D1 ALCUNE PITTURE MEDIEVALI
NELL’ANTICA C’HIESA DEI SS. QUIRICO E GIULITTA MM.
IN ROMA
La storia delTantichissima chiesa romana dedicata ai
SS. MM. Quirico e Giulitta è fra le più oscure nei suoi primordi.
La tradizione vuole che essa rimonti almeno al VI sec. e che
fosse consacrata da Papa Vigilio; anzi la spinge fino al IV,
ricordando che S. Girolamo vi abbia battezzato (V. Nar-
doni, Stucli e doc. di storia e diritto, 1881, pag. 167, ss.).
Però nulla di certo, o almeno di documentato, si ha in propo-
sito, ad eccezione forse di due indizi. 11 primo si è la nota
che il Nardoni trascrisse da un libro dei battezzati della Par-
rocchia di S. Quirico, rimontante al 1637-48, e che dice così :
« Supersunt atiqui musivi vestigia retro altare, in quibus picti
sunt S. Stephanus et S. Laurentius », consueta decorazione delle
primitive basiliche cristiane. II secondo indizio potrebbe forse
essere questo, tratto dal Bruzio, citato dall’Armellini 1 (Arch.
Vat. Brut., Tom. V, pag. 37): «E certo che fu per lo meno
dedicata dal Papa Vigilio, come si ha da un’epigrafe che il
parroco Nicola Lazari svadatamente fece andare nei fondamenti
della nuova abside». Nessuno però potrebbe assicurarci che si
trattasse di un’epigrafe contemporanea alla dedica della chiesa.
Checchè sia di ciò, credo degno di studio quanto ha l’Ar-
ìuellini (loc. cit.) laddove, citato l’Ugonio, soggiunge : « non è
impossibile che il Papa Vigilio la dedica.sse in origine ai Santi
Stefano e Lorenzo, il che spiegherebbe il silenzio del Libro Pon-
tificale in ordine alla chiesa, avendo poscia mutato il titolo pri-
1 Chiese di Boma, ediz. 1887, pag. 574.
NELL’ANTICA C’HIESA DEI SS. QUIRICO E GIULITTA MM.
IN ROMA
La storia delTantichissima chiesa romana dedicata ai
SS. MM. Quirico e Giulitta è fra le più oscure nei suoi primordi.
La tradizione vuole che essa rimonti almeno al VI sec. e che
fosse consacrata da Papa Vigilio; anzi la spinge fino al IV,
ricordando che S. Girolamo vi abbia battezzato (V. Nar-
doni, Stucli e doc. di storia e diritto, 1881, pag. 167, ss.).
Però nulla di certo, o almeno di documentato, si ha in propo-
sito, ad eccezione forse di due indizi. 11 primo si è la nota
che il Nardoni trascrisse da un libro dei battezzati della Par-
rocchia di S. Quirico, rimontante al 1637-48, e che dice così :
« Supersunt atiqui musivi vestigia retro altare, in quibus picti
sunt S. Stephanus et S. Laurentius », consueta decorazione delle
primitive basiliche cristiane. II secondo indizio potrebbe forse
essere questo, tratto dal Bruzio, citato dall’Armellini 1 (Arch.
Vat. Brut., Tom. V, pag. 37): «E certo che fu per lo meno
dedicata dal Papa Vigilio, come si ha da un’epigrafe che il
parroco Nicola Lazari svadatamente fece andare nei fondamenti
della nuova abside». Nessuno però potrebbe assicurarci che si
trattasse di un’epigrafe contemporanea alla dedica della chiesa.
Checchè sia di ciò, credo degno di studio quanto ha l’Ar-
ìuellini (loc. cit.) laddove, citato l’Ugonio, soggiunge : « non è
impossibile che il Papa Vigilio la dedica.sse in origine ai Santi
Stefano e Lorenzo, il che spiegherebbe il silenzio del Libro Pon-
tificale in ordine alla chiesa, avendo poscia mutato il titolo pri-
1 Chiese di Boma, ediz. 1887, pag. 574.