Jerzy Miziolek
Meleagro, Diana e Atteone su un
cassone fiorentino nel Museo
Nazionale di Varsavia
Amatorum venationem numquam considerasse indorisi
Platone, Sofista, 222àl
Il cacciatore sa bene dove tenda le reti a li cerbi
e sa bene in quali valle dimori il furioso porco cinghiare.
Li uccellatori conoscono le siepi da uccellare;
il pescatore conosce in qual parte dall’acqua molto pesce nuota;
e così tu, il quale domandi materia allo lungo amore,
tu rangoloso impara innanzi in quale luogo sia la giovane.
Ovidio, Ars amatoria2
Dal 1952, il Museo Nazionale di Varsavia è in possesso della fronte
dipinta a tempera di un forziere o cassone (cassa eseguita in molte parti
dell’Italia rinascimentale in occasione delle nozze, come parte del corredo),
rimasto fino allora inedito (figg. 1, 3, 15, 22). Il dipinto, sicuramente
trasferito dal legno su tela nell’Ottocento e probabilmente, nella circostanza,
rimaneggiato e completato a olio, faceva parte di uno dei più interessanti
cassoni istoriati del primo Rinascimento. Propone infatti, uno accanto
all’altro, due motivi mitologici, la Caccia al cinghiale di Calidone e la Storia
di Atteone, contornati da altre scene venatorie3. Nel dipinto di Varsavia
1 Platonis opera, Venetiis 1517 (traduzione di Marsilio Ficino).
2 Volgarizzamenti trecenteschi dell’Ars amandi e dei Remedia amoris, edizione critica a cura di VLippi
Bigazzi, vol. I, Firenze 1987, p. 225 (volgarizzamento toscano). Per la versione latina si veda Ovid,
The Art of Love and other poems, trans, by Fl.Mozley, Cambridge, Mass. 1962, p. 14.
3 II dipinto proviene dalla collezione di Seweryn Czetwertynski; da una scritta sul retro si sa che
il trasferimento da legno su tela fu fatto da un Sidorow, probabilmente a Pietroburgo. Della
collezione Czetwertynski tratta E. Chwalewik, Zbiory polskie: archiwa, biblioteki, gabinety, galerie,
muzea i inne zbiory pamiqtek przeszlosci w Ojczyznie i na obczyznie, 2, Warszawa 1927, p. 381.
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Meleagro, Diana e Atteone su un
cassone fiorentino nel Museo
Nazionale di Varsavia
Amatorum venationem numquam considerasse indorisi
Platone, Sofista, 222àl
Il cacciatore sa bene dove tenda le reti a li cerbi
e sa bene in quali valle dimori il furioso porco cinghiare.
Li uccellatori conoscono le siepi da uccellare;
il pescatore conosce in qual parte dall’acqua molto pesce nuota;
e così tu, il quale domandi materia allo lungo amore,
tu rangoloso impara innanzi in quale luogo sia la giovane.
Ovidio, Ars amatoria2
Dal 1952, il Museo Nazionale di Varsavia è in possesso della fronte
dipinta a tempera di un forziere o cassone (cassa eseguita in molte parti
dell’Italia rinascimentale in occasione delle nozze, come parte del corredo),
rimasto fino allora inedito (figg. 1, 3, 15, 22). Il dipinto, sicuramente
trasferito dal legno su tela nell’Ottocento e probabilmente, nella circostanza,
rimaneggiato e completato a olio, faceva parte di uno dei più interessanti
cassoni istoriati del primo Rinascimento. Propone infatti, uno accanto
all’altro, due motivi mitologici, la Caccia al cinghiale di Calidone e la Storia
di Atteone, contornati da altre scene venatorie3. Nel dipinto di Varsavia
1 Platonis opera, Venetiis 1517 (traduzione di Marsilio Ficino).
2 Volgarizzamenti trecenteschi dell’Ars amandi e dei Remedia amoris, edizione critica a cura di VLippi
Bigazzi, vol. I, Firenze 1987, p. 225 (volgarizzamento toscano). Per la versione latina si veda Ovid,
The Art of Love and other poems, trans, by Fl.Mozley, Cambridge, Mass. 1962, p. 14.
3 II dipinto proviene dalla collezione di Seweryn Czetwertynski; da una scritta sul retro si sa che
il trasferimento da legno su tela fu fatto da un Sidorow, probabilmente a Pietroburgo. Della
collezione Czetwertynski tratta E. Chwalewik, Zbiory polskie: archiwa, biblioteki, gabinety, galerie,
muzea i inne zbiory pamiqtek przeszlosci w Ojczyznie i na obczyznie, 2, Warszawa 1927, p. 381.
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