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Canina, Luigi
L' architettura antica (Testo): Sezione 1, Architettura egiziana: Monumenti — Rom, 1839

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https://doi.org/10.11588/diglit.5002#0031

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50 ARCHITETTURA EGIZIANA- PARTE I.

come un'opera nobilissima ; e che a Giove inoltre ne aveva eretti due di oro dedicando il maggiore di essi al
Dio celeste, ed il minore a suo padre che pure aveva colà regnato e che era chiamato Ammone. Aveva egli
stabilite anche edicole di oro agli altri Dei, attribuendo a ciascuno gli onori che gli conveniva, ed assegnando
sacerdoti che avessero cura dei sacrifizj opportuni. Si credeva poscia avere Osiride ed Iside tenuti in pregio
singolare gl'inventori delle arti, e chiunque avesse fabbricato alcuna cosa utile; e perciò si erano stabilite nella
Tebaide officine di rame e di oro ; col primo metallo si dicevano essersi costrutte armi per uccidere le fiere ed
istromenti per lavorare la terra, e col secondo gittate statue e fatte opere nei tempj degli Dei onde maggiormente
incivilire gli uomini.

Lo stesso Osiride nella spedizione che imprese a fare in compagnia del fratello denominato, secondo i
Greci, Apollo, e dei suoi figli Anubi e Macedone unitamente a Pane, Tritolemo e Marone, si dicono dal
medesimo Diodoro Siculo essere state erette nobili città in Etiopia, ove primieramente si rivolse quella spedi-
zione; e nei confini della stessa regione essersi muniti con argini entrambi i lati del Nilo, onde nel tempo delle
escrescenze quel fiume non ristagnasse più di quanto occorreva al bisogno. Lo stesso Osiride, portandosi dietro
l'Eritreo sino agl'Indi ed ai confini del mondo abitabile, non poche città si credevano essere state da lui edifi-
cate a quei popoli. Ritornato poi in Egitto, dicevansi avere portati da tutti i paesi, che aveva scorsi, preziosi
doni. Quantunque a questi racconti non si possa prestare fede alcuna, pure osservando che non poterono essere
interamente inventati, e che dovettero essere basati su di un qualche avvenimento effettivamente accaduto,
servono essi per dimostrare esservi stata sino da quelle prime età una comunicazione dei popoli di Egitto con
quei delle altre regioni in allora maggiormente abitate,e che mentre si trasportarono dall'Egitto molte cogni-
zioni nelle stesse diverse regioni, ne dedussero pure da queste gli Egiziani, come lo diede a conoscere il suddetto
scrittore nel dire che al ritorno della sovraindicata spedizione si recarono in Egitto molti doni. Inoltre tra le
istituzioni promosse dagli Egizj in altri paesi, si annoveravano molte colonie diffuse pel mondo; la prima delle
quali fu quella di Belo figliuolo, come credevasi, di Nettuno e di Libia, che fu condotta nella Babilonia, ove
scelto un luogo presso l'Eufrate istituì conforme l'uso degli Egizj, sacerdoti immuni da spese e da pesi pub-
blici , che i Babilonesi chiamarono poscia Caldei. Dall'Egitto parimenti si diceva essere uscito Danao che popolò
di abitanti Argo la più antica città della Grecia; e similmente diversi altri capi dei popoli greci, tra i quali si
annovera Peto padre di Menesteo, ed Eretteo, come in particolare si trova narrato da Diodoro Siculo nella prima
parte del libro primo della sua storia universale.

Lo stesso storico altrove poi riferiva che l'inventore delle discipline e delle arti, dicevano i sacerdoti del-
l'Egitto, essere stato Ermete, cioè Mercurio, il quale fu lasciato come consigliere ad Iside da Osiride allorché
egli imprese la anzidetta spedizione; onde è che sempre in circa nello stesso tempo si devono credere essere state
stabilite le prime istituzioni presso gli Egizj (2). Tra le cose riferite da Erodoto sull'Egitto, si osserva che i
nomi dei dodici Iddii si dicevano essere stati istituiti dagli Egizj, dai quali li ricevettero poscia i Greci come
pure avere essi i primi erette ai medesimi Iddii are, simulacri, e tempj con animali di pietra scolpiti (3). Questi
sono i principali documenti che dimostrano doversi attribuire ai primi insegnamenti e le prime opere risguardanti
l'arte dell'edificare a quelle divinità che si dicono avere tenuto il governo dell'Egitto nei tempi favolosi. Ai
medesimi documenti non si può aggiungere nulf altro di positivo se non che di credere essere stata quella regione
una delle prime ad ordinare le principali istituzioni intorno l'arte che abbiamo impreso a dimostrare nei suoi
principi ; né per esporre alcuna nuova idea crediamo di seguire l'opinione di coloro che intendono di potere con
sana critica separare dai sovraindicati racconti la storia dalle favole, perchè soli vani supposti si potrebbero
esporre. Ciò che si trova registrato nelle memorie tratte dalla cosi detta Vecchia Cronaca e dal primo libro di
Manetone, riferito da Giulio Africano, Eusebio e Sincello in particolare, può somministrare bensì ampio argo-
mento alle ricerche che si fanno intorno la cronologia dei tempi, ma non allo stabilimento delle arti; onde è
che ci rivolgeremo ad altre ricerche basate su più approvati documenti.

Dalle sacre carte si conosce che allorquando gli uomini si erano uniti nella terra di Senaar alcun tempo
dopo il diluvio, e che parlavano una sola favella e tenevano uno stesso discorso, proposero tra loro di fare dei

(2) Diodoro. Siculo Lib. I. Pari. II. e. \. (3) Erodoto in Euterpe, ossia Lib. II. e. A.
 
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