Le Gallerie nazionali italiane: notizie e documenti (3.1895-1896)

VII.

GALLERIA E MUSEO DI FORLÌ.

Con alcune tele ed incisioni rimaste presso al Comune dopo la sop-
pressione dei conventi all'epoca francese ed affidate alla sorveglianza del
bibliotecario can. Domenico Brunelli prefetto delle scuole pubbliche,
s'iniziò la Galleria nel 1838; indi per le cure del gonfaloniere conte
comm. Pietro Guarini, che donò alcuni quadri ed eccitò qualche volon-
teroso ad imitar l'esempio, poterono allestirsi nell'anno 1842 :

Una sala, detta oggi dell'Ebe, di m. 21 X 9>

Altra grande sala intitolata da Palmezzani, di m. 29 X 10;

Un corridoio per le incisioni, di m. 42 X 340;

Una piccola camera, con disegni e bozzetti.
Ordinatore e custode del materiale fu il prof. Giuseppe Marri ; venne
a lui sostituito il prof. Luigi Errani, e, a questi, il conte cav. Filippo
Guarini.

Ben presto, per nuovi dipinti pervenuti dalla recente abolizione dei
monasteri, per altri donativi ed acquisti fatti dal Municipio, sempre caldo
favoreggiatore della Pinacoteca, nel 1871 fu allungata di altri 21 metri
la sala Palmezzani. Ma la distribuzione dei dipinti, come appare dalla
Guida edita dal Guarini nel 1874, 1 fin dal primo momento era riuscita
poco razionale. Si vedevano confusi i prodotti di tutti i tempi ; messe
accanto ad opere di merito alcune scadenti, sol perchè di pennello
paesano ; seguita una certa simetria più per misura dei quadri, che per va-
lore; non poche le attribuzioni errate; mancava, insomma, il criterio d'arte.

Giunto ultimo alla direzione delle varie raccolte, quando appunto
alcuni affreschi trasportati su rete metallica accrescevano la suppellettile
e facevano di nuovo scarseggiare lo spazio, invocai dal Ministero della
pubblica istruzione l'invio di persona tecnica che avesse dato consigli

1 F. Guarini, Notizie storiche e descrittive delta Pinacoteca di Forlì.