382 VITA DI BENVENUTO
me ne buscò un pezzo, e con detto pezzo
messe in opera quel modo delle chiavi, che
inconsideratamente gli avevo insegnato. A-
veasi preso per compagno e per ajuto un
Cancelliere , che si domandava Luigi ed era
padovano. Volendo far fare le dette chiavi,
il magnano (i) gli scoperse; e perchè il
Castellano mi veniva alcune volte a vedere
alla mia stanza , vedutomi , ch' io lavoravo
di quelle cere, subito riconobbe la detta
cera e disse : sebbene a questo pover'uo-
mo di Benvenuto è fatto uno de' maggiori
torti , che si facessi mai , meco pero non
doveva egli fare queste tali operazioni ;
che gli facevo quel piacere ch' io non po-
tevo fargli : io lo terrò stréttissimo serrato
e non gli farò mai più un piacere al mon-
do. Così mi fece riserrare con qualche
dispiacevolezza, massimo (2) di parole dettemi
da certi suoi affezionati servitori, i quali
mi volevano bene oltremodo, e ora per ora
mi dicevano tutte le buone opere, che fa-
ceva per me questo Signor Castellano ; tal-
mente che in questo accidente mi chiama-
vano uomo ingrato e vano e senza fede:
e perchè ancora uno di quei servitori più
audacemente che non gli si conveniva mi
diceva queste ingiurie, io sentendomi pu-
gnere ed essendo innocente, arditamente
(1) Magnano propriamente è quello che fa le ser-
rature e le chiavi.
(2) Si dice massimo e massone avverbialmente .
me ne buscò un pezzo, e con detto pezzo
messe in opera quel modo delle chiavi, che
inconsideratamente gli avevo insegnato. A-
veasi preso per compagno e per ajuto un
Cancelliere , che si domandava Luigi ed era
padovano. Volendo far fare le dette chiavi,
il magnano (i) gli scoperse; e perchè il
Castellano mi veniva alcune volte a vedere
alla mia stanza , vedutomi , ch' io lavoravo
di quelle cere, subito riconobbe la detta
cera e disse : sebbene a questo pover'uo-
mo di Benvenuto è fatto uno de' maggiori
torti , che si facessi mai , meco pero non
doveva egli fare queste tali operazioni ;
che gli facevo quel piacere ch' io non po-
tevo fargli : io lo terrò stréttissimo serrato
e non gli farò mai più un piacere al mon-
do. Così mi fece riserrare con qualche
dispiacevolezza, massimo (2) di parole dettemi
da certi suoi affezionati servitori, i quali
mi volevano bene oltremodo, e ora per ora
mi dicevano tutte le buone opere, che fa-
ceva per me questo Signor Castellano ; tal-
mente che in questo accidente mi chiama-
vano uomo ingrato e vano e senza fede:
e perchè ancora uno di quei servitori più
audacemente che non gli si conveniva mi
diceva queste ingiurie, io sentendomi pu-
gnere ed essendo innocente, arditamente
(1) Magnano propriamente è quello che fa le ser-
rature e le chiavi.
(2) Si dice massimo e massone avverbialmente .