e in un piatto fondo, come un prospetto scenico. Da fondo gli servono o gli elementi piii sem-
plici del paesaggio eon alberi eon caratteristiche foglie carnose su rami nudi e spezzati12 op-
pure modeste costruzioni di una misera cittadina.
I tipi fisici dei quadri del Ceruti sono di regola molto simili, dai lineamenti semplici, ma mai
caricaturalmente deformati (come nelle operę del suo contemporaneo F. G. Cipper detto To-
deschini). Analoghi sono gli abiti: vecchie stracciati pastrani di stoffa pesante e impregnata di
sudore. I reeruisiti si ripetono, come il piattino o il bastone che vediamo nel quadro di Łódź.
Iiwariato e pure il colore, cruasi senza splendore, bruciato, incenerito, non ricercato, rifuggente
da ogni estremismo, privo di effetti di toni profondi e puliti, inadatti ai poveri e miseri eroi delie
tele del Ceruti.
„La sua tecnica si basa su toni contenuti e gravi, eon prevalenza dei ceneri spenti, degli ocra,
dei bianchi e dei marroni e su di una cara tteris lica pennellata magra, liścia, distesa, che da
Feffetto di una tempera e descrive, minuta, non calligrafica. lontana da ogni sfoggio e da ogni
virtuosissimo".13
Ceruti non raggiunse la fama mentre era in vi ta e ha dovuto attendere a lungo, due interi
secoli, Puniversale interesse e 1'aJta valutazione delie sue tele. Ma se il suo „realismo popolare"
non interessó i collezionisti, gli amatori e gli studiosi nel periodo rococó, egli affascinó i pittori
12. In maniera del tutto analoga al cpiadro di Łódź li si ritrovano nel grandę ritratto II nobile caccialore eon i cani, delia
raccolta Acton di Firenze. Vedi R. Longhi "Due ritratti deli' 'n-uti ", Paragone, 1960, nr 125, p. 37—41.
13. E. Calabi, op. cii., p. 27.
3. Giacomo Ceruti, Mendicante, Brescia, collezione priw.ta (Fot. secondo R. Cipriani, G. Testori)
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plici del paesaggio eon alberi eon caratteristiche foglie carnose su rami nudi e spezzati12 op-
pure modeste costruzioni di una misera cittadina.
I tipi fisici dei quadri del Ceruti sono di regola molto simili, dai lineamenti semplici, ma mai
caricaturalmente deformati (come nelle operę del suo contemporaneo F. G. Cipper detto To-
deschini). Analoghi sono gli abiti: vecchie stracciati pastrani di stoffa pesante e impregnata di
sudore. I reeruisiti si ripetono, come il piattino o il bastone che vediamo nel quadro di Łódź.
Iiwariato e pure il colore, cruasi senza splendore, bruciato, incenerito, non ricercato, rifuggente
da ogni estremismo, privo di effetti di toni profondi e puliti, inadatti ai poveri e miseri eroi delie
tele del Ceruti.
„La sua tecnica si basa su toni contenuti e gravi, eon prevalenza dei ceneri spenti, degli ocra,
dei bianchi e dei marroni e su di una cara tteris lica pennellata magra, liścia, distesa, che da
Feffetto di una tempera e descrive, minuta, non calligrafica. lontana da ogni sfoggio e da ogni
virtuosissimo".13
Ceruti non raggiunse la fama mentre era in vi ta e ha dovuto attendere a lungo, due interi
secoli, Puniversale interesse e 1'aJta valutazione delie sue tele. Ma se il suo „realismo popolare"
non interessó i collezionisti, gli amatori e gli studiosi nel periodo rococó, egli affascinó i pittori
12. In maniera del tutto analoga al cpiadro di Łódź li si ritrovano nel grandę ritratto II nobile caccialore eon i cani, delia
raccolta Acton di Firenze. Vedi R. Longhi "Due ritratti deli' 'n-uti ", Paragone, 1960, nr 125, p. 37—41.
13. E. Calabi, op. cii., p. 27.
3. Giacomo Ceruti, Mendicante, Brescia, collezione priw.ta (Fot. secondo R. Cipriani, G. Testori)
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