Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Tasso, Torquato
La Gerusalemme liberata — Venedig, 1745

DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.5052#0125
Overview
Facsimile
0.5
1 cm
facsimile
Scroll
OCR fulltext
Q_ U <A 'R T 0.
xlvi.
Io crebbi, e crebbe il figlio3 e mai ne itile
Di cavalier, ne nobiF arte apprese 3
Nulla di pellegrino o di gentile
Gli piacque mai, nè mai troppo alto intese :
Sotto difforme aspetto animo vile,
E in cor superbo avare voglie accese :
Ruvido in atti > ed in coslumi è tale,
Ch'è sol ne' vizj a se medesmo eguale.
xlvii.
Ora il mio buon cuslode ad uom sì degno
Unirmi in matrimonio in se prefissej
E farlo del mio letto e del mio regno
Consorte j e chiaro a me più volte il dille.
Usò la lingua e 1' arte, usò l'ingegno,
Perchè '1 bramato effetto indi seguisse :
Ma promessa da me non traise mai,
Anzi ritrosa ogn' or tacqui, o negai.
xlviii.
Partissi al fin con un sembiante oscuro,
Onde l'empio suo cor chiaro trasparve.
E ben l'istoria del mio mal futuro
Leggergli scritta in fronte allor mi parve 3
Quinci i notturni miei riposi furo
Turbati ogn' or da strani sogni e larve :
Ed un fatale orror nelF alma impresso,
M' era presagio de' miei danni espresso.
xlix.
Spesso l'ombra materna a me s'ofsria,
Pallida immago ? e dolorosa in atto 3
Quanto diversa, oimè, da quel che pria
Visto altrove il suo volto avea ritratto.
Fuggi, siglia y dicea, morte sì ria
Che ti sovrasla ornai, partiti ratto.
Già veggio il tosco e '1 ferro in tuo sol danno
Apparecchiar dal perfido Tiranno.
( 43 )
 
Annotationen