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Tasso, Torquato
La Gerusalemme liberata — Venedig, 1745

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https://doi.org/10.11588/diglit.5052#0284
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C Oi N T 0

XCVIII.
Come {entitiì tal; rislette in atto
D' uom che fra due sia dubbio, e in se discorre,
Se morir debbia, e di sì illustre fatto
Con le sue mani altrui la gloria torre :
O pur, sopravanzando al suo disfatto
Campo, la vita in sicurezza porre.
Vinca, alfin disse, il Fato : e quesla mia
Fuga il trofeo di sua vittoria sia.
XCIX.
Veggia il nemico le mie spalle, e scherna
Di novo ancora il nostro esiglio indegno 5
Purché di novo armato indi mi scerna
Turbar sua pace, e '1 non mai stabil regno.
Non cedo io nò : fia con memoria eterna
Delle mie osfese eterno anco il mio sdegno.
Risorgerò nemico ogn'or più crudo
Cenere anco sepolto, e spirto ignudo.
 
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