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N O N 0.
iìxii.
Venia scotendo con l'eterne piume
La caligine densa, e i cupi orrori.
S'indorava la notte al divin lume,
Che spargea scintillando il volto fuori.
Tale il Sol nelle nubi ha per costume
Spiegar dopo la pioggia i bei colori.
Tal suol fendendo il liquido sereno
Stella cader della gran madre in seno.
lxiii.
Ma giunto ove la schiera empia infernale
Il furor de' Pagani accende e sprona 5
Si ferma in aria in sui vigor dell' ale ,
E vibra l'asta , e lor così ragiona :
Pur voi dovreste ornai saper, con quale
Folgore orrendo il Re del mondo tuona,
O nel disprezzo e ne' tormenti acerbi
Dell' estrema miseria anco superbi.
lxiv,
FisTo. è nel Ciel, ch'ai venerabil segno
Chini le mura, apra Sion le porte.
A che pugnar col Fato ? a che lo sdegno
Dunque irritar della celeste corte ?
Itene maledetti al vostro regno,
Regno di pene, e di perpetua morte:
E liano in quegli a voi dovuti chiostri
Le vostre guerre, ed i trionfi voslri.
lxv.
Là incrudelite, là sovra i nocenti
Tutte adoprate pur le vostre polse
Fra i gridi eterni, e lo stridor de' denti,
E '1 suon del ferro, e le catene scosse.
Disse : e quei eh' egli vide al partir lenti,
Con la lancia fatai spinse, e percoise.
Elsi gemendo abbandonar le belle
Region della luce, e l'auree delle.
( ni )
N O N 0.
iìxii.
Venia scotendo con l'eterne piume
La caligine densa, e i cupi orrori.
S'indorava la notte al divin lume,
Che spargea scintillando il volto fuori.
Tale il Sol nelle nubi ha per costume
Spiegar dopo la pioggia i bei colori.
Tal suol fendendo il liquido sereno
Stella cader della gran madre in seno.
lxiii.
Ma giunto ove la schiera empia infernale
Il furor de' Pagani accende e sprona 5
Si ferma in aria in sui vigor dell' ale ,
E vibra l'asta , e lor così ragiona :
Pur voi dovreste ornai saper, con quale
Folgore orrendo il Re del mondo tuona,
O nel disprezzo e ne' tormenti acerbi
Dell' estrema miseria anco superbi.
lxiv,
FisTo. è nel Ciel, ch'ai venerabil segno
Chini le mura, apra Sion le porte.
A che pugnar col Fato ? a che lo sdegno
Dunque irritar della celeste corte ?
Itene maledetti al vostro regno,
Regno di pene, e di perpetua morte:
E liano in quegli a voi dovuti chiostri
Le vostre guerre, ed i trionfi voslri.
lxv.
Là incrudelite, là sovra i nocenti
Tutte adoprate pur le vostre polse
Fra i gridi eterni, e lo stridor de' denti,
E '1 suon del ferro, e le catene scosse.
Disse : e quei eh' egli vide al partir lenti,
Con la lancia fatai spinse, e percoise.
Elsi gemendo abbandonar le belle
Region della luce, e l'auree delle.
( ni )