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Bulletin du Musée National de Varsovie — 37.1996

DOI issue:
Nr. 3-4
DOI article:
Waźbiński, Zygmunt: Bartolomeo Manfredi alla luce dei nuovi documenti: un artisto caravaggesco e il mercato romano nel secondo decennio del Seicento
DOI Page / Citation link: 
https://doi.org/10.11588/diglit.18945#0163
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L’originalità (o l’indipendenza) artistica non esclude l’affermazione dello
Sandrart secondo cui il “modus” caravaggesco fu dominante nell’oeuvre del
Manfredi, perchè tale fu la richiesta del mercato fino agli anni venti del ‘600.
Se i Medici di Firenze o i Verospi di Roma ebbero propensione per lo stile
caravaggesco, i Chigi invece espressero il loro interesse per il manierismo.
Mancini, che forniva opere ai vari collezionisti italiani, doveva per forza
soddisfare i loro gusti. Sappiamo inoltre che le sue preferenze andavano agli
artisti classici di Bologna - Annibaie Carracci, Guido Reni - e di Roma -
Andrea Sacchi. Mancini, passata la moda caravaggesca, tornò ai classici
abbandonando i naturalisti.

Il ruolo del Mancini nella carriera di Bartolomeo Manfredi e indiscusso: egli
seppe inserire la sua personalità di pittore nel mercato romano ed
internazionale, dove coesistevano diverse correnti, ma predominava la moda
caravaggesca.
 
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