CELLINI. 209
sanità addosso. Dipoi ch'io fui sortito di
quel gran digiuno, mi trovai in modo
netto delle mie infermità, come se rinato
io fussi ; e sebbene io mi pigliavo piacere
nell' assicurare quella mia desiderata sanità,
non mancavo ancora di lavorare ; tantoché
nell' opera detta e nella zecca ad ognuno
di loro certissimo davo la parte del suo
dovere .
Abbattessi ad esser fatto Legato di
Parma quel detto Cardinal Salviati, il qua-
le aveva meco quel grande odio sopraddet-
to. In Parma fu preso un certo orefice
milanese falsatore di monete, il quale per
Home si domandava T<,bbia . Essendo giu-
dicato alla forca e al fuoco, ne fu parlato
al detto Legato , messogli innanzi qual
grande valentuomo. Il detto Cardinale fe-
ce soprattenere l'esecuzione della giustizia ,
e scrisse a Papa Clemente dicendo, essergli
capitato nelle mani un uomo il maggior
del mondo nell' oreficeria, e che di già egli
era stato condannato alla forca e al fuoco,
per esser egli falsario di monete; ma che
quest' uomo era semplice e buono, perchè
diceva aver chiesto parere a un suo con-
fessore , il quale , diceva , che gliene aveva
dato licenza, che le potessi fare. Di più
diceva: se voi fate venire questo grande
uomo a Roma, Vostra Santità sarà causa
di abbassare quella grande alterigia a quel
vostro Benvenuto ; e son certissimo , che
l'opere di Tobbia vi piaceranno molto più
Benv. Cellini K 1. 14
sanità addosso. Dipoi ch'io fui sortito di
quel gran digiuno, mi trovai in modo
netto delle mie infermità, come se rinato
io fussi ; e sebbene io mi pigliavo piacere
nell' assicurare quella mia desiderata sanità,
non mancavo ancora di lavorare ; tantoché
nell' opera detta e nella zecca ad ognuno
di loro certissimo davo la parte del suo
dovere .
Abbattessi ad esser fatto Legato di
Parma quel detto Cardinal Salviati, il qua-
le aveva meco quel grande odio sopraddet-
to. In Parma fu preso un certo orefice
milanese falsatore di monete, il quale per
Home si domandava T<,bbia . Essendo giu-
dicato alla forca e al fuoco, ne fu parlato
al detto Legato , messogli innanzi qual
grande valentuomo. Il detto Cardinale fe-
ce soprattenere l'esecuzione della giustizia ,
e scrisse a Papa Clemente dicendo, essergli
capitato nelle mani un uomo il maggior
del mondo nell' oreficeria, e che di già egli
era stato condannato alla forca e al fuoco,
per esser egli falsario di monete; ma che
quest' uomo era semplice e buono, perchè
diceva aver chiesto parere a un suo con-
fessore , il quale , diceva , che gliene aveva
dato licenza, che le potessi fare. Di più
diceva: se voi fate venire questo grande
uomo a Roma, Vostra Santità sarà causa
di abbassare quella grande alterigia a quel
vostro Benvenuto ; e son certissimo , che
l'opere di Tobbia vi piaceranno molto più
Benv. Cellini K 1. 14