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Fabretti, Ariodante: Atti della società: (1883-1886)
DOI Seite / Zitierlink: https://doi.org/10.11588/diglit.11587#0016
•IO
ARCHEOLOGIA lì BELLE ARTI
l'accurata indagine dell'abate Costanzo Gazzera (1). Di
questo antico edificio così discorre l'autóre della Corografia
fisica, storica e statistica dell1 Italia (2): « Presso l'antica
rocca o c a stello, alla distanza di soli sessanta passi dal-
l'arco o porta di Augusto , verso il mezzodì si trovano
due grandiosi archi, i quali fecero parte manifestamente
di un medesimo edifizio. L'antica via che conduceva nelle
Gallie, dopo aver traversato l'arco di Cozio, nell'ascen-
dere sui vicini colli dovea per necessità passare anche al
disotto dei predetti archi, i quali gli restano superiori,
a foggia di antiporto; come appunto in Aosta incontrasi
prima l'arco eretto da Terenzio Varrone, poi quello della
porta orientale o pretoria. Nei bassi tempi si abbandonò
la via di Exilles, preferendosi il varco del monte Ce-
nisio , ed i signori di Susa solleciti di fortificarsi nel ca-
stello di loro residenza, lo ricinsero di baluardi muniti di
fortini, dei quali restano ancora le tracce ; la porta d'Au-
gusto restò allora isolata ed inutile, e gli archi che le re-
stavano in faccia vennero incorporati nelle nuove mu-
raglie. Uno di essi fu anzi demolito per sostituirvi un
fortino, ora semidiruto, e la luce o apertura degli altri due
venne otturata con tenacissimo calcestruzzo; in tal guisa
cambiò quell'antico edifizio totalmente d'aspetto, e restò
perfino sottratto all'altrui vista da una solida muraglia o
contro-bastione erettogli in faccia. Sembra esser questo il
(1) Una lettera del can. Bartolomeo Pugno (da Susa il 16 giugno 1834)
diretta all'ab. Gazzera parla dello scavo che si era eseguito « per or-
dine (così nel disegno che la lettera accompagna) dell'illustre signor
Intendente. //
(2) IV, 7-0 sg. — Il disegno degli archi trovasi nell'Atlante Uhi.
strettivo (voi. 1, tav. i", n. 2) con questa indicazione: Archi di co-
struzione romana esistenti in Susa, indicali dal cav. prof. ab. Co-
stanzo Galera e ritrovati nel giugno 1834 per cura di Zuccagni
Orlandini.
ARCHEOLOGIA lì BELLE ARTI
l'accurata indagine dell'abate Costanzo Gazzera (1). Di
questo antico edificio così discorre l'autóre della Corografia
fisica, storica e statistica dell1 Italia (2): « Presso l'antica
rocca o c a stello, alla distanza di soli sessanta passi dal-
l'arco o porta di Augusto , verso il mezzodì si trovano
due grandiosi archi, i quali fecero parte manifestamente
di un medesimo edifizio. L'antica via che conduceva nelle
Gallie, dopo aver traversato l'arco di Cozio, nell'ascen-
dere sui vicini colli dovea per necessità passare anche al
disotto dei predetti archi, i quali gli restano superiori,
a foggia di antiporto; come appunto in Aosta incontrasi
prima l'arco eretto da Terenzio Varrone, poi quello della
porta orientale o pretoria. Nei bassi tempi si abbandonò
la via di Exilles, preferendosi il varco del monte Ce-
nisio , ed i signori di Susa solleciti di fortificarsi nel ca-
stello di loro residenza, lo ricinsero di baluardi muniti di
fortini, dei quali restano ancora le tracce ; la porta d'Au-
gusto restò allora isolata ed inutile, e gli archi che le re-
stavano in faccia vennero incorporati nelle nuove mu-
raglie. Uno di essi fu anzi demolito per sostituirvi un
fortino, ora semidiruto, e la luce o apertura degli altri due
venne otturata con tenacissimo calcestruzzo; in tal guisa
cambiò quell'antico edifizio totalmente d'aspetto, e restò
perfino sottratto all'altrui vista da una solida muraglia o
contro-bastione erettogli in faccia. Sembra esser questo il
(1) Una lettera del can. Bartolomeo Pugno (da Susa il 16 giugno 1834)
diretta all'ab. Gazzera parla dello scavo che si era eseguito « per or-
dine (così nel disegno che la lettera accompagna) dell'illustre signor
Intendente. //
(2) IV, 7-0 sg. — Il disegno degli archi trovasi nell'Atlante Uhi.
strettivo (voi. 1, tav. i", n. 2) con questa indicazione: Archi di co-
struzione romana esistenti in Susa, indicali dal cav. prof. ab. Co-
stanzo Galera e ritrovati nel giugno 1834 per cura di Zuccagni
Orlandini.