Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Bulletin du Musée National de Varsovie — 42.2001

DOI Artikel:
Dobrowolski, Witold: "Idilio romano o etrusco" di Henryk Siemiradzki
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.18950#0222

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
5. Henryk Siemiradzki
II rncante dei vosi
Foto do Lewandowski, p. 26

reticulatum e delYopus latericium nel periodo tardorepubblicano." Anche il
muretto ai piedi della roccia e di pietra e assomiglia alle fortificazioni
etrusche del IV sec. a.C. di Poggio Civitella, presso Montalcino in Toscana,
costruite in modo analogo eon pietre grezze.12 Uarchitettura ąuindi ci parła
di tempi modesti, poveri, non sfarzosi e corrisponde a ąuello che sappiamo
delPedilizia del periodo dei re etruschi a Roma, oppure dei tempi repubblicani;
un’edilizia di ąuesto genere era tipica anche delParchitettura etrusca.

La doppia erma e difficile da definire inequivocabilmente. II viso barbuto del
dio e piu facile da riconoscere e sembra possedere i tratti idealizzati e la barba
riccia tipici della seconda meta del V sec. a.C. Paragonando i profili dei due
volti potremmo accostare quest’erma per esempio al profilo di una doppia
erma della collezione Bonifacio Falcioni, conservata in Vaticano13
e rappresentante Dioniso adulto e Dioniso giovane, secondo un tipo decorativo
creato nelPAlto Impero, dal momento che i primi esempi provengono da
Pompei. Perció 1’erma del quadro sembra differire per il disegno della barba e
per Passenza della corona. Potrebbe allora essere Pimmagine di Ermes, patrono

" Uedilizia etrusca si serviva di materiali “poveri”, di muri di mattoni crudi, tufi in opus
ąuadratum, muri di pietre grezze di varie formę legati eon argilla: L. Donati, Architettura civile
sacra e domestica, in Gli Etruschi, a cura di M. Torelli, cat. della mostra, Palazzo Grassi, Venezia
2000, p. 321. I tufi erano diffusi anche a Roma prima delPImpero. Si applicava li il cappellaccio
estratto dal sottosuolo di Roma, in uso quasi esclusivamente in periodo arcaico, cioe nel VII-V
sec. a.C.; il tufo di Grotta Oscura estratto a Veio e a Roma, usato dal IV sec. a.C. fino al II sec.
a.C.; il tufo di Fidene - dal V al II sec. a.C.; il peperino dal IV sec. fino al periodo imperiale; il
travertino dal II sec. a.C. Nel ąuadro potevamo riconoscere uno di questi materiali, usati in modo
diffuso nelFItalia centrale nel cosiddetto opus ąuadratum nel periodo dalia monarchia alla
Repubblica prima della diffusione di diversi filari di mattoni e dei rivestimenti marmorei:
F. Coarelli, Guida archeologica di Roma, Roma 1974, pp. 340-341; J.C. Anderson jr., Roman
Architecture and Society, Baltimore-London 1997, pp. 139-151.

12 Donati, op. cit. p. 313, fig. p. 315, in alto.

13 L. M. Calió, La Collezione Bonifacio Falcioni, Citta del Vaticano 2000, pp. 672-673. Su
simili erme: S. Sailer, Beobachtungen an Doppelhermen, Hamburg 1968, p. 107.

220
 
Annotationen