito mili-
tare, a destra la moglie velata, che non è menzionata nel-
l'epitafio. Gorgonio ritorna nello stesso abito tre altre volte
(tav. cit., 1 e 2): sulla testata sinistra, accanto ad un santo, e
col solito volume chiuso, e sui timpani laterali del coperchio
in scene contenenti vari soggetti: quando detta qualche cosa
da un volume aperto a due notarii che dictata excipiunt,
inserendoli nel dittico, e quando fa una cavalcata, prece-
duto dal cursor col bastone e seguito da un pedisequus con
un volume chiuso, quello forse da cui dettava pocanzì.
Soltanto nella cavalcata è barbato '.

Gorgonio apparisce ancora una quinta volta sulla faccia
posteriore del sarcofago, nel momento solenne del matrimo-
nio (dextrarum iunctio): vestito della toga senatoria conta-
bulata, egli stringe la destra della sua sposa, la quale, coperta
dal velo nuziale e ornata d'una collana di due fili di perle,

10 abbraccia con la sinistra. Gorgonio è, come s'intende,
ancora giovane; egli ha nella sinistra un volume chiuso.

11 gruppo degli sposi occupa la nicchia centrale. Le nicchie
agli angoli contengono i santi protettori che sono parimente
giovani e stringono con ambe le mani un volume chiuso.

Nello sfondo della scena della consegna figura la città
celeste, alla quale Cristo sta per tornare. Si vede nel centro
un'abside fiancheggiata da sei porte, tre per parte, tempestate

' Garbucci, tav. 332, ;
' Vedi sopra p. 174.
1 GARRITOCI, tav. 346, :
' Gahhi'cci, tav. 347, :

'■• Garrucci, tav. 348, 5.
' Matth., 28, 19.
■ Se si trattasse dell'ultimo \
i, il pedisequus una brocca, ce

' porterebbe nella s
 
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