254 VITA DI BENVENUTO
il più mirabil giovane ch'io conoscessi mai,
e più animoso, e a me voleva tanto bene,
quanto a sè medesimo; e perchè egli sape-
va bene, che quell atto di pazienza non
era stato pusillanimità d'animo, ma per au-
dacissima bravura , che benissimo mi cono-
sceva; replicato alle parole, mi pregò, che
gli facessi tanta grazia di chiamarlo meco
a tutto quello eh' avessi in animo di fare .
Al quale io dissi : Albertaccio mio sopra
tutti gli altri carissimo , ben verrà tempo
che voi mi potrete dare ajuto ; ma in que-
sto caso , se voi mi volete bene, non guar-
date a me, e badate al fatto vostro, e le-
vatevi via presto come hanno fatto gli al-
tri, perchè questo non è tempo da perde-
re. Queste parole furono dette presto. In-
tanto gli inimici mia di Banchi a lento
passo s'erano avviati verso la Chiavica , luo-
go detto così , e arrivati sur una crociata
di strade, le quali vanno in diversi luoghi;
ma quella dove era la casa del mio nemico
Pompeo, era quella strada che diritta porta
a Campo di Fiore: e per alcune occorrenze
del detto Pompeo era entrato in quello spe-
ziale che stava in sul canto della Chiavica,
cizia egli avesse colla famiglia del Bene. Alberto, di
cui parla anche in seguito , era persona di molto meri-
to, come vedesi da una lettera direttagli dal Bembo a
Padova nel 1542., nella quale lo loda come elegante
scrittore e come giudice di molta autorità in materia d^
belle arti.
il più mirabil giovane ch'io conoscessi mai,
e più animoso, e a me voleva tanto bene,
quanto a sè medesimo; e perchè egli sape-
va bene, che quell atto di pazienza non
era stato pusillanimità d'animo, ma per au-
dacissima bravura , che benissimo mi cono-
sceva; replicato alle parole, mi pregò, che
gli facessi tanta grazia di chiamarlo meco
a tutto quello eh' avessi in animo di fare .
Al quale io dissi : Albertaccio mio sopra
tutti gli altri carissimo , ben verrà tempo
che voi mi potrete dare ajuto ; ma in que-
sto caso , se voi mi volete bene, non guar-
date a me, e badate al fatto vostro, e le-
vatevi via presto come hanno fatto gli al-
tri, perchè questo non è tempo da perde-
re. Queste parole furono dette presto. In-
tanto gli inimici mia di Banchi a lento
passo s'erano avviati verso la Chiavica , luo-
go detto così , e arrivati sur una crociata
di strade, le quali vanno in diversi luoghi;
ma quella dove era la casa del mio nemico
Pompeo, era quella strada che diritta porta
a Campo di Fiore: e per alcune occorrenze
del detto Pompeo era entrato in quello spe-
ziale che stava in sul canto della Chiavica,
cizia egli avesse colla famiglia del Bene. Alberto, di
cui parla anche in seguito , era persona di molto meri-
to, come vedesi da una lettera direttagli dal Bembo a
Padova nel 1542., nella quale lo loda come elegante
scrittore e come giudice di molta autorità in materia d^
belle arti.