1. A. Carlieri, Archille tra łefiglie di Licome.de, Monaco, mercato anticjuario, 1917 (dalia riprodu-
zionc, Voss 1959, foto K. Gawryszewska)
Nessuna delie vecchie fonti menziona peró in particolare alcun quadro del Carlieri come
punto di partenza per ricostruire il suo profilo artistico. Nel 1863 Parthey, nel Deutscher Bil-
dersaal fa menzione di un quadro di Alberto Carlieri nella collezione Wallraf di Colonia, ma di
esso non c'e traccia nei succesivi cataloghi museali: non si sa dunque se si trattava di un quadro
firmato dall'artista o soltanto tradizionalraente a lui attribuito7. Negli ultimi due secoli la figura
di Carlieri e stata dimenticata, ed i suoi, dipinti sono stati spesso attribuiti ad altri pittori.
Non parła di Carlieri Luigi Ozzola nel suo classico articolo sulle rovine romane del 1913, e neanche
Luigi Salerno nella sua opera monumentale sul paesaggio romano, degli anni 1978—1979*.
Lo sforzo di ricostruire il profilo artistico di Carlieri e stato iniziato nel 1959 da Hermann Voss,
che si era imbattuto in un quadro dell'artista firmato e datato. Nel 1917 circolava sul mercato
antiquario il quadro Achille tra le figlie di Licomede, eon 1'iscrizione Alberto Carlieri Roma fecit
1707 (142 X 170 cm) (fig. I)9. Come scrive Voss, il quale doveva aver visto il quadro, esso corris-
ponde alle caratteristiche delio stile di Carlieri descritte da Orlandi sia per ricchezza delia compo-
sizione architettonica, che per il libero arrangiamento delie figurę e la piacevolezza coloristica,
nonche per l'evidente influsso di Andrea Pozzo. Prendendo questo quadro come punto di par-
tenza, Voss ha raccolto intorno ad esso molte altre fantasie architettoniche, ritenute finora opera
7. G. Parthey, Deutscher Bildersaal, Berlin, 1863, 1, p. 252: „Italjanischer Porticus mit zwei ontiken Bildsaulen, Kiiln, Wall
raf."
8. Ozzola, op. cit.; L. Salerno, Pittori di pttesttggio del seicento o Rnmn, T—III, Roma, 1977—1178.
9. Voss, op. cii., p. 444, fig. 39.
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zionc, Voss 1959, foto K. Gawryszewska)
Nessuna delie vecchie fonti menziona peró in particolare alcun quadro del Carlieri come
punto di partenza per ricostruire il suo profilo artistico. Nel 1863 Parthey, nel Deutscher Bil-
dersaal fa menzione di un quadro di Alberto Carlieri nella collezione Wallraf di Colonia, ma di
esso non c'e traccia nei succesivi cataloghi museali: non si sa dunque se si trattava di un quadro
firmato dall'artista o soltanto tradizionalraente a lui attribuito7. Negli ultimi due secoli la figura
di Carlieri e stata dimenticata, ed i suoi, dipinti sono stati spesso attribuiti ad altri pittori.
Non parła di Carlieri Luigi Ozzola nel suo classico articolo sulle rovine romane del 1913, e neanche
Luigi Salerno nella sua opera monumentale sul paesaggio romano, degli anni 1978—1979*.
Lo sforzo di ricostruire il profilo artistico di Carlieri e stato iniziato nel 1959 da Hermann Voss,
che si era imbattuto in un quadro dell'artista firmato e datato. Nel 1917 circolava sul mercato
antiquario il quadro Achille tra le figlie di Licomede, eon 1'iscrizione Alberto Carlieri Roma fecit
1707 (142 X 170 cm) (fig. I)9. Come scrive Voss, il quale doveva aver visto il quadro, esso corris-
ponde alle caratteristiche delio stile di Carlieri descritte da Orlandi sia per ricchezza delia compo-
sizione architettonica, che per il libero arrangiamento delie figurę e la piacevolezza coloristica,
nonche per l'evidente influsso di Andrea Pozzo. Prendendo questo quadro come punto di par-
tenza, Voss ha raccolto intorno ad esso molte altre fantasie architettoniche, ritenute finora opera
7. G. Parthey, Deutscher Bildersaal, Berlin, 1863, 1, p. 252: „Italjanischer Porticus mit zwei ontiken Bildsaulen, Kiiln, Wall
raf."
8. Ozzola, op. cit.; L. Salerno, Pittori di pttesttggio del seicento o Rnmn, T—III, Roma, 1977—1178.
9. Voss, op. cii., p. 444, fig. 39.
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