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BULLETTINO DELLA COMMISSIONE
adeguatamente della finezza del loro stile; pur nondimeno, es-
sendo essi con poca accuratezza condotti, io li stimerei opera
eseguita circa lo scorcio del secondo secolo dell'era nostra, vale
a dire al tempo degli Antonini. Ma di questo tornerò a far parola
in appresso; ora invece sarà bene che io cerchi di esporre il
soggetto che tali sculture rappresentano. La figura barbata e
semigiacente che sembra richiedere la prima nostra attenzione,
è indubitabilmente quella del fiume Nilo, il che subito e di
leggieri sì ravvisa dagli attributi, onde è al consueto contrad-
distinta. Il nume si appoggia col gomito sinistro alla emble-
matica sfinge ', sostenendo in pari tempo con la mano la grande
cornucopia, ricolma di frutta e di fiori. La destra, con la quale
stringe un fascio di spighe, tiene abbandonata sulla persona, che
è al tutto ignuda, salvo nella parte inferiore ravvolta in un
ampio e sinuoso manto.
La non buona conservazione del marmo non permette di
decidere intorno all' acconciatura del capo, la quale potrebbe
tuttavia essere simile a quella che veggiamo ad altre ima-
gini di cotesto fiume, cioè a dire, con le chiome sollevate in-
torno alla fronte e strette da un nastro o diadema, che vi gira
per entro, tenendole insieme raccolte 2. Ovvero non sarebbe nean-
che improbabile ch'ei fosse semplicemente coronato di spighe,
biade e piante nilotiche, siccome ne lo figurano parecchie altre
sue imagini. Ma comunque ciò sia, noi non possiamo fare se non
semplici congettare, per la ragione di sopra esposta, la quale
parimente ne vieta di ben distinguere la sfinge, il cui capo
pertanto non ha dubbio alcuno sia ricoperto della ieratica cuffia.
1 II guasto del marmo fa che si vegga assai imperfettamente la sfinge,
la quale potrebbe forse anche da taluno esser presa per un qualche animale
nilotico. A me pertanto pare indubitato, che essa altro non sia se non una sfinge.
- Tale acconciatura di capo ha pure il Nilo del Vaticano ( Visconti,
Mus. Piodem. I. tav. 37). E similmente l'hanno le imagini barbate di
Bacco, di Nettuno, e di Gioye della più antica maniera. Cf. Visconti, Mus.
Pioclem. Ili p. 211.
BULLETTINO DELLA COMMISSIONE
adeguatamente della finezza del loro stile; pur nondimeno, es-
sendo essi con poca accuratezza condotti, io li stimerei opera
eseguita circa lo scorcio del secondo secolo dell'era nostra, vale
a dire al tempo degli Antonini. Ma di questo tornerò a far parola
in appresso; ora invece sarà bene che io cerchi di esporre il
soggetto che tali sculture rappresentano. La figura barbata e
semigiacente che sembra richiedere la prima nostra attenzione,
è indubitabilmente quella del fiume Nilo, il che subito e di
leggieri sì ravvisa dagli attributi, onde è al consueto contrad-
distinta. Il nume si appoggia col gomito sinistro alla emble-
matica sfinge ', sostenendo in pari tempo con la mano la grande
cornucopia, ricolma di frutta e di fiori. La destra, con la quale
stringe un fascio di spighe, tiene abbandonata sulla persona, che
è al tutto ignuda, salvo nella parte inferiore ravvolta in un
ampio e sinuoso manto.
La non buona conservazione del marmo non permette di
decidere intorno all' acconciatura del capo, la quale potrebbe
tuttavia essere simile a quella che veggiamo ad altre ima-
gini di cotesto fiume, cioè a dire, con le chiome sollevate in-
torno alla fronte e strette da un nastro o diadema, che vi gira
per entro, tenendole insieme raccolte 2. Ovvero non sarebbe nean-
che improbabile ch'ei fosse semplicemente coronato di spighe,
biade e piante nilotiche, siccome ne lo figurano parecchie altre
sue imagini. Ma comunque ciò sia, noi non possiamo fare se non
semplici congettare, per la ragione di sopra esposta, la quale
parimente ne vieta di ben distinguere la sfinge, il cui capo
pertanto non ha dubbio alcuno sia ricoperto della ieratica cuffia.
1 II guasto del marmo fa che si vegga assai imperfettamente la sfinge,
la quale potrebbe forse anche da taluno esser presa per un qualche animale
nilotico. A me pertanto pare indubitato, che essa altro non sia se non una sfinge.
- Tale acconciatura di capo ha pure il Nilo del Vaticano ( Visconti,
Mus. Piodem. I. tav. 37). E similmente l'hanno le imagini barbate di
Bacco, di Nettuno, e di Gioye della più antica maniera. Cf. Visconti, Mus.
Pioclem. Ili p. 211.