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Bulletin du Musée National de Varsovie — 37.1996

DOI issue:
Nr. 1-2
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Miziołek, Jerzy: Meleagro, Diana e Atteone su un cassone fiorentino nel Museo Nazionale di Varsavia
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https://doi.org/10.11588/diglit.18945#0041
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piedi in lavacri quasi circolari scoperti. Al contrario dell’illustratore del Codice
Panciatichi, gli autori dei dipinti di Varsavia e di San Francisco non si attennero
minuziosamente al testo di Ovidio, né alle versioni italiane, generalmente
fedeli, di Arrigo Simintendi o Giovanni de’ Bonsignori (sempre che sia stato
Ovidio la principale fonte letteraria). La sezione mediana del cassone di Varsavia
non si limita a illustrare il mito di Diana e Atteone, ma introduce alcuni
elementi aggiuntivi. A sinistra del lavacro, oltre a Diana e alle sue ninfe,
compaiono due personaggi. A differenza di Atteone, raffigurato dalla parte
opposta, hanno il capo circonfuso di raggi luminosi. Lino è di certo lo stesso
giovane dai capelli chiari e gli abiti di foggia antica rappresentato nella scena
della caccia al cinghiale di Calidone, ossia Meleagro, come proposto a suo tempo
da Spychalska-Boczkowska. Lo accompagna una figura tuttora enigmatica,
con una lunga veste nera foderata di rosso, un copricapo rosso, la mano destra
indicante Diana e le sue ninfe, che non ricorre in nessun’altra scena del
dipinto55. Nè stato possibile risalire a una fonte letteraria per Faccostamento di
Meleagro a Diana e Atteone, probabilmente unico nell’iconografia del tempo56.
Avviene pure, su un cassone a pastiglia dorata del 1430 circa conservato nel

15. Bagno di Diana con Atteone
e Meleagro, particolare centrale
del cassone nel Museo
Nazionale di Varsavia

55 Secondo Spychalska-Boczkowska, 1968, p. 34; “The figure accompanying Meleagros is probably
one of his uncles appearing in the hunting scene”. Tale interpretazione, però, andrà scartata, essendo
gli zii di Meleagro figure negative.

56 Per esempio in Teseida, VII, 61 sg., Boccaccio mette insieme Diana, Callisto, Atalanta e
Partenopeo. Si veda Boccaccio, 1938, p. 208.

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