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STORIA DELL'ARTE
CAPITOLO I.
DAI PRIMI TEMPI COGNITI NELLA STORIA ANTICA E PRINCIPALMENTE DA MENES
CAPO DELLA PRIMA DINASTIA DEI RE DELL'EGITTO,
SINO AD AMMENEMES RE DIOSPOLITANO DELL'UNDECIMA DINASTIA.
È
abbastanza provato che nell'Egitto e nella Nubia esistono i più antichi e più grandi monumenti che
si conoscono essersi fatti dai popoli antichi; e perciò da essi avranno principio le nostre ricerche, le quali sono
dirette a rintracciare quale fosse il principio dell'arte di edificare, e quali fossero i primi progressi che in essa si
fecero. Inoltre secondo il piano stabilito spetta di dritto ad una tale regione la preferenza ; perchè con il titolo di
architettura Egiziana viene questa prima Sezione distinta. Così Diodoro Siculo Dell' imprendere la sua grande
opera sulla storia antica in generale, osservava che per essersi favoleggiato che gli Dei erano nati in Egitto, ed agli
Egiziani si solevano attribuire le prime osservazioni degli astri, e per essersi raccontati i preclari fatti dei grandi
uomini vissuti tra essi, erasi egli determinato a dare principio dalle cose dell'Egitto (l). Da quanto adunque si
deduce con più certezza dai sovraindicati monumenti stabilirò l'origine ed i primi progressi che si fecero nell'arte
di edificare tanto presso gli stessi Egiziani, quanto i Fenici, Babilonesi, Assiri, Persiani ed Indiani in generale,
come venne stabilito nell'ordinamento proprio di questa prima Sezione. Non starò a determinare precisamente
gli anni in cui accaddero gli avvenimenti che produssero una qualche circostanziata variazione nelle pratiche
della stessa arte; perchè essendo varii i calcoli che si fanno sulla cronologia delle più remote età, porterebbe
non lieve lavoro l'indicare soltanto quale sia la migliore opinione. E d'altronde essendo siffatte ricerche aliene
allo scopo prefisso, mi limiterò a seguire un'ordinamento compilato bensì cronologicamente, ma non prescritto
dagli anni. Quindi conviene avvertire che in tutte queste narrazioni ho stabilito per principio fondamentale di
considerare l'arte dell'edificare avere ricevute le sue varie maniere dalla natura dei luoghi in cui venne impiegata;
giacché dovette essa per necessità adattarsi al clima, ai materiali ed ai mezzi proprii di ciascun popolo ; onde è che
non poteva essere suscettibile, come spesso avvenne nelle altre arti, di trasportarsi collo stesso metodo da un paese
all'altro. Gli ornamenti ancora, che si appropriavano ad essa e che spettano alle altre arti, dovevano adattarsi
alla maniera propria di ogni regione. Laonde non c'intratterremo ad esaminare quelle tante e varie opinioni che si
sogliono esporre dagli scrittori moderni sulle derivazioni delle pratiche di quest'arte, e ciò maggiormente rispetto
al popolo Egiziano, dal quale abbiamo stabilito di dare principio alle nostre narrazioni storiche; poiché da esso
giustamente si sogliono derivare cognizioni, e non introdurne presso di esso da altro qualunque popolo.
Premessi questi principj fondamentali riferiremo alcune cose sull'arte di edificare che si trovano indicate
dagli antichi scrittori a riguardo dei tempi in cui si credeva essere stato l'Egitto governato dagli Dei, benché sicno
esse da tenersi in gran parte favolose. Ciò che venne attribuito a Vulcano, che credevasi essere stato il primo
a regnare in Egitto, come pure al Sole suo figliuolo ed a Saturno, si riferisce ai ritrovati spettanti ad ogni bi-
sogno dell'uomo in generale: ma mentre Osiride teneva il regno si narra che avesse egli fatto fabbricare nella
Tebaide di Egitto una città di cento porte, a cui diede il nome di Madre, e che poi dai posteri si disse Diospoli,
cioè città di Giove, e poscia cognominossi Tebe. Però osservava Diodoro Siculo che intorno al fondatore di
questa città diversi erano i pareri, non solo degli autori che di ciò scrissero, ma pure degli stessi sacerdoti di
Egitto; imperocché molti credevano che non da Osiride, ma gran tempo dopo di lui una tale città venisse fab-
bricata da un certo re, le di cui imprese nel seguito descriveremo. Quindi riferiva lo stesso storico che si credeva
avere Osiride innalzato un tempio ai suoi genitori Giove e Giunone, che per grandezza e spesa era considerato
(1) Diodoro Siculo. Lib. Le. 3. Gli scritti di Erodoto ci som- Egiziani una tale preferenza, come nel seguito si riferiranno e
ministrano altri documenti, onde con ogni dritto concedere agli si considereranno con maggior cura.
STORIA DELL'ARTE
CAPITOLO I.
DAI PRIMI TEMPI COGNITI NELLA STORIA ANTICA E PRINCIPALMENTE DA MENES
CAPO DELLA PRIMA DINASTIA DEI RE DELL'EGITTO,
SINO AD AMMENEMES RE DIOSPOLITANO DELL'UNDECIMA DINASTIA.
È
abbastanza provato che nell'Egitto e nella Nubia esistono i più antichi e più grandi monumenti che
si conoscono essersi fatti dai popoli antichi; e perciò da essi avranno principio le nostre ricerche, le quali sono
dirette a rintracciare quale fosse il principio dell'arte di edificare, e quali fossero i primi progressi che in essa si
fecero. Inoltre secondo il piano stabilito spetta di dritto ad una tale regione la preferenza ; perchè con il titolo di
architettura Egiziana viene questa prima Sezione distinta. Così Diodoro Siculo Dell' imprendere la sua grande
opera sulla storia antica in generale, osservava che per essersi favoleggiato che gli Dei erano nati in Egitto, ed agli
Egiziani si solevano attribuire le prime osservazioni degli astri, e per essersi raccontati i preclari fatti dei grandi
uomini vissuti tra essi, erasi egli determinato a dare principio dalle cose dell'Egitto (l). Da quanto adunque si
deduce con più certezza dai sovraindicati monumenti stabilirò l'origine ed i primi progressi che si fecero nell'arte
di edificare tanto presso gli stessi Egiziani, quanto i Fenici, Babilonesi, Assiri, Persiani ed Indiani in generale,
come venne stabilito nell'ordinamento proprio di questa prima Sezione. Non starò a determinare precisamente
gli anni in cui accaddero gli avvenimenti che produssero una qualche circostanziata variazione nelle pratiche
della stessa arte; perchè essendo varii i calcoli che si fanno sulla cronologia delle più remote età, porterebbe
non lieve lavoro l'indicare soltanto quale sia la migliore opinione. E d'altronde essendo siffatte ricerche aliene
allo scopo prefisso, mi limiterò a seguire un'ordinamento compilato bensì cronologicamente, ma non prescritto
dagli anni. Quindi conviene avvertire che in tutte queste narrazioni ho stabilito per principio fondamentale di
considerare l'arte dell'edificare avere ricevute le sue varie maniere dalla natura dei luoghi in cui venne impiegata;
giacché dovette essa per necessità adattarsi al clima, ai materiali ed ai mezzi proprii di ciascun popolo ; onde è che
non poteva essere suscettibile, come spesso avvenne nelle altre arti, di trasportarsi collo stesso metodo da un paese
all'altro. Gli ornamenti ancora, che si appropriavano ad essa e che spettano alle altre arti, dovevano adattarsi
alla maniera propria di ogni regione. Laonde non c'intratterremo ad esaminare quelle tante e varie opinioni che si
sogliono esporre dagli scrittori moderni sulle derivazioni delle pratiche di quest'arte, e ciò maggiormente rispetto
al popolo Egiziano, dal quale abbiamo stabilito di dare principio alle nostre narrazioni storiche; poiché da esso
giustamente si sogliono derivare cognizioni, e non introdurne presso di esso da altro qualunque popolo.
Premessi questi principj fondamentali riferiremo alcune cose sull'arte di edificare che si trovano indicate
dagli antichi scrittori a riguardo dei tempi in cui si credeva essere stato l'Egitto governato dagli Dei, benché sicno
esse da tenersi in gran parte favolose. Ciò che venne attribuito a Vulcano, che credevasi essere stato il primo
a regnare in Egitto, come pure al Sole suo figliuolo ed a Saturno, si riferisce ai ritrovati spettanti ad ogni bi-
sogno dell'uomo in generale: ma mentre Osiride teneva il regno si narra che avesse egli fatto fabbricare nella
Tebaide di Egitto una città di cento porte, a cui diede il nome di Madre, e che poi dai posteri si disse Diospoli,
cioè città di Giove, e poscia cognominossi Tebe. Però osservava Diodoro Siculo che intorno al fondatore di
questa città diversi erano i pareri, non solo degli autori che di ciò scrissero, ma pure degli stessi sacerdoti di
Egitto; imperocché molti credevano che non da Osiride, ma gran tempo dopo di lui una tale città venisse fab-
bricata da un certo re, le di cui imprese nel seguito descriveremo. Quindi riferiva lo stesso storico che si credeva
avere Osiride innalzato un tempio ai suoi genitori Giove e Giunone, che per grandezza e spesa era considerato
(1) Diodoro Siculo. Lib. Le. 3. Gli scritti di Erodoto ci som- Egiziani una tale preferenza, come nel seguito si riferiranno e
ministrano altri documenti, onde con ogni dritto concedere agli si considereranno con maggior cura.