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Canina, Luigi
L' architettura antica (Testo): Sezione 1, Architettura egiziana: Monumenti — Rom, 1839

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https://doi.org/10.11588/diglit.5002#0123

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122 ARCHITETTURA EGIZIANA. PARTE I.

CAPITOLO V.

DALLE CONQUISTE DI ALESSANDRO IL GRANDE

A TUTTO IL GOVERNO DEI LAGIDI

EPOCA IN CUI L'ARTE DELL'EDIFICARE

ACQUISTO' NUOVO LUSTRO SOTTO LA INFLUENZA GRECA

iccome Alessandro, conquistando le principali regioni del mondo più cognito dagli antichi, portò un rag-
guardevole cambiamento nelle pratiche ed istituzioni delle stesse regioni; cosi onde più chiaramente dimostrare
quanto accadesse nell'arte dell'edificare in tale grande avvenimento, seguiremo primieramente in questa espo-
sizione l'ordine tenuto dai diversi scrittori antichi, che si diedero a descrivere l'andamento di quelle conquiste,
per poi progredire con egual ordine a considerare le successive vicende dell'arte medesima.

Poiché Alessandro dopo di aver acquistato il supremo dominio sui greci, passò col suo esercito in Asia
mentre reggeva l'impero persiano Dario sopranomato Codomano, il quale per aver esteso il dominio in Egitto
venne compreso tra i re dell'ultima dinastia considerata nell'antecedente partimento storico. Colla vittoria
riportata presso al Granico da Alessandro, si rese egli padrone delle regioni asiatiche poste verso il Mediterraneo,
e giunto in Sardi capitale della Lidia fece edificare un tempio a Giove Olimpico vicino alla rocca di quella città,
ove torreggiava la reggia degli antichi re di quella regione (1). Benché siffatta opera debba credersi compita da
Pausania lasciato al comando di quella città, pure le grandi imprese militari, a cui erano rivolte tutte le dispo-
sizioni di Alessandro, non permettevano che si eseguisse sotto di lui una sì ragguardevole opera. Quanto operasse
Alessandro nelle città dei greci dell'Asia minore e precipuamente nel ristabilimento del grande tempio di Efeso
abbrucciato da Erostrato nel giorno stesso in cui egli nacque, si prende ad esaminare nella Sezione II dell'Archi-
tettura greca, alla quale appartengono le opere di quelle città. Quindi da quanto si narra di quel conquistatore
sino allo stabilimento della sua città in Egitto si deducono più distruzioni che edificazioni di opere, come tali
furono quelle di molte città da lui prese colla forza delle armi, e precipuamente l'antica Tiro ch'era conside-
rata quale città grande nella memoria dei posteri, esser vetusta di origine ed aver sommo potere di dominio sui
mari. Dopo di aver conquistato l'Egitto e visitato il celebre tempio di Aminone, stabili di fondare una città
vicino al porto del Faro; ed egli stesso ne diresse la distribuzione e la chiamò dal suo nome Alessandria. Nella
direzione delle strade si ebbe cura di renderle disposte in modo che i venti d'estate liberamente le scorressero,
onde fosse dal vento proveniente dal mare rinfrescata l'aria e mantenuta una benigna temperatura per gli abi-
tanti. Il circuito delle mura dava alla città grande ampiezza e fortezza ad un tempo; ed avendo da un lato il
lago e dall'altro il mare, si rendeva l'accesso alla città da soli due luoghi angusti. La figura, che fu data alla stessa
città, corrispondeva a quella di una clamide tagliata per mezzo dalla lunga e larga strada, che si stendeva
in lunghezza quaranta stadj da una parte all'altra, ed era ornata tutta di case e di tempj di magnifica ar-
chitettura. Ordinò inoltre Alessandro che vi si edificasse una reggia vasta ed in ogni sua parte magnificentis-
sima, la quale anche i re dell'Egitto, che regnarono dopo di Alessandro, accrebbero in modo assai sontuoso.
Divenne cosi quella città la capitale dell'Egitto (2). Èra opinione che Alessandro avesse impiegato nel disporre
la stessa città quel Dimocrate che già gli aveva presentato il piano per ridurre il monte Ato in forma di città (3).
Ma tutte le memorie, che si hanno della stessa città, fanno conoscere che si sia in tale stabilimento seguito più
quanto si soleva praticare dagli egiziani nell'arte dell'edificare che introdurre una maniera nuova per l'Egitto
e propria dei greci; e ciò nonostante che si dica da Arriano in particolare essere stato divisamente di Ales-
sandro d'innalzare ivi tempj ai numi greci (4). Benché ora soltanto poche tracce si rinvengano di quella an-

(1) Q. Curzio Lib. IL e. 26. (3) Vitruvio Lib. IL Praef. Plinio Histor. Nat. Lib. VII.

(2) Diodoro siculo Lib. XVII. e. 52. Q. Curzio Lib. IV. cap. 38. Valerio Massimo Lib. I. cap. 4. Ammiano Marcellino
e. 32. Giustino Lib. IL e. 11. Strabone Lib. XVI. e Plutarco Lib. XXII. e. 16. Solino e. 32.

in Alessandro. (4) Arriano. Spedizione di Alessandro Lib. IH. e. 1.
 
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