. .
pua00, opinò, che la PortaJovis avesse sortita cotal denominazio-
ne, perciocché per essa si usciva nell’andar al tempio di Giove
fuor di Citta , per una strada , che alquanto meglio è stata
poi dal Pratillicb;) segnata . Lunghesso questa strada fu già disco-
perta la seguente inscrizione; ch’essendo stata per lungo tempo
nella villa di S.Prisco, parecchi anni sono, venne nel mio Museo.
Piedi-
(a) Servili! Mons. Coda per leva-
re la Pianta prospettica di Capua an-
tica di Ambrosio Attendolo architer-
to famoso per aver fortificate siotto
Filippo IL le piazze di Gaeta e di
Capua ; e più famoso ancora per es-
iere fiato padre di Gio: Batifia At-
tendolo, il Varrone di que’tempi tra
di noi . Nè contento di ciò il bene-
merito Arciv. , volle sarla dipingere
a fresco in una delle pareti della gran
siala del suo palazzo; impiegando in
quefi’ opera il pennello di Francesco Ci-
calese pittor Capuano , ch’era fiato di-
seepolodel rinomato Viviano Cadagoraj
del qualCicalese niuna menzion ha fatta
il-Dominici nelle sue Vite-de Pittori Na-
polet.: ed ha esistito sisTatra dipintura sin
attempi di Mons. Gaeta ; il quale, vo-
lendo ridurre in migliore e più comoda
forma quel palazzo, con Gottica bar-
barie , la fece perdere-. Di essa era già
fiata fatta una riduzione a penna dall’
architetto* Carlo Cartari; e quella for-
tunatamente pervenne alle mani di Lu-
ca Holfienio ; dal quale, non senza gli
usiej del Cav. Casiìano dal Pozzo, ot-
tennela Cammillo Pellegrino, che la fe-
ceìncidere da Jacopo Thevenot Lorene-
sie, che potrebbesi aggiugnere alle No-
tizie ijìorìcbe degli Intagliatori del Gori
Gandellini ; dallo (ledo Thevenot, che
poco prima india avea la Carta corogra-
fica della Campania,che va innanzi all*
apparato di esio Pellegrino. Volea egli
inserire quella Pianta nella Storia di Ca-
pua,dietro alla quale si andava tutt’ora
affaticando : ma la sua debilitata sallite
e la morte , che non guari dopo il
sopraggiunse, guafiarcno con grave dan-
no delle buone lettere s; ben concepi-
to e sì commendevole disegno . Intan-
to l’intaglio suddetto a rimaner si eb-
be , com’ io credo , nelle mani del P*
Gio: Pietro Pasquale della Compagnia
di Gesù , da cui il Pellegrino ven-
ne a mondamente assittito negli ultimi
giorni di sua vita ; onde potè vederli
di lì a qualche anno , cioè nel 1670.
messo a fiampa da Agofiino Pasquale
in foglio volante , con alcune dichiara-
zioni siotto: ma l’originai rame, di mano
iw mano passando , come suol avve-
nire , sinalmente giunse al Sig. D.Giu-
seppe di Capua Capece ; e si è con-
ser vato nella sua diraefiica biblioteca
insino all’ultime legrimevoii sciagure
di quella Città; nelle quali resiò, con-
ia cala, la biblioteca Taccheggiata . Oe
mentre etto era appretto D. Giuseppe
suddetto, ebbelo Mons. Granata, e se
ne valse per aggiugner quella Pianta
alla sua Storia Civile di Capita ; ch’é
per avventura la sola cosa buona che
si trovi in q ire7Tuoi Annali Volusiani .
A che servono , un dirà , tante pic-
cole ricerche ? ed io rispondo , ser-
vono alla fioria letteraria , e delle ar-
ti ; e servono a tutti coloro , che va-
ghezza abbiano delle cose patrie ; e
che veder non è loro concetto tante
memorie aneddoto , quante ne ho ve-
dute io, indefetto indagatore, e leggitos*
pazienti silmo di vecchie carte.
(b) L. c. Topografi), veter. Cap. ai-*
la pag. 26g.
pua00, opinò, che la PortaJovis avesse sortita cotal denominazio-
ne, perciocché per essa si usciva nell’andar al tempio di Giove
fuor di Citta , per una strada , che alquanto meglio è stata
poi dal Pratillicb;) segnata . Lunghesso questa strada fu già disco-
perta la seguente inscrizione; ch’essendo stata per lungo tempo
nella villa di S.Prisco, parecchi anni sono, venne nel mio Museo.
Piedi-
(a) Servili! Mons. Coda per leva-
re la Pianta prospettica di Capua an-
tica di Ambrosio Attendolo architer-
to famoso per aver fortificate siotto
Filippo IL le piazze di Gaeta e di
Capua ; e più famoso ancora per es-
iere fiato padre di Gio: Batifia At-
tendolo, il Varrone di que’tempi tra
di noi . Nè contento di ciò il bene-
merito Arciv. , volle sarla dipingere
a fresco in una delle pareti della gran
siala del suo palazzo; impiegando in
quefi’ opera il pennello di Francesco Ci-
calese pittor Capuano , ch’era fiato di-
seepolodel rinomato Viviano Cadagoraj
del qualCicalese niuna menzion ha fatta
il-Dominici nelle sue Vite-de Pittori Na-
polet.: ed ha esistito sisTatra dipintura sin
attempi di Mons. Gaeta ; il quale, vo-
lendo ridurre in migliore e più comoda
forma quel palazzo, con Gottica bar-
barie , la fece perdere-. Di essa era già
fiata fatta una riduzione a penna dall’
architetto* Carlo Cartari; e quella for-
tunatamente pervenne alle mani di Lu-
ca Holfienio ; dal quale, non senza gli
usiej del Cav. Casiìano dal Pozzo, ot-
tennela Cammillo Pellegrino, che la fe-
ceìncidere da Jacopo Thevenot Lorene-
sie, che potrebbesi aggiugnere alle No-
tizie ijìorìcbe degli Intagliatori del Gori
Gandellini ; dallo (ledo Thevenot, che
poco prima india avea la Carta corogra-
fica della Campania,che va innanzi all*
apparato di esio Pellegrino. Volea egli
inserire quella Pianta nella Storia di Ca-
pua,dietro alla quale si andava tutt’ora
affaticando : ma la sua debilitata sallite
e la morte , che non guari dopo il
sopraggiunse, guafiarcno con grave dan-
no delle buone lettere s; ben concepi-
to e sì commendevole disegno . Intan-
to l’intaglio suddetto a rimaner si eb-
be , com’ io credo , nelle mani del P*
Gio: Pietro Pasquale della Compagnia
di Gesù , da cui il Pellegrino ven-
ne a mondamente assittito negli ultimi
giorni di sua vita ; onde potè vederli
di lì a qualche anno , cioè nel 1670.
messo a fiampa da Agofiino Pasquale
in foglio volante , con alcune dichiara-
zioni siotto: ma l’originai rame, di mano
iw mano passando , come suol avve-
nire , sinalmente giunse al Sig. D.Giu-
seppe di Capua Capece ; e si è con-
ser vato nella sua diraefiica biblioteca
insino all’ultime legrimevoii sciagure
di quella Città; nelle quali resiò, con-
ia cala, la biblioteca Taccheggiata . Oe
mentre etto era appretto D. Giuseppe
suddetto, ebbelo Mons. Granata, e se
ne valse per aggiugner quella Pianta
alla sua Storia Civile di Capita ; ch’é
per avventura la sola cosa buona che
si trovi in q ire7Tuoi Annali Volusiani .
A che servono , un dirà , tante pic-
cole ricerche ? ed io rispondo , ser-
vono alla fioria letteraria , e delle ar-
ti ; e servono a tutti coloro , che va-
ghezza abbiano delle cose patrie ; e
che veder non è loro concetto tante
memorie aneddoto , quante ne ho ve-
dute io, indefetto indagatore, e leggitos*
pazienti silmo di vecchie carte.
(b) L. c. Topografi), veter. Cap. ai-*
la pag. 26g.