Gabinetto nazionale delle stampe in Roma.
Catalogo delle incisioni con vedute romane.
L'amore che gli artisti e gli eruditi d'ogni regione sentirono sempre
per Roma fece sì che di continuo, per secoli, se ne riproducessero in
mille forme svariate le rovine ed i. monumenti.
Nei fondi di quadri, nelle sculture, negli avori, nei ricami, dovunque
noi vediamo apparire ad ogni tratto i celebri monumenti romani.
Tra le varie forme di riproduzione fu naturalmente l'incisione quella
che meglio s'adattò a moltiplicarli ed a diffonderli, e quindi sin dal se-
colo XVI troviamo le grandi raccolte di vedute romane, delle quali s'an-
darono poi rifacendo di continuo edizioni.
Se alle raccolte aggiungiamo le vedute isolate, sparse nelle opere
degT incisori, ci troviamo davanti ad un numero veramente straordinario
d'incisioni illustranti le bellezze e le memorie di Roma.
Da ciò l'utilità grandissima di queste riproduzioni per gli archeologi,
gli artisti e gli studiosi in genere e quindi la necessità di ordinarle secondo
i vari monumenti, per facilitare le ricerche.
Nelle incisioni la verità e l'esattezza delle riproduzioni dei monumenti
variano molto a seconda del tempo e dello speciale fine, più o meno arti-
stico od archeologico, che gli artisti si prefiggevano.
Nelle stampe del Cinquecento talora i monumenti non servono che
di sfondo a composizioni di carattere storico o religioso, come, ad esempio,
il ponte Quattro Capi e l'isola di S. Bartolomeo nella celebre « Strage
degl'Innocenti » di Marcantonio.
Nel sedicesimo secolo l'incisore, bene spesso, perchè la sua stampa
riuscisse d'effetto più piacevole, semplificava il disegno togliendone molti
particolari ed accessori e liberando i monumenti classici dagli edifizi che
s'erano venuti loro addossando durante il medio evo.
Catalogo delle incisioni con vedute romane.
L'amore che gli artisti e gli eruditi d'ogni regione sentirono sempre
per Roma fece sì che di continuo, per secoli, se ne riproducessero in
mille forme svariate le rovine ed i. monumenti.
Nei fondi di quadri, nelle sculture, negli avori, nei ricami, dovunque
noi vediamo apparire ad ogni tratto i celebri monumenti romani.
Tra le varie forme di riproduzione fu naturalmente l'incisione quella
che meglio s'adattò a moltiplicarli ed a diffonderli, e quindi sin dal se-
colo XVI troviamo le grandi raccolte di vedute romane, delle quali s'an-
darono poi rifacendo di continuo edizioni.
Se alle raccolte aggiungiamo le vedute isolate, sparse nelle opere
degT incisori, ci troviamo davanti ad un numero veramente straordinario
d'incisioni illustranti le bellezze e le memorie di Roma.
Da ciò l'utilità grandissima di queste riproduzioni per gli archeologi,
gli artisti e gli studiosi in genere e quindi la necessità di ordinarle secondo
i vari monumenti, per facilitare le ricerche.
Nelle incisioni la verità e l'esattezza delle riproduzioni dei monumenti
variano molto a seconda del tempo e dello speciale fine, più o meno arti-
stico od archeologico, che gli artisti si prefiggevano.
Nelle stampe del Cinquecento talora i monumenti non servono che
di sfondo a composizioni di carattere storico o religioso, come, ad esempio,
il ponte Quattro Capi e l'isola di S. Bartolomeo nella celebre « Strage
degl'Innocenti » di Marcantonio.
Nel sedicesimo secolo l'incisore, bene spesso, perchè la sua stampa
riuscisse d'effetto più piacevole, semplificava il disegno togliendone molti
particolari ed accessori e liberando i monumenti classici dagli edifizi che
s'erano venuti loro addossando durante il medio evo.