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Cicognara, Leopoldo
Storia della scultura dal suo risorgimento in Italia sino al secolo di Napoleone per servire di continuazione alle opere di Winckelmann e di d'Agincourt (Band 3) — Venedig, 1818 [Cicognara, 18-3; 2486-3]

DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.1186#0118
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ii8

LIBRO SESTO

Dall'uno all'altro estremo abbiam veduto l'Italia partecipe degli stessi
modi provenienti dallo strano gusto d'innovazione che corruppe tutte le arti
d'imitazione, non potendosi mai innovar la natura. La scuola che più domi,
nò sovra le altre fu quella ove si apersero maggiori occasioni, e conseguen-
temente pel numero maggiore d'artisti e di modelli potè diffondersi più facil-
mente per tutta l'Italia. Signoreggiata da un genio superiore e influente co-
ni' era il Bernini, ricevette da quello un carattere che si mantenne in tutti
gli allievi; carattere bizzarro e fantastico che era dipendente da un genere
d'ideale suo proprio e convenzionale. A differenza delle scuole degli scultori
veneti che abbiam veduto seguire piuttosto le bizzarrìe delle costumanze, e
aver di mira bensì un raffinamento e un' affettazione, ma diversamente diret-
ta : la qual cosa è più consentanea a' principj generali di tutte le arti d'imi-
tazione ne'paesi veneziani ove gli artisti più strettamente si attennero, e per
più lungo tempo al semplice, e al naturale, trasportando talvolta persino l'imi-
tazione della natura e delle costumanze che avevan sott'occhio, senza alcuna
scelta e senza modificazioni, a farne modello per le opere dell'arte, e così pro-
ducendo inescusabilì anacronismi co' tempi della remota antica storia, i cui
soggetti indistintamente scolpivano; del che s'accusano tanto sovente in
jspecie i pittori.
 
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