Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Tasso, Torquato
La Gerusalemme liberata — Venedig, 1745

DOI Seite / Zitierlink:
https://doi.org/10.11588/diglit.5052#0159
Überblick
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
Q_ U I N T 0.
LXX.
Ella, che in elsi mira aperto il core,
Prende vedendo ciò novo argomento :
E sui lor fianco adopra il rio timore
Di gelosia per sferza e per tormento ;
Sapendo ben, eh'alfin s'invecchia amore
Senza qnest' arti, e divien pigro e lento ;
Quali destrier, che men veloce corra,
Se non ha chi lui segua, o chi '1 precorra
LXXI.
E in tal modo comparte i detti sui,
E '1 guardo lusinghiero , e '1 dolce riso,
Ch' alcun non è, che non invidj altrui :
Né il timor dalla speme è in lor diviso.
La folle turba degli amanti, a cui
Stimolo è T arte d'un fallace viso,
Senza fren corre , e non gli tien vergogn
E loro indarno il Capitan rampogna.
LXXII.
Ei ch'egualmente satisfar delira
Ciascuna delle parti, e in nulla pende ;
Sebben alquanto or di vergogna, or d'ira
Al vaneggiar de' cavalier s accende,
Poich' ostinati in quel desio gli mira,
Novo consiglio in accordarli prende.
Scrivani! i voflxi nomi, ed in un vaso
Pongansi, disse, e sia giudice il caso.
LXX1II.
Subito il nome di ciaseun si scrilse,
E in picciol' urna porti e seossi foro,
E tratti a sorte : e '1 primo che n useisse,
Fu il Conte di Pembrozia Artemidoro.
Legger poi di Gherardo il nome udilse:
Ed uscì Vincilao dopo costoro :
Vincilao, che sì grave e saggio avante,
Canuto or pargoleggia e vecchio amante.
( 59 )
 
Annotationen