CELLINT. 1 44^
diamante per pestarlo : e perche questo
Lione era poverissimo e il diamante dove-
va valere parecchi decine di scudi , costui
dette ad intender a quella Guardia, che
quella polvere eh' e' gli dette , fosse quel
diamante pesto, che s' era ordinato per
darmi: e quella mattina ch'io 1' ebbi me
Monsig. Duranti gli ottennero di cambiar la pena colla ga-
lera, ed un anno dopo potè in Genova sottrarsi anche da
questa per essere stato da Pietro Aretino raccomandato
ad Andrea Doria. Da tatto ciò si vede bene che, quan-
tunque povero, il Leoni era fin d'allora distinto ed as-
sai protetto in Italia . Passato al servizio di Carlo V.
ed avendo per lui e per la Corte gettate varie statue di
bronzo e fatte molte medaglie lodatissime, ne ebbe da
quel Monarca generose ricompense e la croce di Cava-
liere ed una casa in Milano. Quivi scelse egli allora
la sua dimora ; e questa città deve al Leoni i bei mo-
delli, che egli le procurò , riunendo in sua casa molte
statue di valore e moltissime figure in gesso degli an-
tichi capi d'opera, che servirono specialmente agli ar-
tisti del nostro Duomo. Opera del Leoni son tutti i
bronzi del mausoleo di Gian-Giacomo de'Medici, dise-
gnato da Michelangelo e che sta nel Duomo suddetto .
Sussiste tuttavia la casa del Leoni, che egli ornò oltre-
misura nella facciata e che colle sue statue colossali dà il
nome alla contrada degli Oinenoni. Morì pieno di gloria
dopo il i586., lasciando a Pompeo Leoni suo figlio la
straordinaria sua abilita nelle medaglie e nelle figure
di getto, ond' è ricchissima la Corte di Spagna ove servì.
Il Morigia e quindi anche il giudiziosissimo Sig. Ro-
velli ci vorrebbero far credere, che Leon Leoni non
fosse milanese solamente per dimora e per affezione, ma
che lo fosse altresì per origine, perchè nato in Menagio
sul Lario; ma non addicendo essi alcuna prova, io
non dubito ch' egli fosse realmente d'Arezzo , come sup-
pongono tutti gli altri Scrittori , e come sottoscrivevasi
egli stesso nelle sue lettere. V. Lettere Pittoriche e
Casari .
diamante per pestarlo : e perche questo
Lione era poverissimo e il diamante dove-
va valere parecchi decine di scudi , costui
dette ad intender a quella Guardia, che
quella polvere eh' e' gli dette , fosse quel
diamante pesto, che s' era ordinato per
darmi: e quella mattina ch'io 1' ebbi me
Monsig. Duranti gli ottennero di cambiar la pena colla ga-
lera, ed un anno dopo potè in Genova sottrarsi anche da
questa per essere stato da Pietro Aretino raccomandato
ad Andrea Doria. Da tatto ciò si vede bene che, quan-
tunque povero, il Leoni era fin d'allora distinto ed as-
sai protetto in Italia . Passato al servizio di Carlo V.
ed avendo per lui e per la Corte gettate varie statue di
bronzo e fatte molte medaglie lodatissime, ne ebbe da
quel Monarca generose ricompense e la croce di Cava-
liere ed una casa in Milano. Quivi scelse egli allora
la sua dimora ; e questa città deve al Leoni i bei mo-
delli, che egli le procurò , riunendo in sua casa molte
statue di valore e moltissime figure in gesso degli an-
tichi capi d'opera, che servirono specialmente agli ar-
tisti del nostro Duomo. Opera del Leoni son tutti i
bronzi del mausoleo di Gian-Giacomo de'Medici, dise-
gnato da Michelangelo e che sta nel Duomo suddetto .
Sussiste tuttavia la casa del Leoni, che egli ornò oltre-
misura nella facciata e che colle sue statue colossali dà il
nome alla contrada degli Oinenoni. Morì pieno di gloria
dopo il i586., lasciando a Pompeo Leoni suo figlio la
straordinaria sua abilita nelle medaglie e nelle figure
di getto, ond' è ricchissima la Corte di Spagna ove servì.
Il Morigia e quindi anche il giudiziosissimo Sig. Ro-
velli ci vorrebbero far credere, che Leon Leoni non
fosse milanese solamente per dimora e per affezione, ma
che lo fosse altresì per origine, perchè nato in Menagio
sul Lario; ma non addicendo essi alcuna prova, io
non dubito ch' egli fosse realmente d'Arezzo , come sup-
pongono tutti gli altri Scrittori , e come sottoscrivevasi
egli stesso nelle sue lettere. V. Lettere Pittoriche e
Casari .