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Canina, Luigi
L' architettura antica (Testo): Sezione 1, Architettura egiziana: Monumenti — Rom, 1839

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https://doi.org/10.11588/diglit.5002#0045

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44 ARCHITETTURA EGIZIANA- PARTE I.

Evidentemente prima che gì'indicati ornamenti venissero sculpiti nelle pietre, con cui si edificarono i più.
nobili edifizj dell'Egitto, dovevano essi essere distinti con colori; imperocché sino dal tempo del suddetto
Sosorthus, secondo re della terza dinastia, vedesi registrato nelle liste di Manetone essersi questo principe partico-
larmente occupato nel ben dipingere quei caratteri con cui praticavasi spesso di adornare le pareti degli edifizj (41).
D'altronde si trova riferito da Plinio essere stata opinione di alcuni che gli Egiziani avessero ritrovata l'arte del
dipingere sei mille anni avanti che fosse introdotta nella Grecia. Quantunque effettivamente una tanta antichità
si debba risguardare per una vana ostentazione, come bene osservava lo stesso scrittore (42) ; pure dalla sud-
detta indicazione si può dedurre con qualche evidenza che sino dal tempo, in cui tennero il regno i principi
della terza dinastia, si sia praticato di decorare le fabbriche con alcune parti colorite; della quale pratica se ne
hanno moltissimi esempj nelle opere dei tempi posteriori che servono pure in certo modo a confermare il più
antico uso. Ed anzi dai medesimi esempj si conosce che solo nelle età più remote si fece uso dei colori per
rilevare gli ornamenti ; mentre nei tempi meno antichi si conoscono essere stati più freguentemente sculpite
nelle pietre ; e ciò è ben naturale, perchè riesce assai più facile il fare distinguer un ornamento qualunque con
i colori, che il rilevarlo o l'inciderlo nelle dure pietre. Così si viene a ridurre a grande antichità quel metodo
di colorire le opere di architettura che si credeva introdotto solo in età assai meno remote.

L'unica forma che con sicurezza si conosca essersi data alle opere erette in questa prima epoca, è quella
che costantemente vedesi impiegata nelle piramidi. Se precisamente essa si sia dedotta dalle figure dei monti,
come più comunemente si suppose, o da altro naturale modello, non si può ora determinare: ma bensì si trova
essa essere nel tempo stesso quella che offriva maggiore facilità, di esecuzione e solidità come lo contestano le
simili opere che sussistono da tanti secoli, in modo da non potere essere distrutte altro che per mano dell'uomo,
e non certamente per naturali deperimenti. La forma circolare nella base, ed in alto ristretta a guisa di cono,
come praticarono di comporre i tumuli sepolcrali alcuni altri antichi popoli, avrebbe certamente offerta anche
maggiore solidità di quella quadrata, per essere così evitati gli angoli che facilmente possono scomporsi; ma
avrebbe presentata poi assai maggior difficoltà nella esecuzione; poiché si sarebbero dovute ridurre le pietre
centinate progressivamente ristrette in ogni ordine, ciò che avrebbe necessariamente prociotto un lavoro di difficile
esecuzione, ed improprio di quei primitivi tempi. D'altronde non si sa conoscere per quale vero motivo gli Egiziani
ordinassero tutte le loro opere quasi sempre sulle linee rette, e solo alcune poche parti di esse vennissero disposte
sulle linee curve. Su questi principj fondamentali si venne a comporre quel genere di architettura che accoppiava
ad una somma solidità grande nobiltà, mentre poi era privo di quella eleganza che vedesi impiegata nelle fab-
briche dei Greci in particolare. Sul medesimo carattere convien supporre che sieno state edificate le opere di
Memfi erette durante il lungo periodo che i principi delle prime dinastie vi tennero il regno, ed in particolare il
tempio di Vulcano colla reggia dei medesimi re memfiti: ma nulla di positivo si può ora conoscere su tali
primitive fabbriche; onde è che seguendo il nostro divisamento di non intertenerci in vani supposti, ci riser-
beremo a dimostrare le più comuni pratiche tenute dagli Egiziani nelle differenti fabbriche, allorché si esami-
neranno le opere erette nelle successive età, delle quali se ne hanno imponenti reliquie.

Pertanto dalle cose esposte e comprovate coi monumenti si può stabilire che presso gli Egiziani si trovano
le più cospicue e vetuste opere che si conoscano erette nelle primitive età; e che presso di loro in conseguenza
ebbero origine i principali generi di struttura che si attribuirono poscia ad altri popoli. Questo è quanto che
con più certezza si può conoscere sull'arte dell'edificare nel periodo prescritto a questa prima epoca, senza però
comprendere tutte quelle cose che sono riferite su particolari opinioni, e che non si possono comprovare con
alcun documento antico, nò con alcun ragguardevole monumento; percui esse tutte vennero escluse dal no-
stro divisamento.

(41) K«r tvjv ctó i-sorov X/Sov ohoàop.ia» ivpaao, uO.à ypaqnjs est. Jegyptii sex mìllibus annorum apud ipsos inventam, prius-
imiux-ffi/). (Manetone prèsso Eusebio Cron.) quarti in Graeciam transiret, affìrmant, pana praedicatione, ut

(42) De picturae initiis incerta, nec i/istituti opcris qicaesitio palam est. (Plinio. Hist. Nat. Lib. XXXr. e. 5.)
 
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