INCLINAZIONI ARTISTICHE
DI
CARLO EMANUELE I DI SAVOIA
E DE' SUOI FIGLI
Erede del valore militare, del senno politico del padre
suo, Carlo Emanuele I volle partecipare altresì delle be-
nemerenze che inverso le scienze, le lettere e le arti erasi
acquistato Emanuele Filiberto, infondendo anche nei suoi
figli le stesse onorevoli e liberali inclinazioni.
Ma per quanto si attiene al tema preso a trattare,
basterà ricordare qui, che, siccome negli ultimi anni del se-
colo XVI, nella tregua consentitagli dalle diuturne cure poli-
tiche, amministrative e militari, egli erasi dato a far ricer-
che di antichità a Roma, nello scopo di abbellire le ducali
residenze, sia in Torino (i), che nelle varie villeggiature, fra
le quali primeggiava allora Mirafiori; così, nei primi del suc-
cessivo, proseguì la stessa opera, e non senza feconde resul-
tanze. Note com'erano le sue inclinazioni (delle quali aveva
(i) Ove il Duca negli anni 1606, 1607 e 1608 attendeva alla grande
opera della famosa galleria, che dal palazzo antico si congiungeva al
castello. Anche per essa si fecero venire marmi da varie parti. E così
un Michele Gay conduceva statue da Carmagnola a Torino. Poi ritrovo
« fiorini 200 a Gasparo Antogno ed Antonio Bauzano, barcaioli per
mercede del loro viaggio fatto da Polonghera a Torino con due navi
grosse cariche di marmori. » Poi « ducatoni cento a Carlo Castella-
monte per Vercellino Pellizeri per la condotta delle statue di mar-
more venute da Savona, come da mandato 8 gennaio 1608». Archivio
di Stato - Conti del tesoriere delle fabbriche.
DI
CARLO EMANUELE I DI SAVOIA
E DE' SUOI FIGLI
Erede del valore militare, del senno politico del padre
suo, Carlo Emanuele I volle partecipare altresì delle be-
nemerenze che inverso le scienze, le lettere e le arti erasi
acquistato Emanuele Filiberto, infondendo anche nei suoi
figli le stesse onorevoli e liberali inclinazioni.
Ma per quanto si attiene al tema preso a trattare,
basterà ricordare qui, che, siccome negli ultimi anni del se-
colo XVI, nella tregua consentitagli dalle diuturne cure poli-
tiche, amministrative e militari, egli erasi dato a far ricer-
che di antichità a Roma, nello scopo di abbellire le ducali
residenze, sia in Torino (i), che nelle varie villeggiature, fra
le quali primeggiava allora Mirafiori; così, nei primi del suc-
cessivo, proseguì la stessa opera, e non senza feconde resul-
tanze. Note com'erano le sue inclinazioni (delle quali aveva
(i) Ove il Duca negli anni 1606, 1607 e 1608 attendeva alla grande
opera della famosa galleria, che dal palazzo antico si congiungeva al
castello. Anche per essa si fecero venire marmi da varie parti. E così
un Michele Gay conduceva statue da Carmagnola a Torino. Poi ritrovo
« fiorini 200 a Gasparo Antogno ed Antonio Bauzano, barcaioli per
mercede del loro viaggio fatto da Polonghera a Torino con due navi
grosse cariche di marmori. » Poi « ducatoni cento a Carlo Castella-
monte per Vercellino Pellizeri per la condotta delle statue di mar-
more venute da Savona, come da mandato 8 gennaio 1608». Archivio
di Stato - Conti del tesoriere delle fabbriche.