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Bossi, Giuseppe
Del cenacolo di Leonardo da Vinci: libri quattro — Milano, 1810 [Cicognara, 3373]

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https://doi.org/10.11588/diglit.23792#0082
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non che dal primato ch'essa ha mantenuto fino a noi per tre secoli consecutivi,
sostenendolo anche allorquando la pittura si allontanò da que" severi principj
ai quali doveva l'antica sua gloria e perfezione. Mi verrà perciò, spero , per-
donato, se tratto dall'abbondanza della materia, mi dilungherò forse talvolta oltre
il limite conveniente al tema propostomi, e sembrerò qua e là deviare dall'og-
getto diretto della mia descrizione, per meglio internarmi dentro le intenzioni
e gli studj dell' autore. Le minute osservazioni delle quali una tanta opera por-
gerà occasione, non saranno inutili alla ricerca del bello ed al progresso della
vera arte di vedere.

Venendo adunque al proposito nostro, dico che il convento delle Grazie,
cui Leonardo diè tanta fama, fu poveramente incominciato al tempo di Fran-
cesco Sforza nel 1464; ed il refettorio che suol essere sempre la parte più
vasta ed ornata di ogni convento, essendo già stato intrapreso meno meschi-
namente, fu allungato nel 1481 a sessanta braccia sopra la larghezza che di
braccia quindici fu ad esso probabilmente da principio stabilita. Una delle teste
di questo refettorio fu data a dipingere a Leonardo; e o per iscelta del pittore o
per comando di chi commise 1' opera, ne fu argomento 1' ultima Cena di Cristo
cogli apostoli. È da credere che Leonardo abbracciasse con trasporto una sì
bella occasione di mettere in pratica le profonde speculazioni da lui fatte sul-
r arte della pittura, e di mostrarsi capace di fare in essa, non meno che in
altre arti, meglio di ogni suo competitore qual si fosse, come egli stesso non
temea d'asserire. Egli è certo che tanto studio ei pose in comporre quest'opera,
tanta diligenza in eseguirla, che allorquando la scoperse, provò di quanto si
poteva estendere il confine dell' arte, e ne cangiò affatto V aspetto, spingendola
a tal colmo che d'allora in poi non salì a maggiore.

Lo spazio destinatogli prendeva tutta la larghezza del refettorio , e tanta parte
dell' altezza della parete, che l'opera riusciva alta la metà circa della sua larghezza.
Egli adattò perfettamente la sua composizione a tal campo, ponendo per tra-
verso una gran mensa alla quale fe' seder Cristo nel mezzo e sei per banda gli
apostoli, collocando gli ultimi a seder di profilo. Le figure sono la metà circa
maggiori del naturale, quali appunto convenivano al luogo che può ammettere
spettatori fino a sessanta braccia di distanza. Converrà nominarle ad una ad una,
acciocché si vegga con quanta finezza d'artificio Leonardo contrapponendo i carat-
teri, alternando le fisionomie e le età, variando gli affetti, le attitudini, i costumi,
seppe comporre un tutto sì vario a un tempo e sì equilibrato ed armonico , che
più quest' opera si contempla, più occupa la mente e più riempie l'animo di
meraviglia e di diletto. Nè si creda che a capriccio o a congetture, come altri
fecero, io proceda nella mia nomenclatura : essa ha l'appoggio dell' autorità in
un' antica copia che descriverassi in appresso, sotto la quale da sincrona iscri-
zione veniamo assicurati del nome di ciascheduno degli attori del quadro.
 
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