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nel Museo Nazionale delle Terme

Sarebbe spingere troppo oltre l'ipotesi, che pur si affaccia,
essere la nostra testa appartenuta proprio all'idolo del tempio
di Tivoli, ipotesi a. cui, però, non saprei trovare obiezioni.
Sappiamo che ai tempi di Plinio molti templi romani possedevano
opere di Skopas (1), non meraviglia quindi che poi sia stata so-
stituita una copia all'originale, o per preservarlo, o per sosti-
tuirlo se era stato guastato o distrutto. Anche le proporzioni,
maggiori del vero, ci fanno supporre che la testa dovesse essere
veduta di lontano e si attagliano bene all'idolo di un tempio.

Testa B (*).

La testa B ora nella sala XI del Museo proviene, come dice
la Guida (8), dal Kircheriano.

È di marmo greco a grana fina, coperta nella parte poste-
riore, e specialmente a sinistra, di sedimento calcareo acqueo ;
probabilmente l'altra parte giaceva a terra ed ha subito meno
la corrosione dell'acqua.

Testa leggiadramente idealizzata di un bell'ovale, di poco
maggiore del vero, i cui capelli scomposti in movimento agitato,
resi in modo pittorico,piuttosto lunghetti,arrivano sino al collo:
la fronte è bassa, con avvallamento nel mezzo : orecchi piccoli,
occhi profondi volti in alto, resi però con molta esattezza e non col
senso pittorico proprio della scultura scopadea, bocca semiaperta.

Sulla testa un cercine che arriva fino dietro, con due fori
destinati ad applicazioni di medaglioni o dischi, comenell'Antinoo
di Ostia ora nel Museo stesso (*), specie di diadema che non si
sa ancora bene che cosa significasse per chi lo portava - se
ornamento d'atleta o insegna di dignità sacerdotale.

(!) Plinio, .V. H., XXX, VI. 25 sgg.
(3) Paribeni, op. cir., pag. 158, n. 506.

(*) Sala XVI, v. Paribeni, op. cit., pag. 178, n. 641; Blura, Melange!
de l'école francasse, 1913, pag. 65.

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