CELL1NI. 35
quello egli restava , io mi trovavo accanto
tanti quattrini che bastavano a portarci a
Roma tutt'e due. Così ragionando insieme,
mentre andavamo , ci trovammo alla porta
a S. Pier Gattolini disavvedutamente . Al
quale io dissi: Tasso mio, questa è fattura
di Dio l'esser giunti a questa porta che
nè tu nè io avveduti ce ne siamo; ora dap-
poi che io son qui , mi pare aver fatto la
metà del cammino . Così d'accordo egli ed
io dicevamo, mentre che seguivamo il viag-
gio: oh che diranno i nostri vecchi stase-
ra ? Così dicendo facemmo i patti di non
li ricordar più insino a tanto che noi fus-
simo giunti a Roma. Così ci legammo i
grembiuli indietro, i quali alla mutola an-
dammo infino a Siena. Giunti che fummo
a Siena, il Tasso disse, che s'era fatto
male a' piedi, che non voleva venir più
innanzi, e mi richiese ch'io gli prestassi
danari per tornarsene ; al. quale io dissi:
a me non ne resterebbe per andar innan-
zi ; però tu ci dovevi pensare a muoverti
di Firenze ; e se per causa de'piedi tu re-
sti di non venire , troveremo un cavallo
di ritorno per Roma , e allora non avrai
scusa di non venire. Così preso il cavallo,
veduto ch'e'non mi rispondeva , inverso la
porta di Roma presi il cammino. Egli ve-
dutomi risoluto, non restando di brontola-
re, il meglio che poteva, zoppicando dietro
assai ben discosto e tardo veniva. Giunto
che fui alla porta, pietoso del mio com-
quello egli restava , io mi trovavo accanto
tanti quattrini che bastavano a portarci a
Roma tutt'e due. Così ragionando insieme,
mentre andavamo , ci trovammo alla porta
a S. Pier Gattolini disavvedutamente . Al
quale io dissi: Tasso mio, questa è fattura
di Dio l'esser giunti a questa porta che
nè tu nè io avveduti ce ne siamo; ora dap-
poi che io son qui , mi pare aver fatto la
metà del cammino . Così d'accordo egli ed
io dicevamo, mentre che seguivamo il viag-
gio: oh che diranno i nostri vecchi stase-
ra ? Così dicendo facemmo i patti di non
li ricordar più insino a tanto che noi fus-
simo giunti a Roma. Così ci legammo i
grembiuli indietro, i quali alla mutola an-
dammo infino a Siena. Giunti che fummo
a Siena, il Tasso disse, che s'era fatto
male a' piedi, che non voleva venir più
innanzi, e mi richiese ch'io gli prestassi
danari per tornarsene ; al. quale io dissi:
a me non ne resterebbe per andar innan-
zi ; però tu ci dovevi pensare a muoverti
di Firenze ; e se per causa de'piedi tu re-
sti di non venire , troveremo un cavallo
di ritorno per Roma , e allora non avrai
scusa di non venire. Così preso il cavallo,
veduto ch'e'non mi rispondeva , inverso la
porta di Roma presi il cammino. Egli ve-
dutomi risoluto, non restando di brontola-
re, il meglio che poteva, zoppicando dietro
assai ben discosto e tardo veniva. Giunto
che fui alla porta, pietoso del mio com-