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Bullettino di archeologia cristiana — 2.Ser. 6.1875

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Encolpio di vetro pisciforme
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https://doi.org/10.11588/diglit.18568#0141
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DI ARCHEOLOGIA CRISTIANA

141

impresa l'interpretare sigle d'esempio unico e senza confronto,
pure l'allegato uso del SALVS parmi buono argomento a con-
getturare almeno con molta verisimiglianza, che nel dorso del
nostro IX0Y2 pensilis da un lato si debba leggere Salus No-
stra, dall'altro Salus Mea. Si potrebbe anche leggere Salus
Mundi; come è distesamente scritto sotto la croce e le lettere
IX0YG nel celeberrimo musaico di s. Apollinare in Classe
a Eavenna. Ma trattandosi d'encolpio è forse preferibile la for-
inola Salus Mea posta in bocca di chi portava quel sacro pegno
di salute. Così nella bellissima croce d'oro trovata sul petto
d'un defonto nella basilica di s. Lorenzo edita nel Bull. 1863
pag. 31 è scritto a nome di chi la portava: CEVX EST VITA
MIHI MOES INIMICE TIBI.

Eesta a dire una parola intorno all'arte ed all'età del sin-
golare cimelio. L'arte è di quella medesima e speciale tecnica,
che nel Bullettino del 1873 pag. 140 e segg. illustrai, trat-
tando di due vasi vitrei adorni di pesci a rilievo e in parte
policromi. Li dimostrai provenienti da officine vetrarie gallo-
romane, massime della regione del Eeno; fiorite nella seconda
metà in circa del secolo terzo e nella prima del quarto. Il vitreo
encolpio pisciforme policromo teste trovato in Eoma, se non e
prodotto di quelle medesime officine, è loro imitazione. L'età
non parmi doverne essere assai posteriore a quella delle pre-
dette renane officine. Intorno alla cronologia però di questo
raro cimelio pur troppo desidero dati più positivi. Imperocché
converrebbe sapere con precisione quale e dove fu la tomba
esquilina, in che esso giaceva rinchiuso. La generica notizia,
che quella tomba era del sistema dei sepolcreti a fior di terra
presso s. Maria Maggiore, mi consiglierebbe a pensare al se-
colo sesto; quando nell'Esquilino e precisamente tra s. Eusebio
e la villa Montalto fu istituito un grande cimitero entro le
mura di Eoma, di che altrove dirò. Ma d'altra parte non è
verisimile, che nel secolo sesto sieno stati tuttora in uso
 
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