ARCHEOLOGICA COMUNALE
163
DI UNA TESTA MARMOREA
DI FANCIULLO AURI&A
(Tar. XI)
Nel mese di marzo del corrente anno, in quella parte
appunto dell'Esquilino che corrisponde all'antica vigna del mona-
stero di Sant'Antonio venne diseppellita la testa marmorea che
con fototipia diamo riprodotta, di faccia e di profilo, nelle sopra
indicate tavole. Di marmo greco, ed alta m. 0,18, essa è rico-
perta di un elmetto o celata, da cui escono folti ed arricciati
capelli, che in leggiadra guisa ne contornano la fronte. Il volto
è quello di un giovinetto appena quattordicenne, siccome chia-
ramente si rileva dalle fattezze gentili ed alquanto molli, pro-
prie dell'adolescenza. I capelli condotti con bel garbo, dovettero
in origine essere dorati, ritenendo essi tuttora traccia del mor-
dente; e ciò conforme la nota usanza degli antichi, i quali assai
predilessero l'unione dell'oro col marmo bianco, e similmente
con l'avorio, del che fan fede parecchi altri esempi rimastici \
1 Zona 1. Isolato XIX.
2 Virgilio nel primo dell' Eneide v. 592, ha descritto la piacevole
impressione prodotta dalla ordinata mescolanza di queste materie:
Quale manus addunt ebori decus, ani ubi flavo
Argentimi pariusve lapis circumdatur auro.
Sulla doratura delle statue e come facevasi, si vegga, Winckelmann, Storia
dell'Arie II, p. 88, 39. Quatremère de Quincy, Le Jupiter Olympien che tratta
a fondo tale argomento. Jahn, Ueber bemolle Vasenmit Goldschmuck. Semper,
Vorlàufige Bemerkungen ùber bemo.lte Architeclur und Plaslik bei den Alien.
Secondo Livio XL, 34, la prima statua dorata a vedersi in Italia, fu quella
equestre di Manio Acilio Glabrione vincitore della battaglia delle Ter-
mopili contro di Antioco, erettagli in Eoma dal figlio innanzi al tempio
della Pietà nel Foro Olitorio. A questo proposito, gioverà rammentare il
12
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DI UNA TESTA MARMOREA
DI FANCIULLO AURI&A
(Tar. XI)
Nel mese di marzo del corrente anno, in quella parte
appunto dell'Esquilino che corrisponde all'antica vigna del mona-
stero di Sant'Antonio venne diseppellita la testa marmorea che
con fototipia diamo riprodotta, di faccia e di profilo, nelle sopra
indicate tavole. Di marmo greco, ed alta m. 0,18, essa è rico-
perta di un elmetto o celata, da cui escono folti ed arricciati
capelli, che in leggiadra guisa ne contornano la fronte. Il volto
è quello di un giovinetto appena quattordicenne, siccome chia-
ramente si rileva dalle fattezze gentili ed alquanto molli, pro-
prie dell'adolescenza. I capelli condotti con bel garbo, dovettero
in origine essere dorati, ritenendo essi tuttora traccia del mor-
dente; e ciò conforme la nota usanza degli antichi, i quali assai
predilessero l'unione dell'oro col marmo bianco, e similmente
con l'avorio, del che fan fede parecchi altri esempi rimastici \
1 Zona 1. Isolato XIX.
2 Virgilio nel primo dell' Eneide v. 592, ha descritto la piacevole
impressione prodotta dalla ordinata mescolanza di queste materie:
Quale manus addunt ebori decus, ani ubi flavo
Argentimi pariusve lapis circumdatur auro.
Sulla doratura delle statue e come facevasi, si vegga, Winckelmann, Storia
dell'Arie II, p. 88, 39. Quatremère de Quincy, Le Jupiter Olympien che tratta
a fondo tale argomento. Jahn, Ueber bemolle Vasenmit Goldschmuck. Semper,
Vorlàufige Bemerkungen ùber bemo.lte Architeclur und Plaslik bei den Alien.
Secondo Livio XL, 34, la prima statua dorata a vedersi in Italia, fu quella
equestre di Manio Acilio Glabrione vincitore della battaglia delle Ter-
mopili contro di Antioco, erettagli in Eoma dal figlio innanzi al tempio
della Pietà nel Foro Olitorio. A questo proposito, gioverà rammentare il
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