IV.
R. GALLERIA DI BRERA IN MILANO.
I SEDICI QUADRI DEL LEGATO MONTI.
Con istromento del 19 febbraio 1650, il cardinal Cesare Monti legava
alla città di Milano la sua Galleria di quadri e disegni, con l'obbligo all'ar-
civescovo prò tempore di conservarla nel proprio palazzo.
Nel 1811 il viceré Beauharnais ordinò all'Appiani e allo Zanoja di
scegliere nella collezione Monti « i quadri più opportuni per l'incremento
della Reale Pinacoteca presso l'Accademia di belle arti ». Questa doveva
cedere in cambio alcuni suoi quadri di minor conto. Il marchese Massi-
miliano Cesare Stampa Socino, erede del patrimonio Monti, con testa-
mento del 21 maggio 1876, lasciò all'Accademia la proprietà dei ventitré
quadri portativi dal viceré francese. Siccome però questo eccedeva la
competenza del testatore, non si venne a una conclusione, finché, morto
monsignor Calabiana, arcivescovo di Milano, il Governo propose al suc-
cessore, cardinal Ferrari, la devoluzione di quella parte della raccolta che
trovavasi tuttavia in deposito nel palazzo arcivescovile. L'insigne prelato
condiscese al trasferimento dei quadri, a patto che vi si apponesse la
scritta: — «Legato Monti, deposito dell'Arcivescovado». — Finalmente,
siccome una Commissione municipale, esaminata la vertenza, non vi trovò
nulla da ridire, scelti sedici quadri mediocri della Pinacoteca di Brera, si
effettuò lo scambio nel maggio ultimo scorso.
I criteri ai quali si attenne la Direzione nella scelta dei sedici quadri
della collezione Monti furono quelli inerenti al valore artistico in genere
dei singoli capi e a quello del loro interesse speciale rispetto all'indole
e alla costituzione della massima Pinacoteca lombarda.
Correggio. Tela: alt. m. 0.84, larg. m. 1.08.
Per cominciare col nome dell'artista più insigne, vuoisi rammentare
in primo luogo quello del Correggio.
R. GALLERIA DI BRERA IN MILANO.
I SEDICI QUADRI DEL LEGATO MONTI.
Con istromento del 19 febbraio 1650, il cardinal Cesare Monti legava
alla città di Milano la sua Galleria di quadri e disegni, con l'obbligo all'ar-
civescovo prò tempore di conservarla nel proprio palazzo.
Nel 1811 il viceré Beauharnais ordinò all'Appiani e allo Zanoja di
scegliere nella collezione Monti « i quadri più opportuni per l'incremento
della Reale Pinacoteca presso l'Accademia di belle arti ». Questa doveva
cedere in cambio alcuni suoi quadri di minor conto. Il marchese Massi-
miliano Cesare Stampa Socino, erede del patrimonio Monti, con testa-
mento del 21 maggio 1876, lasciò all'Accademia la proprietà dei ventitré
quadri portativi dal viceré francese. Siccome però questo eccedeva la
competenza del testatore, non si venne a una conclusione, finché, morto
monsignor Calabiana, arcivescovo di Milano, il Governo propose al suc-
cessore, cardinal Ferrari, la devoluzione di quella parte della raccolta che
trovavasi tuttavia in deposito nel palazzo arcivescovile. L'insigne prelato
condiscese al trasferimento dei quadri, a patto che vi si apponesse la
scritta: — «Legato Monti, deposito dell'Arcivescovado». — Finalmente,
siccome una Commissione municipale, esaminata la vertenza, non vi trovò
nulla da ridire, scelti sedici quadri mediocri della Pinacoteca di Brera, si
effettuò lo scambio nel maggio ultimo scorso.
I criteri ai quali si attenne la Direzione nella scelta dei sedici quadri
della collezione Monti furono quelli inerenti al valore artistico in genere
dei singoli capi e a quello del loro interesse speciale rispetto all'indole
e alla costituzione della massima Pinacoteca lombarda.
Correggio. Tela: alt. m. 0.84, larg. m. 1.08.
Per cominciare col nome dell'artista più insigne, vuoisi rammentare
in primo luogo quello del Correggio.