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Bulletin du Musée National de Varsovie — 8.1967

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No. 1-2
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Canaletto; Kozakiewicz, Stefan; Bellotto, Bernardo [Ill.]: Ricostruzione di un gruppo di dipinti Bellottiani del periodo polacco
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https://doi.org/10.11588/diglit.17162#0049
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si riferiscono, almeno in parte, anche i nostri quattro dipinti. Ce lo assicura lo stesso pittore
nel documento citato alTinizio di questo saggio: eon cavalli presi dalia natura.

Puó darsi che lo studio dei cavalli interessisse gia a quel tempo il pittore non solo in occa-
sione dei nostri quadri, ma anche in vista delia grandę tela L^Elezione di Stanislao Augusto
(prima versione del 1776), la cui idea risaliva forsę gia a quel tempo. In questo grandę dipinto
si vedono in primo piano parecchi splendidi cavalli di razza. (fig. 10).

Oltre gli studi dal vero, debbono esser presi in considerazione per i cavalli bellottiani altri
modelli: le incisioni. Dal XVI secolo in poi quasi in ogni paese europeo venivano pubblicati
libri di studi di eąuitazione eon numerose stampe che rappresentavano vari tipi di cavalli,
diverse andature ed evoluzioni. Nel XVIII secolo le piu popolari furono le incisioni di J.E. Ri-
dinger, in ispecie la sua Ncue Reit Schul rorstellend einen rolkommcr.en Reuter in allen Leetionen,
edita ad Augsburgo nel 1734. Ho gia osservato23 che a questi modelli si riferisecno in parte
i due primi dipinti del nostro gruppo: nel quadro II eolonello Koenigsfels che da una lezione di
eąuitazione al principe Giuseppe Poniatowski (fig. 1) la posa del cavallo ripete in senso inverso
quella dell'incisione di Bidinger intitolata Die Paradę im Schritt links (fig. 3) e ii groom eon
cavallo del dipinto Palafreniere che conduce un cavallo al maneggio (fig. 4) ripete il motivo delia
incisione titolare di tutta la serie (fig- 5). Questi motivi imprestati dal Bellotto va!gono solo,
e in parte, come studi del movimento e delia posa del cavallo, mentre lo stile dei dipinti proprio
al pittore, il suo senso lineare, ercmatico, chiaroscurale e spaziale appartengono ad un altro
mondo artistico.

Per ció che riguarda gli sfondi architettonici dei nostri dipinti, sicmo gia nelPtmbito com-
pletamente personale dell'artista, in un mondo a lui preprio e da lui in gran parte creato, dove
non si tratta piu di motivi ispirati, se non di quelli che aveva tratto nella sua prima gioventu
dall'arte di Antonio Canal e che sono diventati il suo patrimonio. I primi due quadri del nostro
gruppo eon la lezione di equitazicne e cen la scena di maneggio si collegano strettamente ai
capricci architettonici del secondo periodo sassene:24 e la stessa architettura barocca di rappre-
sentanza che determina Fambiente e differenzia lo spazio eon ampii cortili, eon ale di palazzi,
•eon portici a forti accenti chiaroscurali, eon audaci scorci di prospettiva.

Nello sfondo del dipinto coH'ufficiale degli ussari il pittere fa invece ritoino al suo periodo
italiano. La citta che sorge ai piedi di colline appartiene al monto ideale delia sua gioventii.
Si puó paragonare senza difficolta questa citta di fantasia a quelle altre, viste da lontano, che
il pittore creó negli sfondi dei capricci architettenici attorno al 1740. Tali accumulazioni di
edifici di vario stile, le ritrovi£mo p.es. nei due capricci del Museo di Asolo,25 nel dipinto che
era nella raccolta Thomas Barlow a Londra26 o nei due capricci delia serie da me sopramenzio-
nata delia Pinacoteca di Parma: Le Mura Aureliane e la Basilica di San Piętro eon Castel
S. Angelo.2-1 In ispecie in quest'ultimo dipinto la citta d'invenzione appare altrettanto vasta
come la nostra e eon motivi simili, come il ponte che attraversa il fiume alFentrata delia citta,

23. Nei cataloghi delie mostre di Dresda, 1963 — 64, op. cii., p. 35; di Varsavia, 1964, op.cit., p. 44; di Vienna, 1965,
op. cit., p. 32; di Essen, 1966, op. cii., p. 44. Kettifico solo che al riguardo del Palafreniere che conduce un cavallo
al maneggio non si tratta delia incisione Palotaden reclils, ma delia incisione titolare delia serie.

24. Cf. S. Kozakiewicz, ,,Lorenzo Bellotto, syn Bernarda...", op. cii., p. 144 — 147; lo stesso, ,,TJn pittore quasi sconos-
ciuto...", op. cii., p. 91 — 92.

25. Pubblicati per la prima volta da R. Pallucchini, I capolayori dci inusei veneli, Catalogo illuslralo delia moslra, Ve-
nezia, 1946, p. 188 — 189 e nel: Tresors de Varl venitien, Exposition au Musee Cantonal des Heaux-Arls [Losanna], Milan-
Bruxelles, 1947, p. 52, nn. 103 — 104, tav. LXI — come operę del Bellotto. W. G. Constable (Canalelto. Giovanni An-
tonio Canal, 1697—1768, Oxford, 1962, vol. I, tav. 89 e vol. II, p. 416—417, nn. 482—483) espresse invece il parere
ebe si tratti delie operę del Canal. Ho studiato i quadri nel 1957 col. dott. Francesco Valcanover c prof. Pcdrocco;
per me sono quadri giovaniii del Bellotto. Cosi pure E. Martini, op.cit., p. 251.

26. European maslcrs of llic Eighteenth Century, Winter Exbibition, 1954 — 5, Royal Academy of Arts, Lor.don, p. 54, n. 138.

27. A. O. QuintavaUe, op. cii., p. 129, nn. 235-236.

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