Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Canina, Luigi
L' architettura antica (Testo): Sezione 1, Architettura egiziana: Monumenti — Rom, 1839

DOI Seite / Zitierlink:
https://doi.org/10.11588/diglit.5002#0254

DWork-Logo
Überblick
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
C A I». IX. GENEBE PERSIANO 107

mente proprio dell'Egitto; percui coloro, che senza la generale conoscenza delle più estese pratiche tenute dai
medesimi antichi egiziani nell'arte dell'edificare, non trovando alcuna corrispondenza del suddetto genere ne
vollero escludere qualunque applicazione: ma bensì si conosce chiaramente, essere tratta da quel singolare gene-
re che era precisamente proprio delle fabbriche private e che differiva tanto da quello impiegato negli edifiz]
sacri quanto differiva una struttura interamente composta colla maggior solidità e con grandi pietre, da quella
formata essenzialmente col legno ; percui l'un genere sfoggiava in robustezza, l'altro in sveltezza, come am-
piamente si è dimostrato nel descrivere le varie pratiche tenute dagli antichi egiziani in ogni specie di fabbri-
che. E ben si conveniva la derivazione del medesimo genere singolare di decorazione architettonica ; perchè
venne ad essere applicato per le fabbriche private della stessa specie, mentre i persiani, non essendo soliti di
edificare tempj ragguardevoli, non conveniva a loro neppure l'applicazione del genere di architettura più no-
bile appropriato dagli egiziani agli edifìzj sacri. Si adattava inoltre maggiormente lo stesso genere parziale di
architettura privata all'indole propria dei persiani ed alla qualità dei materiali che somministrava il loro paese;
perciocché in esso si soleva impiegare più frequentemente il legno e sfoggiare in sveltezza di proporzioni e raa-
onificenze di puro lusso, che formavano il pregio sostanziale delle reggie persiane. Si è in fatti il medesimo ge-
nere di architettura che con più convenienza si è veduto essere stato impiegato nelle fabbriche reali e nelle
private degli assiri, e cosi pure in quelle dei fenici, ed in particolare in quella tanto rinomata di Gerusalemme
denominata della Selva del Libano che venne costrutta da Salomone impiegando molto legno di cedro, come
si è dimostrato negli antecedenti partimenti relativi ai medesimi parziali generi di architettura.

Si trova primieramente contestata la indicata derivazione della proporzione e della forma dalle sveltis-
sime colonne, che si rinvengono tra le rovine della reggia di Persepoli, le quali si adattavano a quelle del
suddetto parziale genere egiziano. Dal modo facile, con cui potè incendiarsi da Alessandro la stessa reggia e dalla
mancanza di resti di marmi lavorati per servire di architravi e sopra ornati diversi, si rinviene un valido docu-
mento per contestare essere stata la stessa fabbrica regia costruita in tutta la parte superiore col solo legno, come
in egual modo solevasi praticare nelle fabbriche private dell'Egitto. Ed altronde le cornici, che si vedono po-
ste sopra le porte e finestre degli stessi monumenti persiani, si trovano somigliare moltissimo a quelle solite
impiegarsi dagli egiziani. Cosi resta contestata la tradizione esposta da Diodoro che ci istruisce essere stati im-
piegati nella edificazione delle reggie persiane gli artefici trasportati da Cambise dall'Egitto unitamente alle
grandi ricchezze che egli rinvenne in quella doviziosa regione.

Il modo più probabile, con cui doveva essere ordinata l'architettura della reggia di Persepoli, viene indi-
cato primieramente con quanto offresi esposto nella Tavola CLXIII, che rappresenta un piccolo portico isolato,
il quale serviva come di vestibolo alla parte più nobile della reggia. Vedesi esso adornato nei fianchi dei due
accessi laterali da grandi figure di animali simbolici alati con effigie varie, la cui significazione, quantunque
molto controversa e creduta oggetto d'importanti ricerche, pure, non essendo di alcun interesse per il nostro
scopo, si tralascia di parlarne. E solo si crede opportuno di osservare che anche con siffatte colossali figure sim-
boliche conservano i persiani alcuna idea delle grandi sfingi collocate avanti gli accessi dei principali edifìzj
dell'Egitto. Quindi nella Tav. CLXIV si dimostra quale poteva essere l'architettura del primo portico che isola-
tamente corrispondeva sopra la scala più nobile decorata con molte sculture figurate. E nella Tav. CLXV il
modo particolare, con cui erano in generale decorati gli stessi portici, viene dimostrato unitamente ad al-
cuni particolari di decorazioni e di ornamenti praticati costantemente nelle porte e finestre. La stessa decora-
zione viene anche più minutamente dimostrata con le parti esposte in scala maggiore nella Tav. CLXVI. Le
basi delle colonne si vedono composte con una grande gola ornata con due ordini di fronde terminate in
tondo ed in acuto quasi alla foggia greca, e con un toro al di sopra. I fusti si rinvengono scannellati pure in
certo modo simile alla maniera jonica e corintia dei greci e romani, ma con un maggior numero di scannel-
lature per esservene sino a quarantotto. I capitelli poi offrono un singolare genere di forma da non potersene
facilmente fare il confronto con altre simili decorazioni; perciocché si vedono comunemente composti di quattro
parti distinte, la prima a forma allargata inferiormente, la seconda allargata in alto, la terza quadrangolare
con diverse volute nelle facce, e la quarta composta da due figure di animali chimerici che si appoggiano
colle zampe su di uno stesso piano; e sopra la unione dei loro corpi trovasi nella parte anteriore praticato un
 
Annotationen