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— 29 —

questo argomento ora si ridurrebbe ad una mia affermazione senza prove; le quali non potranno
venire, che con le piante e l'analisi dell' escavazione di ciascun cemetero. Potremo intanto
esaminare la questione con lo studio generico delle forme architettoniche delle arenarie delle
lapidicine e dei cemeteri.

Nella qual trattazione debbo anzi tutto dichiarare, che poco o nulla dovrò aggiungere a
quanto ottimamente scrisse il P. Giuseppe Marchi intorno alle forme dell' escavazione cemeteriale;
e se il punto sostanziale, che ora viene, del mio discorso avrà alcuna novità, questa sarà sol-
tanto neh' esame delle antiche arenarie, delle loro forme, dei loro varii e numerosi rapporti
coi cemeteri cristiani, e nella finale soluzione del ricercato problema.

11 paragone delle forme cemeteriali con quelle d'una antica escavazione industriale pende
tutto dallo stabilire il campione delle antiche cave di pietra e di pozzolana. Per quanto si
voglia immaginare (come di proposito avverte il celebre E. Q. Visconti (1)) che siffatte cave,
a cagione delle condizioni della pagana società ricca di servi e di mano d' opera , debbano
essere state fatte senza quella cura dell' economia, alla quale oggi provvediamo, pure la natura
medesima dell'impresa dovea portare, che la norma d'ogni arenifodina e lapidicina fosse
I' estrarre, almeno in quantità sufficiente e proporzionata alla facilità ed al costo del lavoro ,
il materiale fornito dal banco impreso a tagliare. Oltre a ciò era da formare un' ampiezza
di gallerie, entro la quale o carri o recipienti di qualche mole potessero aggirarsi per l'estra-
zione della pozzolana o della pietra. I moderni sogliono estendersi nelle proporzioni quanto
il banco lo permette; cosicché talvolta nella pozzolana allargano le loro gallerie a 5 metri, e
nel tufa litoide non v' è quasi limite medio possibile ad indicare. Ad agevolare Y estrazione
delle materie larghi pozzi sogliono farsi, se la roccia è profonda; ma se nel pendìo del monte
può aversi un accesso opportuno ai carri, questi introduconsi sotterra nelP arenaria. Perciò
la commodità del trasporto consiglia i moderni a tener linee curve in pianta nell' escavazione
generale, e massime sugli angoli tra galleria e galleria, arcuate nella volta, e non esattamente
perpendicolari nelle pareti. Non molto dissimili dovettero esser le cave degli antichi ; ma
poiché forse non usarono essi introdurre i carri sotterra, essendo soliti estrarre a spalla i
materiali , e per queir amore che in tutte le loro opere trasparisce verso la regolarità e
l'eleganza, le gallerie poterono esser talvolta meno tortuose, e furono certamente meno informi
e meno spaziose. In fatti ho già sopra allegato un antico testo ricordante i Cristiani condan-
nati ad arenanti fodìendam, i quali reca varila in ispalla, humeris suis portabant. Ed una prova
assai convincente della regolarità cercata anche nelle cave dagli antichi mi sembra la mara-
vigliosa latomia ossia lapidicina, che ho esaminato nella vigna dei PP. Barnabiti sul Monte
Verde, la quale io stimo esempio tanto notabile, che è pregio dell'opera porne sotto gli occhi
del lettore un saggio di pianta , ma soltanto dimostrativa. Queste considerazioni possono

i .Monumento degli Scipioni, pag. 10.
 
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