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Atti della Società di Archeologia e Belle Arti per la Provincia di Torino — 5.1887

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Scati, Vittorio: Studi sulle antichità acquensi
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https://doi.org/10.11588/diglit.11587#0038

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32

ARCHEOLOGIA E BELLE ARTI

Cellario pone Caristo al Cairo; il P. Bardetti lo pone
a Carrosio vicino a Gavi; ma ambidue questi luoghi sono
uori del territorio degli Statielli. Durandi [Piemonte Cispa-
dano) asserisce che esso dovea trovarsi nel luogo fortis-
simo dove sorge attualmente il villaggio di Cartosio , po-
sto su di una piccola altura sulla destra sponda dell'Erro
a circa 15 chilometri dalla città d'Acqui, e ne dà per ra-
gione che « in tutta la campagna degli Statielli non v'ha
altro luogo che la radice ritenga dall'antico nome quanto
Cartoso ».

Il marchese Gerolamo Serra nella sua Storia dell'antica
Liguria assevera pure senza esitare che Caristo sorgeva
ov'è attualmente Cartosio.

Non posso convenire in codesta opinione, e con me tutti
quelli che hanno pratica dèi luoghi.

È indubitato che Caristo era la capitale per dir così
degli Statielli. Se ve ne fosse stata un'altra, Livio l'avrebbe
nominata: in essa gli Statielli sconfìtti si sarebbero ridotti
per far testa ai Romani, e ad essa per lo meno si sarebbero
rivolti per aiuti. Non trovandosi traccia di questo, rimane
assodato che Caristo era la loro città principale.

Ora dal racconto dello storico romano appare che nella
battaglia diecimila restarono morti, settecento prigioni, ed
i fuggitivi riconobbero trovarsi ridotti a men che diecimila:
risultava adunque l'esercito di Caristo prima della battaglia
di circa 20 mila combattenti. Uniamoci le donne, i vecchi
ed i fanciulli in numero almeno della metà, ed avremo un
totale di trentamila persone che doveano contenersi nel re-
cinto delle mura.

Non volendo però dar troppa fede a Livio per ciò che
riguarda la statistica, specialmente quando trattisi di nume-
rare i nemici sbaragliati dalle legioni romane, riduciamo
pure a venti ed anche a quindicimila il numero degli Sta-
 
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