38 VITA DI BENVENUTO
nare a bottega a guadagnarmi il vitto con
lavorare. Quel Battista del Tasso mio com-
pagno non istette troppo in Roma, che egli
se ne ritornò a Firenze, (i) Ripresi nuove
opere. Finite ch'io l'ebbi mi venne voglia di
cambiar maestro, per esser sobillato (2) da
un certo Milanese, il quale si domandava
Maestro Pagolo Arsago. Quel Firenzuola
mio primo ebbe a far gran questione con
questo Arsago , dicendogli in mia presenza
alcune parole ingiuriose: ond'è che io ri-
presi le parole in difensione del nuovo
mio maestro. Dissi ch'io ero nato libero e
così libero mi volevo vivere, e che di lui
non si poteva dolere , nè manco di me,
restando ad aver da lui certi pochi scudi
d'accordo; e come lavorante libero volevo
andare dove mi piaceva, conosciuto non
far torto a persona. Anche quel mio nuo-
*-.-,— — — — — — ^^
(j) Il Tasso, che come vedremo seguitò sempre
ad essere amico del Cellini, diventò anch' egli valen-
tissimo nel suo mestiere, come si dirà in seguito, e
come attestano Pietro Aretino ed il Vasari; raa per le
sue piacevoli maniere essendosi reso carissimo nella
corte del Duca Cosimo , e l'arbitro di tutte le opere che
vi si facevano, abusò non poco di questo favore in
danno del Tribolo, del Vasari e d'altri artisti, e molto
peggio volendo far egli da architetto , senza avere le
necessarie cognizioni, con gravissimo danno del suo
nome. Si legge una lettera del Tasso fra le Pittoriche .
(2) Sobillare uno è tanto dire e tanto con tutti i
modi pregarlo , che egli a viva forza e quasi a suo
marcio dispetto prometta di fare quello, che colui il
quale lo sobilla gli chiede. Varchi .
nare a bottega a guadagnarmi il vitto con
lavorare. Quel Battista del Tasso mio com-
pagno non istette troppo in Roma, che egli
se ne ritornò a Firenze, (i) Ripresi nuove
opere. Finite ch'io l'ebbi mi venne voglia di
cambiar maestro, per esser sobillato (2) da
un certo Milanese, il quale si domandava
Maestro Pagolo Arsago. Quel Firenzuola
mio primo ebbe a far gran questione con
questo Arsago , dicendogli in mia presenza
alcune parole ingiuriose: ond'è che io ri-
presi le parole in difensione del nuovo
mio maestro. Dissi ch'io ero nato libero e
così libero mi volevo vivere, e che di lui
non si poteva dolere , nè manco di me,
restando ad aver da lui certi pochi scudi
d'accordo; e come lavorante libero volevo
andare dove mi piaceva, conosciuto non
far torto a persona. Anche quel mio nuo-
*-.-,— — — — — — ^^
(j) Il Tasso, che come vedremo seguitò sempre
ad essere amico del Cellini, diventò anch' egli valen-
tissimo nel suo mestiere, come si dirà in seguito, e
come attestano Pietro Aretino ed il Vasari; raa per le
sue piacevoli maniere essendosi reso carissimo nella
corte del Duca Cosimo , e l'arbitro di tutte le opere che
vi si facevano, abusò non poco di questo favore in
danno del Tribolo, del Vasari e d'altri artisti, e molto
peggio volendo far egli da architetto , senza avere le
necessarie cognizioni, con gravissimo danno del suo
nome. Si legge una lettera del Tasso fra le Pittoriche .
(2) Sobillare uno è tanto dire e tanto con tutti i
modi pregarlo , che egli a viva forza e quasi a suo
marcio dispetto prometta di fare quello, che colui il
quale lo sobilla gli chiede. Varchi .