Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 42.1915

DOI Artikel:
Lanciani, Rodolfo Amedeo: Il testaccio e i prati del popolo romano
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.14884#0246
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
242

II Testacelo e i prati del popolo romano

pubblico cimitero data dalla seconda metà del II secolo dell'era
volgare, poiché l'esame, fatto dal Dressel, di circa 3000 marche di
fabbrica impresse sui manichi delle anfore, e di circa 1000 appunti
scritti dai produttori o dagli spedizionieri, o dagli assicuratori

0 dai doganieri sul corpo stesso delle anfore (a vernice nera e
rossa), hanno permesso di ricostituire la cronologia degli scarichi.

1 quali incominciarono, nella scarpata nord, tra gli anni 140 e 149;
in quella orientale, tra gli anni 150 e 160; in quella occiden-
tale, tra gli anni 174 e 230. La data più recente, che è del 251,
fu letta su d'un coccio vicino al culmine, ma fuori di posto.

Il Testaccio continuò a ricevere cocci e rottami anche in
epoca tarda, sino al cosidetto periodo di Sohola graeca quando
le adiacenti horrea publica populi romani divennero proprietà
della Chiesa, e il monte e il prato rimasero in potere dell'auto-
rità cittadina.

Ciò è provato : a) dalle antiche tradizioni sui cosidetti ludi
Testacie ; i) e sul « giuoco della Passione » ; c) dal fatto che
per molti secoli il monte ha servito per « cava di tegolozza »
per la riparazione delle strade; d) dalla concessione fatta dal
S. P. Q. R. alle autorità militari nel secolo XVI perchè il monte
servisse di bersaglio pei tiri di scuola dei bombardieri ; e) dalle
vendite, fatte a privati, di siti destinati a grotte da vino ; f) dai
permessi rilasciati per la coltivazione del gelso ; g) dalla serie
non interrotta delle piante della città che attribuiscono monte
e prato al popolo romano.

a) — II giuoco di Testaccio.

L'origine del « giuoco di Testaccio », così bene descritto da
Filippo Clementi (// carnevale romano nelle cronache contem-
poranee, Roma 1899), si perde nella oscurità dei tempi (1). La

(') Vedi Crescimbeni, Stalo della basilica di S. Maria in Cosmedin,
Roma 1719, pag. 19; Cancellieri, Il mercato, pag. 4, n. 7; Dressel, Ann.
Inst. 1878, pag. 130, n. 1 ; etc.
 
Annotationen