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Bullettino di archeologia cristiana — 2.Ser. 6.1875

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Nr. 4
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Roma: scavi nel cimitero di Callisto
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https://doi.org/10.11588/diglit.18568#0134
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134

BOLLETTINO

sarebbe il travamento degli storici sepolcri dei così detti mar-
tiri Greci neir arenaria, ove Ippolito, il principale del loro
eletto stuolo, ebbe costume adunarli ai tempi della persecuzione
di Valeriane I miei onorandi colleglli, e segnatamente quelli
della speciale sezione dirigente gli scavi sotterranei (i chiaris-
simi p. Francesco Tongiorgi e p. Luigi Bruzza), pel bene della
scienza e per l'amorevole interesse, che prendono al compi-
mento del terzo tomo delia Roma sotterranea, desiderano che
questo venga in luce dopo fatti gli ultimi e più vigorosi sforzi
e tentate tutte le vie di aprir V adito all' insigne santuario.
Esso solo manca a compiere il novero, datoci dagli antichi to-
pografi, delle storiche cripte del cimitero di Callisto. Accennerò
in brevi parole quanto ardue sieno le difficoltà dell' impresa;
ed a quale termine essa sia dopo due mesi di pertinace lavoro
e di tentativi diversi e pericolosi.

Nel Bullettino dell'anno 1868 pag. 8 e seguenti narrai
1' escavazione della scala, che discende ad una profonda are-
naria; la quale, secondo ogni probabilità di topografici indizi,
pare quella appunto, che fu illustrata dalle adunanze e poi dai
sepolcri dei martiri appellati Greci. Costoro vennero dalla Grecia
a Koma idolatri; primo del loro numero Ippolito si fe' cristiano;
e ritiratosi a vita solitaria in caverne arenarie circa il primo
miglio dell' Appia, quivi attendeva a preparare le tombe dei
fedeli, in pari tempo evangelizzando i pagani. La persecuzione
di Valeriano era imminente; lo zelo d'Ippolito infiammato dal
vicino pericolo coadiuvò quello dei papa Stefano, e numerosi
proseliti indusse al battesimo; fra i quali il fratello, la cognata,
i nepoti. Costoro ed altri furono presi, martoriati, uccisi; e poi
con grande onore sepolti nell' arenaria medesima, che era stata
loro asilo eremitico, scuola di cristiana dottrina, luogo di ce-
lebrazione dei divini misteri. Tutto ciò sappiamo dagli atti del
martirio d'Ippolito e socii conservati in un solo codice, il cui
testo fu parafrasato dal Baronio; ed ora verrà in luce secondo
 
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