ANNOTAZIONI
ALL' EPISTOLA DEDICATORIA.
(*) A u questi Francesco Melzo o Melzi da Vaprio,
gentiluomo milanese , di cui le case e gli averi sono
ora posseduti da Francesco Melzi d'Eril, duca di Lodi.
Come siano stati infelicemente dispersi i libri la-
sciati da Leonardo a questo suo prediletto discepolo,
si legge nel ragguaglio scritto da Giovannambrogio
Mazzenta in fine del codice che servì per la prima
edizione del Trattato di Leonardo procurata dal Du-
Fresne. Veggansi Venturi, Essai sur les Ouvrages physico-
mathématiques de Léonard de Vinci, ecc. ed Amoretti,
Memorie storiche di Leonardo , preposte all' edizione
milanese del Trattato pubblicata nel 1804.
Francesco fu valente pittore , e pare che special-
mente nella miniatura si esercitasse, dal che vien detto
Miniatore dal Lomazzo e da altri. Fé' nondimeno tali
opere ad olio , che con quelle del suo maestro vennero
confuse. Il Du-Fresne asserì di Leonardo un quadro
rappresentante una Flora che vedovasi a Parigi in
casa il duca di Saint-Simon , ed il Mariette noi
riconobbe esser del Melzi se non iscoprendovi inscritto
il suo nome. Non è quindi meraviglia se il Lomazzo
in un sonetto diretto a Francesco, che leggesi nel se-
condo libro de' suoi Grotteschi , gli dica :
Veggio natura con oltraggio e scorno
Vinta dalle belle opre vostre, e il morso
Posto alV invidia , ecc.
Il Vasari che il conobbe nel i566 , dice eh'era al-
lora bello e gentile vecchio, com' era stato bellissimo
fanciullo al tempo di Leonardo. Per conseguenza errò
forte il Baldinucci, dicendo che Francesco fiorisse nel
1490; che a quell'anno, se pure era nato, doveva
essere in fasce.
Vedesi inciso un suo disegno d'una bella testa di
vecchio, fra i disegni di Leonardo pubblicati da Giu-
seppe Gerii nel 1784. La stessa testa vedesi fra quelli
incisi dal Mantelli, che apparvero nel 1785. Nell'ori-
ginale leggesi che tal disegno fu fatto dal Melzi men-
tre non aveva che diciassette anni.
AL LIBRO PRIMO.
(1) Questa lettera che può leggersi nelle citate Memorie Jq antonio beltrafio
storiche dell'Amoretti, a pag. 24 , non ha data , ma fu
scritta assai probabilmente ne' primi tempi che Leo- j; T CONSILII ET MORUM
nardo fu a Milano, e certamente avanti che intrapren- GRAVITATE SVIS CIVIBVS
desse per la corte opera alcuna considerabile. Si dice GRATIS S. PROPINQVIORES
diretta a Lodovico il Moro , ma potrebbe anche essere . ^^ot^t-tit^ k r ^ t>
stata diretta al duca Galeazzo , sUO fratello. AMICI DESIDERIO AEGRE
Agli argomenti che fanno credere Leonardo venuto TEMPERANTES P.
assai giovane fra noi , aggiungasi quello che si può
desumere dall'iscrizione sepolcrale del Boltraffio. Que- VIXIT ANN. XXXXVIIII.
sto egregio suo allievo, nato l'anno 1466, s'era posto
a studiare la pittura fin dalla fanciullezza: dunque il PICTVRAE AD QUAM PVERVM SORS
Vinci, suo precettore, era a Milano e vi godea credito DETVLERAT STVDIO INTER SERIA
di buon maestro , mentre il Boltraffio era ancora in NON ABSTINVIT NEC SI QV1D
età puerile. Ecco l'iscrizione copiata esattamente dalla EFFINXIT ANIMASSE OPVS
lapida , che una volta vedevasi nella chiesa di san MINVSQVAM SIMVLASSE
Paolo in Compito, e che ora conservasi nell'Accade- VISVS EST
mia Reale.
MDXVI.
ALL' EPISTOLA DEDICATORIA.
(*) A u questi Francesco Melzo o Melzi da Vaprio,
gentiluomo milanese , di cui le case e gli averi sono
ora posseduti da Francesco Melzi d'Eril, duca di Lodi.
Come siano stati infelicemente dispersi i libri la-
sciati da Leonardo a questo suo prediletto discepolo,
si legge nel ragguaglio scritto da Giovannambrogio
Mazzenta in fine del codice che servì per la prima
edizione del Trattato di Leonardo procurata dal Du-
Fresne. Veggansi Venturi, Essai sur les Ouvrages physico-
mathématiques de Léonard de Vinci, ecc. ed Amoretti,
Memorie storiche di Leonardo , preposte all' edizione
milanese del Trattato pubblicata nel 1804.
Francesco fu valente pittore , e pare che special-
mente nella miniatura si esercitasse, dal che vien detto
Miniatore dal Lomazzo e da altri. Fé' nondimeno tali
opere ad olio , che con quelle del suo maestro vennero
confuse. Il Du-Fresne asserì di Leonardo un quadro
rappresentante una Flora che vedovasi a Parigi in
casa il duca di Saint-Simon , ed il Mariette noi
riconobbe esser del Melzi se non iscoprendovi inscritto
il suo nome. Non è quindi meraviglia se il Lomazzo
in un sonetto diretto a Francesco, che leggesi nel se-
condo libro de' suoi Grotteschi , gli dica :
Veggio natura con oltraggio e scorno
Vinta dalle belle opre vostre, e il morso
Posto alV invidia , ecc.
Il Vasari che il conobbe nel i566 , dice eh'era al-
lora bello e gentile vecchio, com' era stato bellissimo
fanciullo al tempo di Leonardo. Per conseguenza errò
forte il Baldinucci, dicendo che Francesco fiorisse nel
1490; che a quell'anno, se pure era nato, doveva
essere in fasce.
Vedesi inciso un suo disegno d'una bella testa di
vecchio, fra i disegni di Leonardo pubblicati da Giu-
seppe Gerii nel 1784. La stessa testa vedesi fra quelli
incisi dal Mantelli, che apparvero nel 1785. Nell'ori-
ginale leggesi che tal disegno fu fatto dal Melzi men-
tre non aveva che diciassette anni.
AL LIBRO PRIMO.
(1) Questa lettera che può leggersi nelle citate Memorie Jq antonio beltrafio
storiche dell'Amoretti, a pag. 24 , non ha data , ma fu
scritta assai probabilmente ne' primi tempi che Leo- j; T CONSILII ET MORUM
nardo fu a Milano, e certamente avanti che intrapren- GRAVITATE SVIS CIVIBVS
desse per la corte opera alcuna considerabile. Si dice GRATIS S. PROPINQVIORES
diretta a Lodovico il Moro , ma potrebbe anche essere . ^^ot^t-tit^ k r ^ t>
stata diretta al duca Galeazzo , sUO fratello. AMICI DESIDERIO AEGRE
Agli argomenti che fanno credere Leonardo venuto TEMPERANTES P.
assai giovane fra noi , aggiungasi quello che si può
desumere dall'iscrizione sepolcrale del Boltraffio. Que- VIXIT ANN. XXXXVIIII.
sto egregio suo allievo, nato l'anno 1466, s'era posto
a studiare la pittura fin dalla fanciullezza: dunque il PICTVRAE AD QUAM PVERVM SORS
Vinci, suo precettore, era a Milano e vi godea credito DETVLERAT STVDIO INTER SERIA
di buon maestro , mentre il Boltraffio era ancora in NON ABSTINVIT NEC SI QV1D
età puerile. Ecco l'iscrizione copiata esattamente dalla EFFINXIT ANIMASSE OPVS
lapida , che una volta vedevasi nella chiesa di san MINVSQVAM SIMVLASSE
Paolo in Compito, e che ora conservasi nell'Accade- VISVS EST
mia Reale.
MDXVI.