Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
'

DESCRIZIONE

DELLE TAVOLE DI ORTOGRAFIE E DI ICNOGRAFIE







XXXII-XXXIII, XXXIV, XXXV-XL

TAVOLA XXXII-XXXUI.





!





figura 4a

di questa tavola rappresenta nella propor-
zione del '/20o la regione del ceraetero di Callisto spe-
cialmente denominata di Lucina. I signori architetti
cav. Fontana e Cugnoni primi ne tracciarono diligente-
mente la pianta. La quale poscia ho io completato ed Flg.
analizzato massime per ciò che riguarda le relazioni
dell' ipogeo col suolo esterno. E per dar prova della
scrupolosa esattezza del mio lavoro , che è fonda-
mento a molti raziocina fatti in questo volume, dirò
che forse più di venti volte ho ripetuto in questo
solo punto le icnografiche operazioni.

Spiegazione dei segni. Il lineato nero indica le co-
struzioni, le quali dove seguono le pareti dell' ipogeo
sono sotterranee ; dove da quelle sono indipendenti, \

spettano agli edifici sorgenti sopra terra. Le costru-
zioni moderne sono state ommesse. Le parti dise-
gnate con punti neri sono le moderne escavazioni,
che guastano le linee dell' ipogeo antico.

Quanto è rappresentato con la tinta terrea è il sot-
terraneo cristiano. La gradazione diversa della mede-
sima tinta indica i livelli ed i piani diversi : cioè il
colore più carico le gallerie più prossime alla su-
» perfide del suolo ; quanto è maggiore la profondità
tanto più leggero è il tono della tinta. Se in qualche
esemplare il colore non è riuscito in ogni luogo esat-
tamente sfumato, come conviensi ad indicare le va-
rietà dei livelli, il confronto della pianta con la se-
guente descrizione guiderà il lettore nei punti, che
potranno parere ambigui.

A lato degli ambulacri sono delineati e misurati
esattamente i soli arcosoli o maggiori sepolcri; i loculi
communi rappresentati da una semplice linea di con-
torno mostrano soltanto la serie di ordini di sepol-
ture esistenti nella via, non potendosi rappresentare
in pianta il loro numero e la loro vera posizione
verticale.

Collocazione della via Appia. Chi si facesse a con- B

frontare l'andamento dell'Appia moderna con la nostra
tavola, la troverebbe alquanto obliqua relativamente
ai ruderi dei monumenti. Ho corretto la leggera
deviazione della via moderna ponendo l'antica nor-
male ai suoi monumenti e nella linea vera , che si
vede anche oggidì makenuta nel rimanente del-
l'Appia. La distanza poi dei ruderi dal ciglio della
crepidine l'ho determinata prendendo la media di
quella, che corre tra i simili ruderi e la crepidine
dell'Appia nel lungo tratto scavato al di là del se-
polcro di Cecilia Metella.

Ortografia fig. 2. Rappresenta la sezione della linea B 1

A B C D E e comprende tutti i livelli varii della B 2.

escavazione , di che si ragiona ai debiti luoghi. È
da notare che nel punto 3 in alto apparisce la se-
zione di una galleria , la quale non si ritrova poi
nella icnografia. Essa spetta al piano più superficiale
del cemetero, eliminato da questa pianta perchè non
non è collegato colle sottoposte cripte di Lucina, ma
colla gran rete della necropoli callistiana.

1 e 3. Queste figure rappresentano l'escavazione
del sotterraneo in due epoche anteriori al completo
svolgimento di esso tracciato nella fig. 4. I sepol-
cri delineati nelle piante 1, 3 e mancanti nella 4
spettano esclusivamente a quelle epoche, come sarà
dichiarato nella descrizione. La tinta di fondo, che
forma due quadrilunghi, indica le aree, dentro le
quali era circoscritta 1' escavazione.

Descrizione ragionata e progressi* a.

(fig. t, 4). Scala antica restaurata nel 1853, per la
quale oggi si discende al sotterraneo. La parte su-
periore di questa scala ed il punto preciso, ove essa
sboccava all' aperto, sono intieramente scomparsi.
Essa scende al piano del sepolcro di s. Cornelio. Il
sistema dominante nella costruzione delle pareti di
questa scala, è di una fila di mattoni alternata con
una di tufi ; appariscono però restauri posteriori di
pessimo modo e tracce di posteriore imbiancatura.
Questi restauri probabilmente sono parte dei lavori di
Leone III. Poggia il descenso sopra due grossi muri,
che ristringono il vano della sottoposta e preesistente
scala a , la quale mette al piano più profondo. La
fabbrica di questi muri sotterranei è più accurata di
quella delle pareti, che sopra essi poggiano ; le fila
però di tufi sono due e tre con legamenti d'una di
mattoni. La differenza notata fra coteste mura di so-
stegno e quelle della scala superiore viene forse dai
molti ristauri di questa , che ne, hanno fatto scom-
parire la costruzione primitiva. È osservabile negli
archi di queste pareti, i mattoni adoperati essere di
poca altezza non i grandi e bipedali, che troviamo
negli archi di migliore costruzione.
(fig. 1, 2, 3, 4)."Quattro piloni sostengono gli an-
goli di questa galleria a pie della scala A neh" in-
crociaraento della via G (vedi tav. XXXIV, B). So-
no costruiti con due fila di tufi ed una di mattoni
legate con calce migliore di quella adoperata nella
scala A. Gli archi sono formati con mattoni bipedali
e strati di buona calce grossi, quanta è la grossezza
del tegolone. Sopra gli archi la costruzione è più
trascurata (v. tav. XXXIV, B). Che questi archi e

filoni sieno anteriori alla scala è dimostrato a pag. 74.
piloni ed il muro della scala A ricoprono i loculi
incavati nella roccia , come vedesi nella figura 2.
Taglio moderno per comunicare coli' ambulacro U.
Ad un loculo a pie della scala è stata collocata
 
Annotationen