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Bulletin du Musée National de Varsovie — 39.1998

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Murawska-Muthesius, Katarzyna: Il teatro napoletano delle rovine: i quadri della cerchia di Leonardo Coccorante e di Gennaro Greco nelle raccolte polacche
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https://doi.org/10.11588/diglit.18947#0094
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14. Leonardo Coccorante,
Rovine in riva al marę
eon battaglia navale,
Breslavia,
Muzeum Narodowe;
(Foto: Edmund Witecki)

soltanto riproduzioni sceniche di superbe facciate, dietro le quali non c’e
nient’altro; la parete si sąuarcia aH’improvviso, rivelando il proprio carattere
fittizio, un finto “teatro all’aperto”.44 In ąuesto scenario artificiale richiamano
1’attenzione gli obelischi, dalie formę improbabili e fluide, che si innalzano tra
le rovine, danno Pimpressione di costituire un ornamento monumentalizzato
e ąuasi astratto, che su modello del “rocaille” francese e bavarese, si libera,
acąuistando coscienza della sua propria esistenza, della sua “soggettivita”.4

Le figurę delle vedute napoletane, invece, anche se riproducono ąualche
tema iconografico, sono essenzialmente prive di importanza. Piccole figurette
umane si aggirano fra gigantesche rovine, occupate in attivita casuali,
scollegate, soltanto per complementare, al vero tema della veduta, la
descrizione deParchitettura. Le colonne e i portici in rovina, le scalinate e le
balaustre, le statuę e le fontane di pietra, gli obelischi e le sepolture: ecco le
vere dramatis personae di ąuesta pittura; tra di loro si svolge Pazione,
esse evocano i sentimenti dello spettatore e suscitano in lui stupore per la

46 Spinosa 1986, p. 75.

47 SulP ‘elephantiasis dePornamento’, si vedaj. Białostocki, “Rokoko: ornament, styl i postawa”,
in: Refleksje i syntezy ze świata sztuki, Varsavia 1978, pp 158-177, soprattutto 169 - 170; anche
J. Białostocki, “Sztuka początków wieku XVIII”, in: Sztuka pierwszej połowy XVIII wieku.
Materiały Sesji Stowarzyszenia Historyków Sztuki w Rzeszowie, listopad 1978, Varsovia 1981,
p. 9-14. Gli obelischi assomigliano, infatti, alle celebri “macchine barocche”, le decorazioni
occasionali per feste e solennita, che costituirono, come osserva il Mancini, il primo campo anche
per gli esperimenti architettonici. Mancini, op. cit., p. 302; cfr. per esempio cat. 571d, 385 a,
385 e-f, etc. II problema dei legami tra le formę della reale architettura napoletana della prima
meta del Settecento, da Domenico Antonio Vaccaro o da Ferdinando Sanfelice, e le formę
delParchitettura rappresentata nella pittura merita di essere trattato a parte.

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